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venerdì 20 agosto 2021

 QUALCHE CONSIDERAZIONE FILOSOFICA ATTUALE, MA ANCHE IMMANENTE NEI CICLI TEMPORALI E CON SPUNTI TRATTI DAL FILOSOFO TEDESCO ERNST JUNGER, IN MERITO ALL'INTEGRAZIONE PLANETARIA, AL CONTROLLO CAPILLARE BIOPOLITICO E ALLA LIBERTA' DI DIRE "NO".

 

di Antonio Tortora

 

                                    Frase di Ernst Junger - Tratto da www.lefrasi.com

Un tentativo di descrivere la situazione attuale nel nostro Paese appare, a questo punto, doveroso e riteniamo che l'unico punto di vista da cui l'osservazione possa essere condotta consista in quello metapolitico e filosofico. Abbiamo potuto constatare la regressione della politica rispetto all'affermarsi di un'emergenza sanitaria, reale o presunta, a livelli più arretrati e arcaici di una coscienza sociale che, repentinamente, smette di evolversi e ripiega su posizioni che richiamano alla mente comportamenti collettivi tipici delle tribù primitive, delle frazioni etniche o di quelle territoriali. Parliamo di interdizione del contatto fisico e quindi del distacco traumatico della cellula uomo dal corpo sociale in tutto il territorio nazionale; di isolamento tribale generatore di paura del contagio e odio dell'altro; di evocazione del senso di appartenenza alle tribù numericamente più consistenti che hanno operato determinate scelte rispetto all'emergenza sanitaria prima e cognitiva poi; di esclusione di tutti coloro che non si sottomettono al potere tribale che obbliga ad assumere determinati comportamenti a seconda delle suggestioni esercitate dalla propaganda e dall'immane livello di guerra psicologica che non consente di portarsi al di fuori di un perimetro sempre più rigido e schematico. Una vera gabbia da criceto. Sembra inevitabile schierarsi dall'una o dall'altra parte come se la capacità individuale di valutare, decidere o agire non appartenga alle opzioni perseguibii. Lo stesso bisogno di prestare ossessivamente attenzione alle notizie sempre più allarmanti, ai bollettini necrofili sempre più indecifrabii e manipolati e ai procurati allarmi di una corporazione medica che sempre più opera dall'interno di una bolla professionale e mediatica asfittica ma, ormai, del tutto obbligata a rimanere fedele alla narrazione ufficiale, corroborano e fortificano i livelli di angoscia, inquietudine e ansia pari e forse superiori a quelli provocati da una guerra fisica e devastante. Tutto ciò, per certi versi, non è del tutto negativo poichè la paura viene costretta al dialogo e l'uomo di valore rimasto puro e cercatore di verità essenziali, è obbligato a prendere la parola uscendo fuori dagli automatismi imposti dalla vita meccanica che è costretto a vivere sin dalla nascita.  L'uomo, che di norma è nascosto in ciascuno di noi, recupera la libertà di decidere e ponendo fine al suo sonno apparente riscopre sè stesso e il suo vero potere in grado, senza alcun dubbio, di ristabilire l'ordine delle cose, per quanto tale ordine possa essere stato sconvolto da potenti illusioni ottiche studiate e imposte dai fanatici del controllo e del dominio assoluto. Se così non fosse mai nessuno avrebbe sacrificato la propria vita per una causa nobile e sacrosanta; mai nessuno sarebbe caduto con le armi in pugno per difendere il proprio diritto a condurre una vita libera. Certo nella contemporaneità, non è la prima volta e non sarà l'ultima, si assiste all'incomprensibile e scoraggiante spettacolo di individui-massa che, cupamente rassegnati, marciano ordinatamente verso quelle che sembrano essere le uniche mete obbligate: le città ridotte a campi di schiavitù, dove annuire sempre rispetto a leggi ingiuste e disumane è considerato un obbligo morale e i mattatoi dove le macchine, la tecnica e la burocrazia stritolano, con implacabili ed efficienti ingranaggi, carni e ossa sotto lo sguardo attento di esseri senz'anima che con le macchine hanno stretto un patto folle e omicida. E dunque la scelta ultima e irrevocabile si presenta improvvisamente con un semplice quesito: essere padroni, in divenire, del proprio destino oppure diventare un semplice ed anonimo numero, svuotati della propria essenza vitale e della propria personalità? Nei bassifondi e nei sotterranei delle nostre società masse di individui passivi, dimentichi del potere di cui sono portatori, vengono scorticati vivi e la loro sofferenza gratifica le èlite sanguinarie e distruttrici di valori, culture e libertà ma pone in stato di allarme tutti coloro che ancora sono consapevoli di non rappresentare un insignificante granello di sabbia bensì un riferimento sicuro per chi voglia opporsi alle leggi ingiuste, alla propaganda di regime e alla sottile violenza espressi dal modus operandi dei dominatori. Questi rimarranno tali fino a che tutti accetteranno i diktat oppressivi. E tuttavia non appena all'orizzonte degli eventi si staglieranno le sagome ben delineate di quei pochi che, fieramente, avranno deciso di preferire il pericolo alla schiavitù, allora gli equilibri potranno mutare e lo stesso uomo della strada, l'uomo comune, l'uomo solidale con i propri principi e con il resto di coloro, sia pure pochi, che rifiuteranno i luoghi comuni e le illusioni ottiche, riattiverà le tracce di un sapere che ha radici profonde e di un senso di libertà arcaica che la modernità ottunde e nasconde. Quello, certamente, sarà il momento decisivo in cui pochi impavidi argineranno il panico della maggioranza che si sarà abbandonata a un terrore bestiale e senza futuro. Le scienze umanistiche e la psicologia ci insegnano che qualsiasi paura è essenzialmente paura della morte ed è proprio su questa paura che agiscono i decisori che muovono le leve della politica, della tecnica, della biomedicina e del controllo sociale; la paura emergenziale viene qui instillata ad ampie dosi come strumento per far accettare a un popolo norme altrimenti non proponibili. Nella solitidine in cui ogni individuo è stato confinato e nel silenzio assordante dei giovani, non più avvezzi alla lotta e che danno per scontati diritti faticosamente conquistati in secoli di scontri civili e battaglie sociali, si fa strada una nuova presa di coscienza che prevede l'annullamento di ogni indifferenza. Non si può più rimanere indifferenti rispetto a un Leviatano, di Hobbesiana memoria, che ha assunto i connotati definitivi di un potere totalitario eccezionalmente esteso e complesso. E questo, nonostante l'alacre attività propagandistica di "pennaruli", pennivendoli, imbrattacarte e schiccherafogli che hanno scelto di stare dalla parte del potere, è precisamente lo stato delle cose (der stand der dinge). Pochi fra quelli che ancora si riservano di pensare e che ragionano con logica potrebbero affermare il contrario o che c'è del pessimismo nella precedente affermazione. Qui siamo di fronte a puro e incontrovertibile realismo. Per di più, visto che ci stiamo riferendo al pensiero di Junger che nel dopoguerra scrisse Der Waldgang, ci piace sottolineare un passo che riteniamo molto importante e chiarificatore dell'opera: "Per l'uomo sano la ricetta migliore consiste nell'evitare i medici, affidarsi alla verità del corpo e tuttavia non trascurarne gli avvertimenti........Comunque si giudichi il nostro universo di mutue, assicurazioni, industrie farmaceutiche e specialisti, colui che può farne a meno è più forte. Assai sospetto, e dunque da considerare con estrema vigilanza, è l'intervento crescente che, di solito con pretesti filantropici, lo Stato esercita sull'organizzazione sanitaria". E qui Junger, si badi bene nel lontano 1951, aggiunge la raccomandazione di "essere diffidenti in relazione a ogni consulto, da quando un numero sempre maggiore di medici si è sottratto all'obbligo del segreto professionale. Non sappiamo in quali statistiche possano includerci, nè se riguardino davvero e soltanto il settore medico......da un giorno all'altro potrebbero assumere un volto inquietante.......da quegli schedari ordinati in modo esemplare potrebbero uscire i documenti che serviranno a internarci, a castrarci o a liquidarci". Tutto ciò - aggiungiamo noi - è già succeso e la storia dovrebbe drammaticamente ricordarcelo ma il popolo italiano è del tutto smemorato e non ama la storia. Su tutti questi punti di riflessione storica e antropologica riteniamo che il folosofo tedesco, ricordando ciò che è accaduto nel suo recentissimo passato e vivendo l'evoluzione del suo presente vitale abbia avuto il coraggio di guardare oltre l'orizzonte degli eventi profetizzando, con assoluta precisione, il nostro presente. Ha cercato di metterci in guardia ma l'ignoranza, la fretta, la superficialità e la paura ci hanno impedito di leggere lucidamente tra le pieghe degli avvenimenti e il caos è piombato nelle nostre vite. Eravamo stati avvisati più e più volte ma gli errori, sempre gli stessi, ciclicamente colpiscono il tessuto dei popoli resi sempre più fragili. La fragilità di cui parliamo si basa su tre pilastri: la cieca smania del potere politico che, per mantenersi in vita, ha bisogno di crescere e di rafforzarsi a danno di qualunque vita umana, popolo e coscienza; la feticizzazione delle scienze cui viene attribuito un potere magico capace di risolvere qualsiasi problema e un potere addirittura spirituale capace di orientare l'agire meccnico dell'uomo; lo strapotere delle macchine da cui l'uomo, senza accorgersene, ormai dipende quasi completamente avendo creato robot senzienti e l'intelligenza artificiale, trasformandosi esso stesso in un robot transumano prima e postumano dopo.

 "I Robot si muovono e parlano a scatti meccanici e rigidi e hanno facce inespressive, occhi fissi e allucinati, ma indossano abiti normali" questo è l'incipit di R.U.R. Rossums Universal Robots, il dramma in tre atti scritto, nel 1920, dal drammaturgo ceco Karel Capek che per la prima volta utilizzò il termine Robot che in lingua ceca significa "lavoro forzato". Bene. A noi pare, attualmente, di vivere immersi fra Robot decisori e dominatori che lanciano i loro proclami di reclusione e annientamento antiumano con facce inespressive e abiti normali e Robot schiavi-comuni cittadini che obbediscono a regole perverse e volentieri si sottomettono al potere poichè non hanno carattere e personalità, con occhi fissi e allucinati. Comunque sia, fra uomini che malvagiamente decidono e uomini che servilmente obbediscono, la profezia di Friedrich Nietzsche nel Discorso degli Ultimi Uomini ci pare del tutto avverata: " L'ultima generazione umana è senza anima".

venerdì 27 marzo 2020

MENTRE IL NOSTRO PAESE CERCA DI DIFENDERSI COME PUO' DALL' ANGOSCIA PROVOCATA DALLA EPIDEMIA VIRALE (COVID-19) CHE LA ATTANAGLIA E' COSTRETTA, CONTEMPORANEAMENTE E DOLOROSAMENTE, A SUBIRE  UNA VERA E PROPRIA RAPPRESAGLIA DAGLI ALTRETTANTI TEMIBILI VIRUS DELLA DECRETITE E DELLA BUROCRATITE. UN FENOMENO PSICOPATOLOGICO TUTTO ITALIANO.

di Antonio Tortora

Tratto da: www.comecambiailmondo.it
Non aveva torto l'economista francese Vincent de Gournay quando, verso la metà del '700, coniò il termine "burocrazia" per definire con accurata precisione il potere degli uffici. Si trattava di uno spirito libero, antimercantilista e attento alle libertà dell'individuo, che denunciava, già all'epoca, la soffocante invadenza dello Stato nell'economia e nella vita dei cittadini. Abbiamo motivo di credere che, oggi in Italia, sarebbe letteralmente impazzito leggendo le famose autocertificazioni che il cittadino, o prigioniero non si è ancora capito bene, è obbligato a portare con sè dopo averlo maniacalmente compilato all'epoca del flagello Coronavirus. Siamo a quota quattro e siamo altrettanto certi che il morbo autocertificativo sia sfuggito dalle mani di chi lo ha contratto nella stessa misura in cui decreti nazionali, ordinanze regionali e comunali stanno contribuendo a fare scempio delle residuali libertà del cittadino. Si sentono governatori regionali che invocano ancora più restrizioni: richiedendo, ad esempio, l'intervento delle Forze Armate che dovrebbero, invece, difendere il territorio nazionale anzichè spaventare i cittadini che non sono colpevoli di nulla se non di voler continuare quello straccio di vita che nonostante il virus potrebbero ancora vivere. Altri mincciano, (scherzosamente?), di bruciare con il lanciafiamme chi pensa sia pur lontanamente di celebrare un evento di laurea con qualche parente o anche citano l'edificante esempio cinese che prevede la fucilazione per chi, per qualunque motivo e anche se è sano, violi le disposizioni di contenimento del virus o della quarantena. Ciò apparirebbe, a tali personaggi, un opportuno e risolutivo metodo "terapeutico" senza tenere conto del fatto che in Cina non c'è democrazia da qualche secolo e la gente vive irreggimentata e con il perenne rischio di finire nei Laogai (campi di lavoro forzato a regime carcerario da cui non si esce più). Dobbiamo convenire che il modello cinese rappresenterebbe una vera e gioiosa pacchia per governanti con vocazione autoritaria. Inoltre prolificano sindaci che desiderano, con grande senso del dovere ovviamente, spiare con i droni i cittadini magari scovandoli nelle loro case mentre ivi stanno tristemente rintanati a causa delle squilibrate ordinanze di cui sempre più si collezionano esempi. Una follia che non può e non deve far sorridere, come sovente accade sui social media, ma che deve far riflettere su un Presidente del Consiglio dei Ministri che, settimanalmente, decreta tutto il decretabile, creando confusione e incertezze che mal si addicono a dispositivi normativi. E deve far riflettere su responsabili di enti locali che usano il termine "restrizioni" con una superficialità davvero disarmante. Forse questi figuri poco raccomandabili, viste le loro tristi intenzioni, avrebbero dovuto scegliere un altro mestiere: quello di direttore di penitenziario o di guardia carceraria; in questo campo avrebbero dato ampio sfogo agli istinti autoritari di cui, evidentemente, sono vittime consapevoli. Quando si fermeranno? Qual'è il limite oltre il quale provvederanno ad allentare la stretta mortale? E cosa fanno i guardiani della Costituzione ridotta a cartastraccia? Certo ci troviamo in un'emergenza in cui molti pazienti e personale sanitario perdono la vita ogni giorno. Ma si può tenere un intero Paese in un pentolone con un coperchio molto aderente, come una pentola a pressione, per tutto questo tempo?
Proprio non capiamo perchè non si possa uscire dalle proprie case osservando regole di distanziamento sociale, termine molto caro ai decisori in quanto ogni persona, isolata dal suo naturale contesto è più fragile e dominabile. Non capiamo perchè non si possa stare all'aperto, laddove esistano giardini, parchi, ampie strade a traffico limitato, piazzole, scogliere o boschetti. Stando lontani e distanti chi potrebbe contagiare o rimanere contagiato? Con l'osservanza delle opportune regole prudenziali si potrebbe evitare di rimanere reclusi in un appartamento, piccolo o grande che sia, con il conseguente e drammatico rischio di potersi trovare, da un momento all'altro, in un pericoloso focolaio virale per la sua stessa natura di luogo ristretto con caratteristiche di promiscuità. In tutte le città, ad esempio, esistono infiniti miniappartamenti e a Napoli, ma anche a Bari e nelle vastissime province di quasi tutta l'Italia, esistono dei bassi dove in pochi metri quadrati devono soggiornare forzatamente nuclei familiari numerosi e disagiati; questo è un fatto non una teoria. Come possono essere obbligati per legge a starsene tutti insieme ventiquattro ore su ventiquattro? Si stanno creando squilibri familiari e sociali, a livello diffuso, che prima o poi si espanderanno, anche questi, come una pandemia sociale. Oltre all'insofferenza provocata dallo stare stretti in case, che diventano vere e proprie prigioni, non possiamo trascurare altri elementi fondamentali come la paura di un nemico invisibile che può manifestarsi in qualunque momento; l'angoscia del vuoto esistenziale provocato dalla inesistenza di rapporti sociali tutti bruscamente interrotti. Inoltre il terrorismo dei media maintream che bombardano senza pietà le menti di chi ormai è prigioniero della conta quotidiana dei morti e dei contagiati; la confusione provocata quasi ad arte, per far aumentare l'immancabile share, di talk show medicocratici dove terrificanti immagini di luoghi di dolore, come ospedali e processioni mortuarie, si alternano a ridicole spiegazioni su come lavarsi le mani o su come indossare le benedette mascherine che, ancora non si è capito, se servono o no per la gente comune e cioè non ammalata, non positiva al Covid-19, e non a contatto con soggetti in quarantena. Su quest'ultimo punto, nonostante tutta la nostra buona volontà e confessando il nostro limite, non siamo riusciti a capirci nulla. Troppi pareri discordanti e inoltre nel Paese che millanta di essersi dotato della migliore sanità del mondo(?) non se ne trova neppure una neanche a volerla pagare a peso d'oro. Promesse non mantenute; dispositivi di protezione e sanitari bloccati alle frontiere; accavallamenti fra enti dello Stato che non riescono a uscire dall'immobilismo perchè zavorrati da quella stessa burocrazia che hanno diabolicamente inventato per puro masochismo e sete di potere. In questi casi poi va registrata la responsabilità di alcuni Paesi e di alcuni organismi della famigerata Unione Europea che non fanno altro che manifestare tutta la loro sentita lontananza e menefreghismo in attesa che l'Italia crolli definitivamente da un punto di vista sociale ed economico. Abbiamo perso il conto dei Decreti emanati dall'autorità centrale e ci auguriamo che non ne vengano più emanati altrimenti il cittadino, cosa paradossale, dovrà mettersi a studiare legge anche solo per scendere di casa con l'intento dichiarato di acquistare beni di prima necessità. Riteniamo che neanche un carcerato, in libera uscita o in licenza premio, sia mai andato soggetto a un controllo così capillare, militaresco e paranoico. La superfetazione normativa non sta facendo capire più nulla a nessuno creando pericolosissime incertezze visto che ci sono in ballo denunce penali, multe salatissime e l'arresto. Pare che anche le finte opposizioni politiche siano rimaste soggiogate dal potere assoluto e dal controllo sociale e, disertando il Parlamento per paura del contagio, si danno alla macchia lasciando campo libero a ogni genere di prevaricazione; nel caso le elezioni politiche non dovessero essere abolite, anche queste per decreto, ci auguriamo che i cittadini non dimentichino chi li ha lasciati soli di fronte al virus nonchè di fronte a un apparato autoritario che non si era mai visto in Italia. Anzichè contenere il virus si reprime la gente e si manda allegramente la democrazia in quarantena.
E intanto medici e infermieri, le vere avanguardie sul fronte del contenimento del nemico invisibile che tutti ci minaccia, continuano a morire. Sono uomini anch'essi e non si stancano di far notare ai politici, che li definiscono molto ipocritamente "eroi", che è meglio che tacciano definitivamente visti gli innumerevoli scandali della sanità verificatisi negli ultimi decenni, vista la spending review realizzata da tutti i capi dell'esecutivo e da tutti i relativi ministri che si sono succeduti in questi lunghi periodi di ruberie e scelte folli e infine vista la mancanza di assunzioni di medici e infermieri da tempo immemore. La sanità è sempre stata vista come una cassa cui attingere in ogni momento e un serbatoio clientelare ed elettorale di straordinaria importanza per faccendieri appositamente insediati in certi posti di comando per gestire i flussi finanziari e la manovalanza lottizzata da un sistema partitocratico che non ha eguali in nessun altro paese. Questa volta niente dati, solo considerazioni oggettivamente reali. Tali personaggi stanno, con tutta evidenza e con tutta la freddezza di individui senz'anima, scaricando le loro gravi responsabilità sui cittadini che, di fatto, non ne hanno alcuna. Dov'era il politicume nostrano quando energici allarmi venivano lanciati dalle professioni sanitarie? Erano tutti insieme appassionatamente a gozzovigliare nella Milano da bere o nella Roma dei salotti eleganti e dal fascino imperiale? E oggi si permettono di lanciare penosi proclami per decantare i medici-eroi al solo fine di manipolare l'opinione pubblica e di tenere buona la classe medica che è stata fin troppo paziente; cercano affannosamente di requisire strutture private per sopperire agli ospedali che lorsignori hanno contribuito a eliminare dalla carta strategica sanitaria offrendoli al miglior offerente, magari a qualche Ong straniera come è accaduto per il Forlanini di Roma. Si inventano disperati bandi di concorso per assumere specialisti che non ci sono a causa del numero chiuso universitario, dei miseri stipendi e di tutte quelle menate che hanno provocato una vera e propria fuga di cervelli da un Paese morto e defunto da un punto di vista professionale; richiamano medici e infermieri in pensione ad alto rischio di contagio anche per l'età avanzata; assumono giovani laureati e non specializzati che non hanno la necessaria esperienza per andare al fronte e dunque nel vivo dei focolai infettivi dove tutto è precario e la situazione può sfuggire dalle mani da un momento all'altro. Questi signori non hanno saputo fare altro che privarci delle libertà costituzionali e distruggere l'economia di un Paese manifatturiero e turistico di cui, d'ora in poi, rimarrà solo un pallido ricordo. Cosa che grida giustizia davanti a ogni Corte possibile soprattutto quella popolare che, ci auguriamo, non dimenticherà l'affronto e la violenza subiti. Ripetiamo, come già scritto in altro articolo, o loro sanno qualcosa che noi non sappiamo in merito all'epidemia virale in corso e non ce lo dicono, rimanendo essi stessi in uno stato di totale panico oppure, anche se in presenza di una grave crisi sanitaria, non avevano il diritto di spegnere l'interruttore della vita di un Paese che già da molti anni era in sofferenza, sociale ed economica, e cercava disperatamente di riprendersi e di mantere un ritmo accettabile nonostante la inaudita pressione fiscale, l'invincibile burocrazia e ora una vera dittatura camuffata da crisi sanitaria. Sono riusciti a compiere un'impresa che in nessun'altra circostanza e con nessun altro pretesto avrebbero potuto realizzare: rendere un Paese meraviglioso un mucchio di macerie.



 

domenica 29 gennaio 2017

CIO' CHE ACCADE, ORMAI DA DECENNI, AL CARDARELLI E IN MOLTI ALTRI OSPEDALI DEL SUD ITALIA NON E' PIU' TOLLERABILE. EPPURE QUI MEDICI PREPARATI SALVANO MOLTE VITE UMANE IN REPARTI D'EMERGENZA MA IN CONDIZIONI DI LAVORO A DIR POCO BESTIALI E CONTRA LEGEM. FRA MEDICI E PERSONALE SANITARIO E PARAMEDICO UN SENSO DI IMPOTENZA DERIVANTE DAI TAGLI ALLE SPESE SANITARIE, DALLA MANCANZA DI PERSONALE E DALLA IMPOSSIBILITA' DI ORGANIZZARSI PER LE NECESSITA' DELL 'EMERGENZA SECONDO QUANTO PREVISTO DALLA LEGGE E DAL BUONSENSO. PERCHE' LA MAGISTRATURA NON INTERVIENE IN MANIERA EFFICACE?

COME MAI OCCORRONO TANTE ORE DI ATTESA NEL REPARTO OBI OVVERO OSSERVAZIONE BREVE INTENSIVA? E QUANDO SI VIENE ASSEGNATI A UN REPARTO MOLTO FREQUENTATO COME CHIRURGIA E MEDICINA D' URGENZA COME MAI SI FINISCE SU UNA BARELLA FUORI DAL REPARTO, COSA VIETATA OPPURE NEI CORRIDOI, COSA ALTRETTANTO VIETATA? TUTTO CIO' ACCADE AL CARDARELLI IL PIU' GRANDE NOSOCOMIO DELLA CAMPANIA E DELL' INTERO SUD ITALIA.

di Antonio Tortora
 
Sovraffollamento e disservizi al CARDARELLI di Napoli (Foto Il Mattino del 24 gennaio 2017)
I disservizi sanitari, ormai nel nostro mezzogiorno patologici e fuori della norma, aggravati da una folle e irresponsabile spending reiew che ha portato a tagli orizzontali che hanno interessato massicciamente la gestione degli ospedali e delle emergenze che ad essi fanno riferimento. Con la scusante di ridurre gli sprechi e di apportare miglioramenti di bilancio, milioni e milioni di Euro sono scomparsi nel nulla e negli ospedali, come è successo recentemente a Nola, vicino Napoli, i pazienti sono stati trattati, anche in emergenza, facendoli sdraiare a terra; e ciò forse non accade nemmeno nelle città bombardate di una Siria sotto assedio. Nemmeno con i commissari gevernativi e i tanto decantati manager, che dovrebbero dirigere gli ospedali come vere e proprie aziende con superpoteri decisionali, il problema è stato risolto. Qualche giorno fa Il Mattino, quotidiano partenopeo, ha realizzato un'ennesima inchiesta sul più grande nosocomio del Mezzogiorno d'Italia ma ci sembrava di leggere le stesse cose, in fotocopia, che leggevamo decine e decine di anni fa. Ai giornali e ai giornalisti va il merito di fare inchieste ma ai governanti e ai responsabili regionali di questo sfacelo assurdo va il demerito di non aver fatto nulla per migliorare le cose visto che di nuovo ci troviamo a parlare di queste tragedie, perchè di tragedie si tratta in quanto si ha a che fare con la salute delle persone, con la vita e la morte dei pazienti che non possono fare altro che rivolgersi agli ospedali in caso di emergenza. Eppure è strano, quando si parla di Cardarelli non si parla di un ospedale qualunque bensì di un centro d'eccellenza dove l'alta specializzazione nell'assistenza sanitaria d'urgenza e nelle prestazioni richieste per il pronto soccorso sono ineguagliate e incomparabili rispetto a qualunque altro ospedale del Sud; ciò può essere testimoniato efficacemente dalla nostra stessa esperienza e testimonianza. I numeri fanno paura e si parla di decine di migliaia di prestazioni erogate in tutti i settori, con professionalità da parte dei medici titolari dei più svariati padiglioni (circa 21) e con abnegazione da parte del personale infermieristico e para-infermieristico che lavorano tutti a stretto contatto in complessi e edifici che sfiorano e forse superano i 50mila metri quadrati. MA COME MAI OCCORRONO TANTE ORE DI ATTESA DURANTE IL TRIAGE E LA RELATIVA ASSEGNAZIONE DEI CODICI-COLORE? COME MAI OCCORRONO TANTE ORE DI ATTESA NEL REPARTO OBI OVVERO OSSERVAZIONE BREVE INTENSIVA? E QUANDO SI VIENE ASSEGNATI A UN REPARTO MOLTO FREQUENTATO COME CHIRURGIA E MEDICINA D' URGENZA COME MAI SI FINISCE SU UNA BARELLA FUORI DAL REPARTO, COSA VIETATA OPPURE NEI CORRIDOI, COSA ALTRETTANTO VIETATA? Poi c'è l'umiliante e preoccupante attesa per avere un posto letto all'interno delle stanze che, di regola, sono sovraffollate ma necessarie in quanto ogni posto letto è dotato di erogatore di ossigeno e di attrezzature per la somministrazione di flebo e quant'altro. INSOMMA COME MAI SI PARLA SEMPRE DELLE STESSE COSE PERIODICAMENTE QUANDO MAGARI CI SCAPPA IL MORTO E SCOPPIA (SI FA PER DIRE) UNO SCANDALO? DA DECENNI NON E' CAMBIATO NULLA A PARTE LE NON ASSUNZIONI E LA CRONICA MANCANZA DI PERSONALE; A PARTE I TAGLI ASSURDI CHE DIMOSTRANO COME I DECISORI POLITICI E AMMINISTRATIVO-BUROCRATICI TENGANO PIU' IN CONTO LA RIDUZIONE DEI COSTI CHE LA VITA DELLE PERSONE. E, CI CHIEDIAMO COSA FA LA MAGISTRATURA DI FRONTE A MEDICI ECCEZIONALI E A INFERMIERI DI GRANDE ESPERIENZA CHE SONO COSTRETTI A SUBIRE UNO STRESS SPAVENTOSO E A FUNGERE DA INCUDINE SOTTO IL PESANTE MARTELLO DELLE CRITICHE E DELLE GIUSTE RIMOSTRANZE DI UN PUBBLICO ESASPERATO FATTO DI PAZIENTI E DI LORO CONGIUNTI CHE RIMANGONO SEMIABBANDONATI IN QUELLO CHE POTREMO DEFINIRE UN VERO E PROPRIO GIRONE INFERNALE? CI RISULTA CHE I MEDICI INFORMANO COSTANTEMENTE LA DIREZIONE SANITARIA E I SINDACATI DI QUANTO ACCADE MA NULLA ACCADE PER MIGLIORARE TALE DISPERATA SITUAZIONE. QUALCUNO DOVRA' PORRE FINE A TUTTO QUESTO NEL PIU' IMPORTANTE NOSOCOMIO DEL SUD DOVE ACCADONO MIRACOLI PER LA BRAVURA E L' IMPEGNO DEGLI UOMINI CHE CI LAVORANO E DOVE, PARIMENTI, ACCADONO COSE TERRIBILI PER LE CONDIZIONI IN CUI L' OSPEDALE E' AMMINISTRATO. E PENSARE CHE C' E' DI PEGGIO IN QUEL SOTTOBOSCO DI OSPEDALI MINORI MA NON PER QUESTO MENO STRATEGICI DISSEMINATI SU TUTTO IL TERRITORIO CITTADINO E LA PROVINCIA. E PENSARE CHE MOLTI OSPEDALI NON MOLTO TEMPO FA AVREBBERO DOVUTO CHIUDERE SOLO PER FAR RISPARMIARE L' AMMINISTRAZIONE REGIONALE E LO STATO CENTRALE A SCAPITO DELLA SEMPRE PIU' PRESSANTE RICHIESTA DEI SERVIZI SANITARI. UN WELFARE SEMISMANTELLATO CHE VA POLVERIZZANDOSI GIORNO DOPO GIORNO SOTTO I POTENTI COLPI DI UN FEROCE NEOLIBERISMO CHE TENDE SEMPRE PIU' A FAVORIRE CLINICHE, LABORATORI E MEDICI PRIVATI. QUANTA GENTE DEVE ANCORA MORIRE PER FERMARE LO SCEMPIO?


Sovraffollamento e disservizi al CARDARELLI di Napoli (Foto Il Mattino del 24 gennaio 2017)