lunedì 30 marzo 2020

POTREBBE ESSERCI UN NESSO DI CAUSA EFFETTO TRA 5G E CORONAVIRUS (Covid-19) VISTO CHE LE RADIAZIONI AD ALTA FREQUENZA  INDEBOLISCONO IL SISTEMA IMMUNITARIO E TALVOLTA, IN PRESENZA DI ALTRE PATOLOGIE, LO AZZERANO DEL TUTTO? IPOTESI SULL'ANOMALO CASO "LOMBARDIA".
 di Antonio Tortora




"La causa fa intuire un effetto, come ogni effetto consente di risalire a una causa"
                                                                                                          (Honorè de Balzac)
Tratto da: www.gsmarena.com

Nel dicembre del 2019 la Sindrome respiratoria acuta grave (Covid-19 o coronavirus di Wuhan) colpì la provincia cinese di Hubei e da lì si propagò molto velocemente alla Corea del Sud e all'Italia per poi diffondersi nel mondo diventando, verso la metà di marzo, pandemia. Notiamo a tal proposito che, almeno nei primi mesi e fino al momento attuale, l'alta mortalità della provincia cinese si è replicata nel nostro Paese e in Corea del Sud seguendo uno schema geometricamente preciso. Alludiamo alla progressiva implementazione tecnologica del 5G ovvero a una tecnologia di telefonia mobile di quinta generazione in grado di offrire prestazioni più elevate delle precedenti generazioni (4G/IMT-Advanced) che, guarda caso, ha interessato proprio i tre Paesi sunnominati. Ma andiamo con ordine concentrandoci su Cina e Italia.
Già dall'aprile del 2018 i gestori telefonici cinesi, China Unicom, China Mobile e China Telecom, individuarono le 16 grandi città dove effettuare la sperimentazione installando, durante il 2019, una selva di 130mila antenne 5G nell'intero paese di cui 10mila nella sola Wuhan e molte altre a Beijing, Hangzhou e Shenzen cioè proprio le città più colpite dall'epidemia virale. Ebbene, dal maggio 2019 l'installazione semiclandestina delle antenne 5G, tenuta nascosta alla popolazione e finanche a diverse amministrazioni locali che altrimenti avrebbero potuto opporsi come è accaduto per le Marche e in qualche caso avrebbero potuto opporre resistenza popolare come è successo a Quarto, nel napoletano, poco più di due mesi fa, la sperimentazione avanzata è stata condotta anche in Italia. La lista delle città è lunghissima e consta di 120 città fra cui moltissimi centri lombardi, drammaticamente coinvolti nell'espansione pandemica e con il più alto numero di deceduti. Quasi tutte le regioni sono coinvolte con grandi città, tranne Roma e Trento che, in origine, si opposero al progetto, e con piccoli paesi e frazioni. I centri lombardi ufficialmente coinvolti sono: Cergnago, Oltressenda, Tartano, Val di Nizza, Rosasco, Tornata, Canevino, Bianzano, Crotta d'Adda, Brallo di Pregola, Santa Margherita di Staffora, Mezzana Rabattone, Rognano, Comazzo, Lanzada. Quasi tutti comuni rientranti o comunque geograficamente limotrofi, nella iniziale e cinturata zona rossa suddivisa tra le province di Lodi, Bergamo, Pavia, Cremona e Sondrio. Coincidenza? Può darsi ma non siamo di questa opinione; contano i fatti e la sequenza causa-effetto. In Corea nel 2019 furono installate 75mila antenne 5G e negli Stati Uniti circa 10mila e la massima concentrazione di antenne si trova proprio nelle aree in cui l'epidemia virale ha contagiato massivamente provocando molti morti. Entro il 2020 circa 600mila antenne e ripetitori 5G, di cui la metà in Cina, saranno installati in tutto il mondo e lo stesso Celeste Impero ha provveduto a potenziare il sistema di ripetitori approfittando della costruzione dei nuovi e necessari ospedali d'emergenza con il pretesto di ampliare le possibilità nella delicata materia della telemedicina e della sicurezza sanitaria. In realtà tutti questi sistemi, altamente tecnologici, sono stati subito utilizzati per il controllo ossessivo e il tracciamento continuo dei cittadini cinesi; con relativo riconoscimento facciale, controllo remoto a mezzo di droni cyber-poliziotti e Intelligenza Artificiale che tutto memorizza e impara attraverso un mind uploading davvero imponente e pericoloso perchè confliggente con i diritti e le libertà individuali. Tutto ciò sta per essere realizzato dal Governo italiano che, entusiasticamente e acriticamente, apprezza e intende copiare il modello cinese, nonostante in quel paese sia in vigore una dittatura comunista con caratteristiche spiccatamente militari. Dal giugno del 2019 è Vodafone a coprire con il 5G anche Milano, Torino, Bologna, Roma e Napoli unitamente ad altre 28 città italiane. 
Ma veniamo al dunque e illustriamo in sintesi gli estremi della tesi. Si legge in un appello internazionale firmato nel 2015 da 215 scienziati provenienti da 41 paesi e indirizzato a organismi internazionali e a tutti i governi: "il 5G aumenterà in modo massiccio l’esposizione alle radiazioni a radiofrequenza (RF) sulle reti 2G, 3G e 4G per le telecomunicazioni già installate. E’ dimostrato che le radiazioni RF sono dannose per l’uomo e l’ambiente. Lo spiegamento del 5G costituisce un esperimento sull’umanità e sull’ambiente, definito come un crimine secondo il diritto internazionale”. Inoltre viene opportunamente ricordato che “numerose pubblicazioni scientifiche recenti hanno dimostrato che i campi elettromagnetici [EMF] colpiscono organismi viventi a livelli ben al di sotto dei livelli limite indicati dalla maggior parte delle linee guida internazionali e nazionali “. A dire il vero già negli anni '70 un dossier della CIA desecretato nel 2012 in circa 30 pagine affrontava il delicato tema degli "Effects of non-ionizing electromagnetic radiation" rifacendosi a fonti scientifiche russe molto avanzate per l'epoca, sebbene pionieristiche, negli studi biologici, radiobiologici e nelle radiazioni elettromagnetiche. La Dott.ssa Fiorella Belpoggi, Direttrice dell’Area Ricerca dell’Istituto Ramazzini di Bologna già nel 2018 pubblicò un “Resoconto dei risultati finali riguardanti i tumori del cervello e del cuore in ratti Sprague-Dawley esposti dalla vita prenatale alla morte spontanea a campi elettromagnetici a radiofrequenza, equivalenti alle emissioni ambientali di un ripetitore da 1.8 GHz”. Lo studio, il più grande mai realizzato su radiazioni a radiofrequenza, supportato dal Centro di ricerca sul cancro “Cesare Maltoni” è stato cofinanziato dai soci dell’Istituto Ramazzini, da Arpa, Regione Emilia-Romagna, Fondazione Carisbo, Inail, Protezione Elaborazioni Industriali (P.E.I.), Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna, Children With Cancer (UK), Environmental Health Trust (USA). Dallo studio si evince, come conclusione, che “sebbene l’evidenza sia quella di un agente cancerogeno di bassa potenza, il numero di esposti è di miliardi di persone, e quindi si tratta di un enorme problema di salute pubblica, dato che molte migliaia potrebbero essere le persone suscettibili a danni biologici da radiofrequenze”. Dai dati emerge un esplicito invito a rafforzare la richiesta di adottare precauzioni di base a livello globale. (Il paper è disponibile online dal 22 marzo 2018 sulla rivista internazionale peer-reviewed Environmental Research, edita da Elsevier). La materia elettromagnetica in generale sembra essere segreta o quantomeno riservata visto che, pr quanto ne sappiamo, non è disponibile al pubblico un registro cittadino delle antenne nè un report di dati costantemente aggiornati sull'inquinamento elettromagnetico; così come pare che non esistano centraline per il controllo e il monitoraggio dei campi elettromagnetici nè elettrici, nè magnetici. Una materia, come dire fluttuante e apparentemente lasciata al caso e all'improvvisazione; eppure, visti i numerosi casi di elettrosensibilità, al di fuori di specifiche malattie cui dopo facciamo riferimento, anche l'Istituto Superiore di Sanità se ne occupa non troppo diffusamente e specifiche associazioni sono sorte sul territorio nazionale ed estero per cercare di tutelare coloro che soffrono per questa fragilità.

Tratto da: www.galileonet.it
Alla domanda se esiste una specifica e precisa connessione tra il 5G e la esponenziale diffusione del coronavirus dovrebbero rispondere i ricercatori e gli studiosi; ma ci rendiamo conto che la materia è particolarmente spinosa. Per questa ragione gran parte di coloro che dovrebbero studiare e valutare i rischi di un progresso entropico e irragionevole, spinto a tal punto da far perdere di vista anche la salute umana, tendono ad adagiarsi su posizioni acritiche e superficiali. Nella contemporaneità l'ideale di evoluzione tecnologica, ab limitum e per sempre, è diventato un vero e proprio dogma di fede scientista che il fedele à la page è obbligato ad accettare; altrimenti si ritrova in uno stato di isolamento perchè non adeguato ai tempi nonchè in uno stato di colpa grave per non aver mostrato entusiastica fiducia nei confronti della tecnologia. Una cosa è sicura: sono ormai innumerevoli gli studi scientifici che provano l'indebolimento del sistema immunitario e troppo spesso, la sua completa disattivazione soprattutto laddove l'età e le condizioni di salute sono già compromesse da altre patologie o da particolari fragilità. Ovviamente non va trascurato l'inquinamento atmosferico e l'uso massiccio di pesticidi per cui il quadro, unitamente allo tsunami elettromagnetico (5G) in cui già da tempo ci troviamo a vivere, diventa devastante. E ciò potrebbe essere accaduto in Lombardia visto che gli scienziati, alla luce della sola esperienza medica, non riescono a spiegare la recente morìa di persone all'interno di quel ristretto cluster epidemico. 
A tal proposito, a conferma di quanto molto empiricamente ipotizzato, ci piace citare una ponderosa ricerca di quasi 1.100 pagine realizzata da uno dei massimi ricercatori nel campo dei pericoli e dei rischi causati dall'elettromagnetismo, Ronald N. Kostoff della Scuola di Politica Pubblica del Georgia Institute of Technology. Parliamo di THE LARGEST UNETHICAL MEDICAL EXPERIMENT IN HUMAN HISTORY laddove in un quadro generale di denuncia scientifica il prof. Kostoff approfondisce, nella quinta appendice del monumentale studio, proprio i rapporti tra il sistema wireless, 5G e l'aggravamento esponenziale dell'epidemia cinese di Coronavirus. Kustoff doverosamente considera che nessuno ha chiesto il consenso informato a miliardi di persone per fare da cavia planetaria per quello che ha, appunto, definito come il "più grande esperimento medico non etico della storia umana". E non è isolato in questa ardua e rivelatrice ricerca infatti cita e riporta studi, testi, e papers di innumerevoli studiosi, medici e scienziati che hanno contribuito, con le loro ricerche, a fare luce su questo tema che, ormai, è diventato cruciale di fronte a un futuro che è già diventato presente e che riserva sorprese non sempre gradevoli. L'elettrosmog irradiato, in maniera multifrequenziale costantemente e in tutte le direzioni avvolge e colpisce gran parte del pianeta, con il pretestuoso scopo di supportare efficacemente tutte le attività umane, danneggiando però la stessa specie umana, oltrechè animale, che ne pagherebbe un caro prezzo biologico, in termini di vite umane e malattie permanenti. E' da oltre sessant'anni che tutti gli studi ci mettono in guardia dai possibili e, ormai quasi certi rischi del wireless e del G5, che andrebbe ad aggiungersi al G2, al G3, al G4 e al G4+ con una irrimediabile e insostenibile saturazione dell'atmosfera in cui viviamo. Se tali studi corrispondono al vero, e non c'è ragione di sostenere il contrario visto che non ci sono in ballo interessi economici di alcuna natura, il 5G potrebbe essere la causa della veloce e drammatica diffusione del coronavirus, attraverso l'indebolimento del sistema immunitario, anche nel caso Lombardia. Dunque in Corea, negli Stati Uniti e in tutte le zone dove le frequenze wireless sono presenti e stanno cominciando ad autoreplicarsi e a intrecciarsi fra di loro a causa della realizzazione di un maggior numero di ripetitori e installazioni di antenne, più o meno camuffate dappertutto, assistiamo a una vera e propria super tela di ragno che, in maniera asfittica, avvolge il pianeta e che oggi obbliga a porci quesiti ineludibili. Forse non è un caso che mentre tutti si trovano tappati in casa e agli arresti domiciliari le grandi potenze come la Cina, gli Stati Uniti e alcuni colossi europei, si stanno portando avanti con la guerra del 5G dopo quella dei dazi e visti i possibili ricavi miliardari e la possibilità di controllare tutto e tutti la crisi, ancora una volta, si trasformerà o si sta già trasformando, in opportunità per le Corporation e per i Governi che vinceranno la più importante battaglia economica, elettromagnetica e globale del XXI° secolo.

Tratto da www.ariannaeditrice.it
 

Appello internazionale: stop al 5G sulla terra e nello spazio: 
Il danno agli esseri umani e all'ambiente è già stato provato.
Ancor prima che venisse proposta la rete 5G, decine di petizioni e appelli da parte di scienziati internazionali, tra cui l'Appello di Friburgo firmato da oltre 3.000 medici, hanno provocato una sospensione dell'espansione della tecnologia wireless e una moratoria sulle nuove stazioni base. Nel 2015, 215 scienziati di 41 paesi hanno comunicato il loro allarme alle Nazioni Unite (ONU) e all'Organizzazione mondiale della sanità (OMS). Hanno affermato che "numerose pubblicazioni scientifiche recenti hanno dimostrato che i campi elettromagnetici [EMF]colpiscono organismi viventi a livelli ben al di sotto dei livelli limite indicati dalla maggior parte delle linee guida internazionali e nazionali ". Più di 10.000 studi scientifici sottoposti a peer review dimostrano danni alla salute umana derivanti dalle radiazioni RF.  

Gli effetti includono:

- Alterazione del ritmo cardiaco
- Modificazione dell’espressione genica
- Alterazione del metabolismo
- Sviluppo alterato delle cellule staminali
- Cancro
- Patologie cardiovascolari
- Compromissione cognitiva
- Danno del DNA
- Impatti sul benessere generale
- Aumento dei radicali liberi
- Deficit di apprendimento e memoria
- Alterazione della funzionalità e della qualità degli spermatozoi
- Aborto spontaneo
- Danno neurologico
- Obesità e diabete
- Stress ossidativo
(tratto da www.5gspaceppeal.org - documento di 19 pagine)



 



venerdì 27 marzo 2020

MENTRE IL NOSTRO PAESE CERCA DI DIFENDERSI COME PUO' DALL' ANGOSCIA PROVOCATA DALLA EPIDEMIA VIRALE (COVID-19) CHE LA ATTANAGLIA E' COSTRETTA, CONTEMPORANEAMENTE E DOLOROSAMENTE, A SUBIRE  UNA VERA E PROPRIA RAPPRESAGLIA DAGLI ALTRETTANTI TEMIBILI VIRUS DELLA DECRETITE E DELLA BUROCRATITE. UN FENOMENO PSICOPATOLOGICO TUTTO ITALIANO.

di Antonio Tortora

Tratto da: www.comecambiailmondo.it
Non aveva torto l'economista francese Vincent de Gournay quando, verso la metà del '700, coniò il termine "burocrazia" per definire con accurata precisione il potere degli uffici. Si trattava di uno spirito libero, antimercantilista e attento alle libertà dell'individuo, che denunciava, già all'epoca, la soffocante invadenza dello Stato nell'economia e nella vita dei cittadini. Abbiamo motivo di credere che, oggi in Italia, sarebbe letteralmente impazzito leggendo le famose autocertificazioni che il cittadino, o prigioniero non si è ancora capito bene, è obbligato a portare con sè dopo averlo maniacalmente compilato all'epoca del flagello Coronavirus. Siamo a quota quattro e siamo altrettanto certi che il morbo autocertificativo sia sfuggito dalle mani di chi lo ha contratto nella stessa misura in cui decreti nazionali, ordinanze regionali e comunali stanno contribuendo a fare scempio delle residuali libertà del cittadino. Si sentono governatori regionali che invocano ancora più restrizioni: richiedendo, ad esempio, l'intervento delle Forze Armate che dovrebbero, invece, difendere il territorio nazionale anzichè spaventare i cittadini che non sono colpevoli di nulla se non di voler continuare quello straccio di vita che nonostante il virus potrebbero ancora vivere. Altri mincciano, (scherzosamente?), di bruciare con il lanciafiamme chi pensa sia pur lontanamente di celebrare un evento di laurea con qualche parente o anche citano l'edificante esempio cinese che prevede la fucilazione per chi, per qualunque motivo e anche se è sano, violi le disposizioni di contenimento del virus o della quarantena. Ciò apparirebbe, a tali personaggi, un opportuno e risolutivo metodo "terapeutico" senza tenere conto del fatto che in Cina non c'è democrazia da qualche secolo e la gente vive irreggimentata e con il perenne rischio di finire nei Laogai (campi di lavoro forzato a regime carcerario da cui non si esce più). Dobbiamo convenire che il modello cinese rappresenterebbe una vera e gioiosa pacchia per governanti con vocazione autoritaria. Inoltre prolificano sindaci che desiderano, con grande senso del dovere ovviamente, spiare con i droni i cittadini magari scovandoli nelle loro case mentre ivi stanno tristemente rintanati a causa delle squilibrate ordinanze di cui sempre più si collezionano esempi. Una follia che non può e non deve far sorridere, come sovente accade sui social media, ma che deve far riflettere su un Presidente del Consiglio dei Ministri che, settimanalmente, decreta tutto il decretabile, creando confusione e incertezze che mal si addicono a dispositivi normativi. E deve far riflettere su responsabili di enti locali che usano il termine "restrizioni" con una superficialità davvero disarmante. Forse questi figuri poco raccomandabili, viste le loro tristi intenzioni, avrebbero dovuto scegliere un altro mestiere: quello di direttore di penitenziario o di guardia carceraria; in questo campo avrebbero dato ampio sfogo agli istinti autoritari di cui, evidentemente, sono vittime consapevoli. Quando si fermeranno? Qual'è il limite oltre il quale provvederanno ad allentare la stretta mortale? E cosa fanno i guardiani della Costituzione ridotta a cartastraccia? Certo ci troviamo in un'emergenza in cui molti pazienti e personale sanitario perdono la vita ogni giorno. Ma si può tenere un intero Paese in un pentolone con un coperchio molto aderente, come una pentola a pressione, per tutto questo tempo?
Proprio non capiamo perchè non si possa uscire dalle proprie case osservando regole di distanziamento sociale, termine molto caro ai decisori in quanto ogni persona, isolata dal suo naturale contesto è più fragile e dominabile. Non capiamo perchè non si possa stare all'aperto, laddove esistano giardini, parchi, ampie strade a traffico limitato, piazzole, scogliere o boschetti. Stando lontani e distanti chi potrebbe contagiare o rimanere contagiato? Con l'osservanza delle opportune regole prudenziali si potrebbe evitare di rimanere reclusi in un appartamento, piccolo o grande che sia, con il conseguente e drammatico rischio di potersi trovare, da un momento all'altro, in un pericoloso focolaio virale per la sua stessa natura di luogo ristretto con caratteristiche di promiscuità. In tutte le città, ad esempio, esistono infiniti miniappartamenti e a Napoli, ma anche a Bari e nelle vastissime province di quasi tutta l'Italia, esistono dei bassi dove in pochi metri quadrati devono soggiornare forzatamente nuclei familiari numerosi e disagiati; questo è un fatto non una teoria. Come possono essere obbligati per legge a starsene tutti insieme ventiquattro ore su ventiquattro? Si stanno creando squilibri familiari e sociali, a livello diffuso, che prima o poi si espanderanno, anche questi, come una pandemia sociale. Oltre all'insofferenza provocata dallo stare stretti in case, che diventano vere e proprie prigioni, non possiamo trascurare altri elementi fondamentali come la paura di un nemico invisibile che può manifestarsi in qualunque momento; l'angoscia del vuoto esistenziale provocato dalla inesistenza di rapporti sociali tutti bruscamente interrotti. Inoltre il terrorismo dei media maintream che bombardano senza pietà le menti di chi ormai è prigioniero della conta quotidiana dei morti e dei contagiati; la confusione provocata quasi ad arte, per far aumentare l'immancabile share, di talk show medicocratici dove terrificanti immagini di luoghi di dolore, come ospedali e processioni mortuarie, si alternano a ridicole spiegazioni su come lavarsi le mani o su come indossare le benedette mascherine che, ancora non si è capito, se servono o no per la gente comune e cioè non ammalata, non positiva al Covid-19, e non a contatto con soggetti in quarantena. Su quest'ultimo punto, nonostante tutta la nostra buona volontà e confessando il nostro limite, non siamo riusciti a capirci nulla. Troppi pareri discordanti e inoltre nel Paese che millanta di essersi dotato della migliore sanità del mondo(?) non se ne trova neppure una neanche a volerla pagare a peso d'oro. Promesse non mantenute; dispositivi di protezione e sanitari bloccati alle frontiere; accavallamenti fra enti dello Stato che non riescono a uscire dall'immobilismo perchè zavorrati da quella stessa burocrazia che hanno diabolicamente inventato per puro masochismo e sete di potere. In questi casi poi va registrata la responsabilità di alcuni Paesi e di alcuni organismi della famigerata Unione Europea che non fanno altro che manifestare tutta la loro sentita lontananza e menefreghismo in attesa che l'Italia crolli definitivamente da un punto di vista sociale ed economico. Abbiamo perso il conto dei Decreti emanati dall'autorità centrale e ci auguriamo che non ne vengano più emanati altrimenti il cittadino, cosa paradossale, dovrà mettersi a studiare legge anche solo per scendere di casa con l'intento dichiarato di acquistare beni di prima necessità. Riteniamo che neanche un carcerato, in libera uscita o in licenza premio, sia mai andato soggetto a un controllo così capillare, militaresco e paranoico. La superfetazione normativa non sta facendo capire più nulla a nessuno creando pericolosissime incertezze visto che ci sono in ballo denunce penali, multe salatissime e l'arresto. Pare che anche le finte opposizioni politiche siano rimaste soggiogate dal potere assoluto e dal controllo sociale e, disertando il Parlamento per paura del contagio, si danno alla macchia lasciando campo libero a ogni genere di prevaricazione; nel caso le elezioni politiche non dovessero essere abolite, anche queste per decreto, ci auguriamo che i cittadini non dimentichino chi li ha lasciati soli di fronte al virus nonchè di fronte a un apparato autoritario che non si era mai visto in Italia. Anzichè contenere il virus si reprime la gente e si manda allegramente la democrazia in quarantena.
E intanto medici e infermieri, le vere avanguardie sul fronte del contenimento del nemico invisibile che tutti ci minaccia, continuano a morire. Sono uomini anch'essi e non si stancano di far notare ai politici, che li definiscono molto ipocritamente "eroi", che è meglio che tacciano definitivamente visti gli innumerevoli scandali della sanità verificatisi negli ultimi decenni, vista la spending review realizzata da tutti i capi dell'esecutivo e da tutti i relativi ministri che si sono succeduti in questi lunghi periodi di ruberie e scelte folli e infine vista la mancanza di assunzioni di medici e infermieri da tempo immemore. La sanità è sempre stata vista come una cassa cui attingere in ogni momento e un serbatoio clientelare ed elettorale di straordinaria importanza per faccendieri appositamente insediati in certi posti di comando per gestire i flussi finanziari e la manovalanza lottizzata da un sistema partitocratico che non ha eguali in nessun altro paese. Questa volta niente dati, solo considerazioni oggettivamente reali. Tali personaggi stanno, con tutta evidenza e con tutta la freddezza di individui senz'anima, scaricando le loro gravi responsabilità sui cittadini che, di fatto, non ne hanno alcuna. Dov'era il politicume nostrano quando energici allarmi venivano lanciati dalle professioni sanitarie? Erano tutti insieme appassionatamente a gozzovigliare nella Milano da bere o nella Roma dei salotti eleganti e dal fascino imperiale? E oggi si permettono di lanciare penosi proclami per decantare i medici-eroi al solo fine di manipolare l'opinione pubblica e di tenere buona la classe medica che è stata fin troppo paziente; cercano affannosamente di requisire strutture private per sopperire agli ospedali che lorsignori hanno contribuito a eliminare dalla carta strategica sanitaria offrendoli al miglior offerente, magari a qualche Ong straniera come è accaduto per il Forlanini di Roma. Si inventano disperati bandi di concorso per assumere specialisti che non ci sono a causa del numero chiuso universitario, dei miseri stipendi e di tutte quelle menate che hanno provocato una vera e propria fuga di cervelli da un Paese morto e defunto da un punto di vista professionale; richiamano medici e infermieri in pensione ad alto rischio di contagio anche per l'età avanzata; assumono giovani laureati e non specializzati che non hanno la necessaria esperienza per andare al fronte e dunque nel vivo dei focolai infettivi dove tutto è precario e la situazione può sfuggire dalle mani da un momento all'altro. Questi signori non hanno saputo fare altro che privarci delle libertà costituzionali e distruggere l'economia di un Paese manifatturiero e turistico di cui, d'ora in poi, rimarrà solo un pallido ricordo. Cosa che grida giustizia davanti a ogni Corte possibile soprattutto quella popolare che, ci auguriamo, non dimenticherà l'affronto e la violenza subiti. Ripetiamo, come già scritto in altro articolo, o loro sanno qualcosa che noi non sappiamo in merito all'epidemia virale in corso e non ce lo dicono, rimanendo essi stessi in uno stato di totale panico oppure, anche se in presenza di una grave crisi sanitaria, non avevano il diritto di spegnere l'interruttore della vita di un Paese che già da molti anni era in sofferenza, sociale ed economica, e cercava disperatamente di riprendersi e di mantere un ritmo accettabile nonostante la inaudita pressione fiscale, l'invincibile burocrazia e ora una vera dittatura camuffata da crisi sanitaria. Sono riusciti a compiere un'impresa che in nessun'altra circostanza e con nessun altro pretesto avrebbero potuto realizzare: rendere un Paese meraviglioso un mucchio di macerie.



 

martedì 24 marzo 2020

LA PROLIFERAZIONE DI DECRETI GOVERNATIVI E ORDINANZE REGIONALI E COMUNALI STA MIETENDO VITTIME FRA LA POPOLAZIONE CHE, INCREDULA E DISORIENTATA DA QUANTO STA ACCADENDO IN CITTA', COMUNI E FRAZIONI D'ITALIA, E' COSTRETTA A RIMANERE AGLI ARRESTI DOMICILIARI.
NELLO SCONTRO TRA REGIONE LOMBARDIA, VENETO, CAMPANIA E IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO CONTE VINCE UNA BUROCRAZIA AUTORITARIA, IRRESPONSABILE E PERICOLOSA CHE HA MESSO DEFINITIVAMENTE IN GINOCCHIO TUTTI GLI ITALIANI. ABOLITE LE LIBERTA' E I DIRITTI COSTITUZIONALMENTE GARANTITI.
  
Di Antonio Tortora




Tratto da fronterasblog.com hermano-mayor-1984
                                                            

E' impossibile districarsi fra gli innumerevoli decreti del Presidente del Consiglio dei Ministri,  del Dipartimento della Protezione Civile e del Ministero della Salute; ed è altrettanto difficissimo discernere fra le disposizioni contenute nelle ordinanze, nelle circolari e nelle note sia ministeriali che delle Regioni e dei Comuni. Sindaci e governatori, dopo anni e anni di totale abbandono dei territori e dei loro stessi concittadini-elettori hanno colto la preziosa occasione di trasformarsi in sceriffi pronti a registrare video contenenti anatemi e minacce a destra e a manca. E' una questione di correttezza nella comunicazione che oscilla fra i due estremi: dalla totale mancanza di rispetto per i diritti inviolabili (forse) dei cittadini irrimediabilmente calpestati a un lessico aggressivo e bellicoso, di certo non istituzionale e davvero inusitato.  In sostanza questi personaggi fanno a gara a chi dispone restrizioni sempre maggiori. Quasi un'isteria che li ha contamiminati irrimediabilmente per cui non sapendo cosa fare e volendo scrollarsi di dosso il pesante carico di responsabilità per la loro cecità politica che ha portato al collasso la tanto decantata sanità italiana, non sanno fare altro che i duri; ma di certo non sono puri.
Gli italiani, per la prima volta e su vasta scala, sono diventati nemici da reprimere e punire. Nella migliore delle ipotesi il mainstream, politicamente corretto d eticamente scorretto oltrechè allineato al diktat governativo, lascia intendere che si tratti di un popolo capriccioso e infantile; ma ciò non corrisponde alla realtà. Non si può azzerare tutte le libertà civili e i diritti costituzionali bloccando, sic et sempliciter, la vita di un intero Paese, foss'anche per cause gravissime e per emergenze sanitarie. L'uomo è un animale sociale e dotato di libero pensiero, pertanto non può essere sottoposto a legge marziale, a controlli degni di uno stato di polizia, a privazione dei rapporti sociali e del lavoro quale fonte di sostentamento, da un momento all'altro e in assenza di uno specifico stato di guerra che può essere dichiarato soltanto dalle Camere per dettato costituzionale. Parliamo di stato di guerra in quanto la massiccia presenza di personale armato di mitra, con giubbotti antiproiettile, un fare brusco e autoritario, vetture posizionate in maniera strategica nonchè la richiesta perentoria di un'autocertificazione complessa e molto discutibile nella forma e nella sostanza, fa ritenere che il normale cittadino venga trattato come un nemico da fermare, da intimorire e da minacciare. Poco importa se si tratta di un anziano, di un genitore con bambini, di un giovane che deve lavorare per forza per sopravvivere. Tutti gli equilibri della vita normale saltano e ogni persona rischia di essere incriminata senza nemmeno avere la possibilità di opporsi legalmente all'abuso perpetrato nei suoi confronti. D'altra parte, e non poteva essere altrimenti, molti provvedimenti si contraddicono a vicenda, si sovrappongono, si annichiliscono a tal punto che tra le decine e decine di migliaia di persone denunciate i milioni di soggetti controllati regna lo sconforto e un senso di impotenza per non aver nemmeno compreso bene le motivazioni per cui è scattata contro di loro una denuncia di rilievo penale. Un centinaio di migliaia di persone per bene e incensurate vengono trasformate, in men che non si dica, in criminali che se la dovranno vedere con la giustizia e forse con il carcere. 
Inoltre ci chiediamo come sia stato possibile militarizzare tutto il territorio nazionale, in pochi giorni, con numerosissimi posti di blocco e controlli capillari quando la narrazione comune ci ha sempre afflitto con l'idea che gli uomini delle forze dell'ordine non fossero sufficienti e i loro mezzi pochi e obsoleti. All'mprovviso, gli agenti impegnati nei controlli sono aumentati all'inverosimile. E come se non bastasse il modulo per l'autocertificazione cambia tre volte, almeno fino al momento in cui scriviamo, e contiene molteplici richieste di elementi conoscitivi che, da soli e in una frazione di tempo infinitesima, bastano a stracciare tutti i diritti assoluti dell'individuo; fra questi la libertà personale e la libertà di circolazione e soggiorno. Che ciò accada in Italia, dove la vocazione autoritaria evidentemente è innata, è particolarmente grave in quanto il nostro Paese è stato ripetutamente già condannato dalla Corte europea dei diritti dell'uomo, proprio per la violazione di quei diriti fondamentali che la Costituzione dovrebbe garantire. Dunque il terribile vizio rimane e si trasforma da frequente eccezione a regola assoluta. Giova a tal proposito ricordare che l'Italia ha acquisito il triste primato di Stato con il maggior numero di condanne tra tutti gli Stati dell'Unione Europea. 
La pericolosità dei dispositivi normativi predisposti per il controllo sociale e sul singolo individuo in questi ultimi mesi risiede nel fatto che potrebbero essere confermati anche in epoca post emergenziale, come è già accaduto in precedenza, per esempio in occasione dei fenomeni terroristici che hanno funestato il Paese qualche decennio fa. Cosicchè le normative emergenziali emanate in periodi critici non hanno esaurito la loro efficacia erga omnes all'indomani della fine della crisi bensì hanno implementato l'intera normativa conseguente. 
Per giustificare tale repressione a carico di tutti i cittadini si insiste molto sul diritto alla salute durante l'epidemia virale di Covid-19 e sulla volontà di salvare quante più vite possibile e tuttavia noi ci chiediamo per quale ragione è diventato tecnicamente impossibile ricorrere a cure mediche visti tutti gli ospedali dedicati all'unico morbo che pare esistere; visti i medici di base sigillati nei loro studi e impossibilitati a qualunque visita; visti i numerosi pronti soccorso chiusi o indisponibili a qualsiasi altro ricovero d'urgenza; visti i tempi biblici per l'intervento di ambulanze e personale sanitario di soccorso per qualunque altro tipo d'intervento d'emergenza; vista l'impossibilità di fare esami, visite, controlli e riabilitazioni per milioni di persone che soffrono gravi malattie croniche. Qualcosa non torna e intanto ipotizziamo che la gente muoia nelle case senza che nessuno se ne accorga (molte persone vivono sole e l'assistenza gli è praticamente negata viste le assurde limitazioni al movimento) oppure nelle corsie degli ospedali, dove tutto il personale è mobilitato e precettato per l'epidemia virale su cui ci sarebbe molto da chiarire.
Le gravissime responsabilità dello Stato (Servizio Sanitario Regionale) e delle Regioni (con i relativi governtori autocrati e assessori con deleghe alla sanità) vengono massicciamente ribaltate sui cittadini italiani che, da sempre e a tutte le latitudini, hanno avuto modo di fare i conti con gli imponenti e quarantennali tagli alla sanità; ciò è molto ben chiaro per medici, infermieri e personale sanitario che a vario titolo lavora nelle strutture ospedaliere e che da decenni hanno sofferto del blocco delle assunzioni e della mancanza di attrezzature. Si, parliamo proprio di quella famosa "spending review" di cui Mario Monti andava tanto orgoglioso, con altri prima e dopo di lui, e che non ha mai portato al miglioramento dell'efficienza e dell'efficacia della spesa pubblica, nonostante fossero stati nominati commissari ad hoc e lautamente pagati che hanno sistematicamente fallito la loro missione come ha tecnicamente decretato la Corte dei Conti nel 2017. In buona sostanza il deficit pubblico non è stato minimamente ridotto e innumerevoli pazienti sono morti per ritardi inauditi nelle liste d'attesa; affollamenti ("assembramenti" come ama dire il nostro attuale governo) dei pronti soccorso e delle medicine d'urgenza; per la chiusura di innumerevoli piccoli e grandi ospedali tra cui quel gioiello del Forlanini di Roma specializzato proprio in malattie e complicazioni respiratorie e oggi in uno stato di abbandono e in attesa di essere consegnato a delle non meglio identificate O.N.G. straniere. Morti per colpa della mancanza di stanze; di macchinari tra cui i famosi respiratori oggi diventati merce preziosa; di posti letto da reperire, spesso a fronte di laute mance o raccomandazioni. Deceduti a causa dell'affollamento nei corridoi su brandine improvvisate (dunque per polmoniti e rovinose cadute); per gli stipendi elevatissimi di manager sempre assenti e per il personale imboscato assunto con regole lottizzatorie e clientelari. Già per questi soggetti il denaro è sempre stato disponibile mentre non lo era per macchinari e strumentazioni. 
Non vanno dimenticati gli innumerevoli scandali nella sanità, anche lombarda e del nord in generale, dove i trasferimenti di competenze e di denaro alla sanità privata hanno devastato irreparabilmente i delicati aspetti della ricerca, della prevenzione e della diagnosi (compito del pubblico) ed hanno rafforzato la cura, la riabilitazione e la diagnostica non urgente (compito del privato). Una macchina infernale che ha stritolato il cittadino che non conta nulla e può e deve essere sacrificato sull'altare dei tagli economici e dei protocolli sclerotizzati che, in maniera algoritmica, somministrano cure costose (dove i guadagni delle aziende del farmaco sono elevatissimi) e, in molti casi, inutili. L'importante è far entrare denari nelle casse delle aziende sanitarie pubbliche e private. Chi sa fa finta di  non sapere e chi non sa si è mostrato sinistramente distratto. Oggi tutti si preoccupano della salute, diritto fondamentale tutelato dalla Costituzione, ma l'ammalato e  il paziente che non risulta positivo al Covid-19 può tranquillamente morire. Proprio mentre scriviamo ci giunge notizia di un tipico caso di malasanità di cui nessuno si degnerà di parlare, di un funerale senza benedizione (nella migliore delle ipotesi sarà impartita online), di una cremazione veloce e discreta, di un'altra famiglia distrutta dal dolore mentre il Paese si regge sulle multe, sulle contravvenzioni, dulle denunce penali e su un apparato repressivo diventato improvvisamente e ingiustamente penalizzante per tutti, sempre e comunque. 

Di seguito riportiamo uno sfogo - denuncia scritto da un medico di Lecce, Giorgio Calabrese, su un social e che aiuterà il lettore a comprendere meglio le gravissime responsabilità di quella stessa classe politica che oggi pontifica, minaccia, reprime e si atteggia a salvatrice della Patria solo perchè chiede più restrizioni. Una voce disperata quella del dott.Calabrese che deve essere ascoltata da politici inetti, assetati di potere e per nulla dotati di coscienza.

Cari politici tutti, senza distinzioni di partito o colore politico,
Chi vi scrive è un giovane medico, uno dei tanti che si sente inerme davanti a tutto quello che sta accadendo nel nostro Paese!
Uno dei tanti che ora vorrebbe poter avere maggiori competenze per poter dare una mano ai colleghi della Lombardia, uno dei tanti che vorrebbe sentirsi più utile!
Noi medici non specialisti, facciamo tutti la nostra parte sul territorio, chi come medico di continuità assistenziale, chi come sostituto di medici di medicina generale, chi nei pronto soccorsi o nelle case di riposo. Nel nostro lavoro spesso ci troviamo a gestire situazioni non facili, prendendo decisioni che non siamo ancora pronti a prendere.
Siamo formati a metà, come a metà sono formati i circa 10000 medici abilitati d’ufficio, che credete vi possano salvare dai vostri errori, buttandoli in trincea in questa GUERRA, come carne da macello.
Negli anni avete commesso numerosi errori e continuate ancora a commetterne, nonostante la realtà sia ora sotto gli occhi di ogni persona.
Avete impoverito la sanità come se fosse un qualcosa di superfluo, di non necessario, di secondario, rimandando di anno in anno un problema che avreste già dovuto risolvere, pensando prima ai vostri interessi politici ed economici.
E ora cosa fate? Pregate in ginocchio i medici specialisti affinché vadano in Lombardia per evitare una catastrofe già in corso, chiedete ai medici in pensione di andarsi a suicidare per i VOSTRI errori, chiedete ai medici cinesi di accorrere in nostro aiuto.
Quello che state facendo è cercare solo di mettere una toppa su una falla creata in anni ed anni di politiche sciagurate, proponete contratti indegni, in libera professione e senza alcuna tutela.
Ci state chiedendo in sostanza di sacrificare la nostra vita per quella altrui, perché si, anche noi ci ammaliamo e moriamo come tutti, però per noi non ci sono garanzie.
Volete l’aiuto di specialisti che NON ESISTONO perché vi siete ostinatamente rifiutati di formarli, nonostante siano anni che vi poniamo davanti al problema.
Gli anestesisti rianimatori, gli pneumologi, gli igienisti, gli infettivologi, che tanto disperatamente cercate, NON CI SONO! E se ci sono, si trovano all’estero e non torneranno perché li avete pugnalati alle spalle, svilendoli e privandoli di ogni dignità!
Avete solo saputo tagliare e risparmiare sulla sanità... risparmiare sui posti letto, sugli stipendi di medici e infermieri, che ora tutti improvvisamente chiamate eroi, risparmiare sulla salute delle persone!
Ci avete messi nelle condizioni di lavorare come bestie, nel precariato, senza protezioni, con turni di lavoro massacranti, senza gratificazioni, facendoci sentire pedine sacrificabili e spingendoci ad odiare un Paese ed un lavoro che, in realtà, amiamo e sempre ameremo!
Non siamo eroi ma vogliamo curare le persone con il massimo dei mezzi e delle risorse che si possano avere, non arrangiandoci continuamente, mettendo a rischio noi stessi e soprattutto i nostri pazienti!
Vogliamo che, finita questa tragedia, vi mettiate una mano sulla coscienza e mettiate la sanità al primo posto, dove merita sempre di stare!
Vogliamo essere messi nelle condizioni di non dover fuggire all’estero per poter lavorare con dignità.
Vogliamo uno stato in cui un medico possa avere la possibilità di completare la sua formazione e non venga lasciato “mutilato” solo per poterlo pagare meno.
Vogliamo uno stato in cui un ricercatore non guadagni 1000 euro al mese con contratti ridicoli.
Vogliamo una sanità equa e funzionale su tutto il territorio nazionale, dove chi si cura al sud possa avere lo stesso trattamento di chi lo fa al nord!
Vogliamo uno stato SERIO, che dimostri di avere a cuore ciò che è davvero importante, ora più che mai!
A tutti i cittadini italiani chiedo di non chiamarci eroi e di non dedicarci applausi dai balconi!
Chiedo solo di ricordarvi di questi giorni difficili perché quello che facciamo in questi giorni è quello che facciamo sempre!
Siamo umani come voi e come voi possiamo sbagliare, spesso perché costretti a lavorare in condizioni pessime e con pochi strumenti.
Non applauditeci ora, ma rispettate sempre il nostro lavoro.
L’efficienza della sanità la dovete pretendere da chi votate e non dagli operatori sanitari che sputate, picchiate e denunciate quando le cose non vanno come vorreste!
Se un vostro parente viene lasciato ore o anche giorni in pronto soccorso su una barella prima di poter essere ricoverato non è colpa del medico o dell’infermiere, sappiatelo!
Se un medico commette qualche errore è possibile che sia stanco, perché non ci sono colleghi a sufficienza per dargli il cambio e permettergli di riposare!
Quindi lottate insieme a noi, e non contro di noi, quando tutto questo sarà finito, per pretendere una sanità veramente efficiente e funzionale. Per pretendere medici e infermieri riposati e non frustrati, che possano dedicarsi a voi al 100% delle loro possibilità!
Fateci specializzare... AIUTATECI AD AIUTARVI!
Dott. Giorgio Calabrese




venerdì 20 marzo 2020

FORSE NON CI DICONO TUTTO SULLA GESTIONE DELL'EMERGENZA SANITARIA IN CUI L'ITALIA SI TROVA?
LA DOMANDA NASCE SPONTANEA ESAMINANDO UN RECENTE REPORT DELL'ISTITUTO SUPERIORE DI SANITA' IN CUI SI AFFERMA CHE SOLI TRE PAZIENTI PRESENTAVANO ZERO PATOLOGIE, SU UN CAMPIONE DI 335 REFERTI ESAMINATI, E CIOE' SONO DECEDUTI ESCLUSIVAMENTE A CAUSA DELLA COVID-19. RITENIAMO CHE QUESTO DATO DEBBA FAR RIFLETTERE SERIAMENTE SUL FOLLE E OSSESSIVO BOMBARDAMENTO DI INFORMAZIONI CON CUI CI STANNO LETTERALMENTE TERRORIZZANDO.
 di Antonio Tortora
 
Tratto da www.remocontro.it

Posto che l'intero Paese si trova in emergenza sanitaria, come del resto quasi tutto il pianeta, desideriamo fare qualche osservazione sulla maniera con cui le notizie e i dati relativi alla Covid-19 (coronavirus disease 19) vengono comunicati. Una platea di oltre 60 milioni di soggetti praticamente terrorizzati e incapaci di darsi una spiegazione sensata di fronte a uno tsunami di informazioni martellanti perchè continue; angosciose perchè capaci di destabilizzare anche i più refrattari; morbose perchè è in atto una gara, fra i mass media tutti mobilitati, al fine di diffondere la paura piuttosto che contenere il contagio.
Ora se non abbiamo letto male il Report sulle caratteristiche dei pazienti deceduti positivi a Covid-19 in Italia aggiornato al 17 marzo 2020, ovvero a due giorni fa, leggiamo: "Il presente report descrive le caratteristiche di 2003 pazienti deceduti e positivi a Covid-19 in Italia.......Questo dato è stato ottenuto in 335/2003 deceduti (17,7% del campione complessivo).......Complessivamente, 3 pazienti (0,8% del campione) presentava 0 (zero) patologie....".(https://www.epicentro.iss.it/coronavirus/bollettino/Report-COVID-2019_17_marzo-v2.pdf ) Visto che i numeri di questa epidemia/pandemia hanno determinato un gravissimo sconvolgimento dei ritmi vitali e il blocco totale di un intero Paese, riteniamo doveroso ricordarli, leggerli e interpretarli attentamente questi folli numeri la cui essenza più profonda si riverbera nella ormai quotidiana conta dei morti. Non vorremmo apparire ripetitivi ma quel dato apparentemente insignificante, e cioè di "3 pazienti pari allo 0,8% del campione di 335 deceduti e positivi a Covid-19 non presentava alcuna patologia" ci fa capire, senza ombra di dubbio e relativamentre al campione esaminato dall'Istituto Superiore di Sanità che ha emesso in Report, che i deceduti a esclusiva causa del Covid-19 sono davvero troppo pochi e non giustifica la bolla mediatico-terroristica che opprime il Paese. 
Queste considerazioni ovviamente non negano lo stato d'emergenza sanitario nazionale, determinato con il concorso di molte altre cause su cui poi bisognerà attentamente indagare, ma inducono a una profonda riflessione sulla reale letalità della malattia da coronavirus 2019. I dati che sono raccolti ed elaborati dall'Istituto Superiore di Sanità, presso il suo ufficio speciale dedicato all'epidemiologia "Epicentro", sono gli unici che hanno il crisma dell'ufficialità e, evidentemente, sono basati sullo studio accurato delle cartelle cliniche dei pazienti, inviate da tutti gli ospedali d'Italia, e probabilmente anche dei referti anatomopatologici; per questa ragione si tratta degli unici dati davvero attendibili e sicuri. Ma allora perchè, socraticamente ci chiediamo, quasi tutti i morti registrati presso gli ospedali vengono immediatamente classificati come deceduti a causa del Covid-10? Certo, lo stesso Istituto Superiore di Sanità riporta analiticamente tutte le percentuali di morti con una, due, tre o più patologie e i dati, consultabili alla stessa fonte precedentemente riportata; queste indicano che la stragrande maggioranza dei pazienti aveva diverse e debilitanti patologie e un'età molto avanzata; in tutti questi casi la interstiziopatia polmonare ha agito, ovviamente, come concausa e non come causa principale del decesso. In altre parole moltissime persone già erano in condizioni molto gravi all'arrivo del 118 oppure al momento del ricovero d'urgenza, pertanto dichiararle tutte decedute a causa della Covid-19 appare poco prudente, troppo azzardato e pericolosissimo per l'allarme sociale che si è scatenato fra una popolazione impaurita dal feroce e ingiustificato attacco mediatico; irretita da una condizione molto prossima agli arresti domiciliari; ed infine soffocata da una militarizzazione che mai si era vista neanche all'epoca del crimine organizzato e del terrorismo.
A questo proposito giova chiedersi dov'erano tutti questi agenti delle forze dell'ordine quando in molte città d'Italia, e in particolare in alcuni quartieri-roccaforti, regnava il crimine organizzato? E perchè in innumerevoli casi i militari di "Strade Sicure" nulla hanno mai potuto fare per rendere, appunto, le piazze e le strade più sicure? Domanda legittima per chiunque si sia trovato in incresciose situazioni e non abbia ricevuto le stesse attenzioni e la stessa cura che oggi il Governo amorevolmente riserva ai suoi concittadini-elettori-sudditi. E' molto sospetta anche la gara che molti deliranti governatori regionali e troppi sindaci con manie di protagonismo intraprendono sul terreno della privazione delle più elementari libertà costituzionali (ammesso che la Costituzione sia ancora in vigore) integrando lo stato d'emergenza e i numerosi decreti emanati da un Presidente del Consiglio dei Ministri che, se non ricordiamo male, era stato definito l'"avvocato del popolo". Conte ha dismesso il consueto aplomb professorale e ha sfoderato la mascella squadrata di chi comanda e non vuole sentire ragioni. E intanto la gente italica, un intero popolo, giace sotto il peso della disgustosa e offensiva burocrazia autocertificatoria, sogno di tutti i governanti impregnati di democratura e ubriachi di delirio di onnipotenza. Cosa ci stanno nascondendo? Stranamente i circa seicentomila morti all'anno per le più svariate malattie, censiti dall'Istituto Centrale di Statistica - Istat, non fanno notizia e nessuno urla alla epidemia o peggio alla pandemia (https://www.wired.it/scienza/medicina/2017/05/04/cause-morte-italia/?refresh_ce=). 
Intanto il colpo di stato economico, in questo clima di assoluta follia mediatica e di domicilio coatto urbi et orbi, si consuma con la richiesta di Giuseppe Conte all'Unione Europea di attivare il Meccanismo Europeo di Stabilità. Ciò attraverso le pagine del Financial Times vera think tank del pensiero neoliberista, dunque ricorrendo alla stampa straniera e senza transitare per il dibattito parlamentare come sarebbe, d'altra parte, doveroso in una pur farsesca democrazia. Ovviamente non si poteva non registrare il giubilo, per questa infausta decisione di Conte, da parte del commissario europeo agli affari economici Paolo Gentiloni, sodale di quella stessa Ursula von der Leyen che causò, pochissimi giorni fa e con una manciata di parole molto poco accorte, l'ulteriore crollo in borsa dell'Italia. Con il MES l'Italia "sarà economicamente rasa al suolo" dice con assoluta certezza il filosofo Diego Fusaro. Con la scusa della pandemia virale l'intero mondo politico italiano, per quanto disgustoso, traditore e servile possa essere, viene silenziato e l'intero Paese viene consegnato alle potenze straniere e ai sicari della finanza con un golpe politico ed economico senza precedenti. Giova ricordare che esiste, ormai e per legge, un distanziamento sociale che favorisce magnificamente una inusitata tranquillità a quei pochi uomini, che con i loro spietati diktat, impiccheranno l'Italia all'albero maestro di un mondo alla deriva. Con buona pace dei gretini.



Tratto da: www.fanpage.it


martedì 17 marzo 2020

MENTRE L'INTERO PAESE, ORMAI TERRORIZZATO DALL'EPIDEMIA VIRALE, SI AVVIA AD ADOTTARE IL COPRIFUOCO COME ESTREMO STRUMENTO BELLICO DI CONTENIMENTO, OGNI SINGOLO CITTADINO SI RITROVA IMMERSO IN UN REGIME IBRIDO DI DEMOCRAZIA ILLIBERALE CHE TANTO PIACE AI VERTICI DELLO STATO, AI GOVERNATORI REGIONALI E AI SINDACI. CHIEDONO SACRIFICI A TUTTI I CITTADINI ITALIANI MA QUESTI SIGNORI NON SONO ANCH'ESSI CITTADINI ITALIANI? QUALI SACRIFICI STANNO FACENDO MENTRE L'INTERA POPOLAZIONE E' AGLI ARRESTI DOMICILIARI?

di Antonio Tortora


Napoli-Lungomare deserto (Foto di Antonio Tortora)


Ciò che sta accadendo in Italia non è affatto normale e, con il pretesto di contenere la pandemia, intento peraltro sacrosanto, i "decisori" politici si sono lasciati prendere da una vis autoritaria inusuale  e pericolosa che già di fatto sta seriamente danneggiando la popolazione. Diciamo questo perchè poche ore fa il governatore del Veneto Luca Zaia ha affermato "se il sitema di contenimento non dovesse funzionare siamo pronti al coprifuoco"; dimenticando forse che non siamo nella Baghdad degli anni 2000 e neppure nell'Italia del 1943 per cui prevedere l'arresto di un libero cittadino che viola il "lockdown" ci pare assurdo oltre che apertamente fuori dalle garanzie costituzionali. Affermiamo questo perchè il governatore della Campania Vincenzo De Luca ha sostenuto che è  normale imporre la "quarantena a chi non può dimostrare un motivo d'urgenza ed esce lo stesso"; dunque un vero e proprio trattamento sanitario obbligatorio imposto a un cittadino sano il che pare in contraddizione con qualsiasi norma giuridica. Ma forse, in tale occasione, non ha voluto usare il termine politicamente scorretto di "arresti domiciliari". E si è spinto ancora oltre, il nostro supergovernatore, affermando, in un suo video del 13 marzo 2020, che "i quartieri vanno militarizzati". Non commentiamo questo vergognoso passo. I governatori del Veneto e della Campania, unitamente ad altri esponenti governativi e sindaci dalle più disparate latitudini usano un linguaggio antidemocratico e inconcepibile visti gli incarichi di responsabilità che, purtroppo, ricoprono. Forse ispirati dagli innumerevoili decreti emanati da Giuseppe Conte su cui dubbi di costituzionalità, pare, stiano cominciando e essere finalmente mossi; forse ispirati dalla ipertecnologica militarizzazione di intere aree metropolitane e produttive della Cina voluta da Xi Jinping, che è anche, non dimentichiamolo mai, segretario generale del più potente e autoritario Partito Comunista del mondo, si sono lasciati prendere la mano da una vocazione decisamente autoritaria. Va sottolineato che i numerosi Decreti del Presidente del Consiglio dei Ministri, le tante ordinanze del governatori regionali e le copiose ordinanze sindacali emanate con cadenza quotidiana in tutta Italia, hanno contribuito a creare tutti i presupposti necessari al fine di derogare all'ordinamento giuridico vigente. Infatti, per meglio descriverne legalmente il contenuto, va chiarito che esse sono tutte contingibili e urgenti, per cui un'ampia fetta di comportamenti consentiti dal diritto positivo vengono temporaneamente sospesi. Tutto ciò fa paura, e intimorisce non poco, visto che sino a pochi giorni fa tutto ciò sarebbe apparso irrealizzabile e folle. Con la paura, ma soprattutto con l'angoscia, che serpeggia fra la gente frastornata e perennemente a caccia di introvabili mascherine, i decisori si sentono in diritto di emanare ordinanze sempre più restrittive e non è chiaro fino a che punto vogliano spingersi visto che è tutto vietato tranne che alcuni elementari comportamenti che garantiscono la mera sopravvivenza dei soggetti destinatari di tali provvedimenti. Nel momento in cui scriviamo giunge notizia di un nuovo modulo di autocertificazione con l'aggiunta di una voce specifica riguardante la quarantena. Come al solito i folli burocrati del governo e ministeriali non danno neanche il tempo a una disposizione di assestarsi nell'uso quotidiano che già ne predispongono un'altra. A chi giova questo infinito e complicatissimo stress test che spinge alla follia un'intero popolo? A ogni modo, a titolo di opportuna riflessione, vorremo anche ricordare che le recenti e petulanti ordinanze di De Luca vanno oltre i Decreti ministeriali e oltre le circolari esplicative del Ministero dell'Interno, cosa che è sotto gli occhi tutti. Dalle parti nostre e di chi i neuroni li fa funzionare a pieno ritmo riteniamo si tratti di un vero e proprio "stato di polizia". D'altra parte ci chiediamo, legittimamente, come mai in cinque anni di governo regionale il governatore non si è mai opposto allo smantellamento sistematico e inspiegabile della sanità pubblica campana? Come mai chiamare il numero predisposto per le emergenze, cui bisogna del resto obbligatoriamente chiamare, visto che è vietato recarsi in ospedale, non risponde ed è diventato una chimera? Cosa gravissima poichè, in questo momento, qualcuno che per esempio vive da solo e ce ne sono tantissimi, potrebbe morire. Anche questo è un problema. Giusto? O forse stiamo sbagliando? Come mai i nostri bravi medici e i nostri bravissimi infermieri, coadiuvati da un variegato personale sanitario altamente qualificato, si ritrovano a operare in "trincea" (tanto per usare un linguaggio bellico tanto caro al governatore campano) in situazioni di estrema pericolosità e a rischio di contagio senza nemmeno avere i giusti dispositivi di protezione individuali? Di chi, se non dell'ente regionale, sono le responsabilità per quanto sta avvenendo e di quanto sta, drammaticamente, per accadere? La risposta a tali quesiti è prontamente servita: vietato camminare anche se a distanza di sicurezza. Una follia. E abbiamo usato la parola camminare poichè nello stato di prostrazione in cui il cittadino italiano e in particolare partenopeo si trova, a nessuno verrebbe in mente di fare una passeggiata poichè il passeggio diventa desiderabile solo in un'atmosfera pacata e serena e non in uno stato di polizia reale e non soltanto percepito. Camminare significa anche scaricare le tensioni, fare un minimo sindacale di attività fisica, prevenire il colesterolo e un'infinità di altri benefici, semplici, necessari, non costosi e suscettibili di numerose considerazioni da parte di psicologi e studiosi di tutte le branche della medicina. Al punto 10 delle regole per gli spostamenti indicate con chiarezza dal Ministero dell'Interno è riportato che: "Lo sport e le attività motorie svolte negli spazi aperti sono ammessi nel rispetto della distanza interpersonale di un metro. In ogni caso bisogna evitare gli assembramenti" (https://www.interno.gov.it/sites/default/files/possomuovermi.pdf). E allora ci chiediamo perchè dobbiamo avere paura di camminare o di fare qualunque attività fisica all'aperto? Perchè le forze dell'ordine sanzionano, multano e, conseguentemente, criminalizzano chi semplicemente cammina o va in bicicletta? Come può contagiare o essere contagiato un soggetto che cammina in solitudine?chi ha terrore di continuare a vivere, ovviamente, è padrone di rinchiudersi in una volontaria e ingiustificata quarantena e di diventare, alla lunga, sociopatico o ipocondriaco, ma chi decide semplicemente di camminare, da solo e a distanza di sicurezza dagli altri, perchè non dovrebbe farlo? Domanda semplice cui mancherà, ne siamo sicuri, la risposta.


Napoli: Stazione Funicolare Centrale vuota (Foto di Antonio Tortora)


 
Napoli: Galleria Umberto vuota (Foto di Antonio Tortora)

Ci chiediamo dove sia la gente che passeggia, che si riunisce in assembramenti, che sosta "stravaccata sulle panchine", che viola decreti e ordinanze come sostiene Vincenzo De Luca e certi organi di informazione e di stampa servili e prezzolati? Non c'è riuscita la crisi economica a deprimere i partenopei, non c'è riuscito l'aggressivo Covid-19, ma ha finito per riuscirci egregiamente la classe politica nazionale e locale che ha utilizzato forme di comunicazione autoritarie e assurde. E forse gli stessi personaggi hanno usato e usano i poteri straordinari, conferitigli per le emergenze, per regolare i conti con altre compagini politiche e con un elettorato che, avranno intuito, non li eleggerà più. Pur tenendo noi nella massima considerazione l'emergenza sanitaria in corso e il dramma che si sta consumando in tutto il Paese non potevamo esimerci dal riportare per iscritto queste dolorose considerazioni che mostrano il totale scollamento tra governanti e governati. Allo stato attuale il cittadino oltre a giustificarsi per ogni movimento, cosa infinitamente umiliante, deve sentirsi un recluso pur non avendo commesso alcun crimine nè alcun reato; tutto ciò non fa sperare in un sereno futuro.

venerdì 13 marzo 2020

LA CLASSE POLITICA DEL PAESE HA A CUORE LA SALUTE DEGLI ITALIANI? ENCOMIABILE. MA ALLORA PERCHE' NEGLI ULTIMI 40 ANNI I TAGLI ALLA SANITA' SONO STATI COSI' MASSICCI?
L'ITALIA NON HA POTUTO E NON PUO' AFFRONTARE L'EMERGENZA SANITARIA DEL COVID-19 CON POSTI LETTO IN TERAPIA INTENSIVA DIMEZZATA, CON 8.000 MEDICI E 13.000 INFERMIERI IN MENO.
di Antonio Tortora

Tratto da www.centropagina.it

Giusto un anno fa la Ragioneria dello Stato, nel proprio Conto Annuale, riferiva che "dal 2009 al 2017 la sanità pubblica ha perso oltre 46.500 addetti" tra tecnici, operativi, amministrativi etc. e la contrazione della spesa è stata ancora maggiore negli ultimi due anni; i posti letto persi drammaticamente negli ultimi 10 anni sono 70.000. Sono solo 5.090 i posti in terapia intensiva, solo 1129 i posti letto di terapia neonatale e soltanto 2.601 i posti letto per unità coronarica. (https://valori.it/emergenza-coronavirus-i-tagli-alla-sanita-che-non-bisognava-fare/). Circa le cifre del disastro va ricordato che dal 2010 al 2019 alla sanità sono stati sottratti oltre 37 miliardi (si avete letto bene: 37 miliardi di Euro) di cui 25 miliardi dal 2010 al 2015 tagliati dalle varie manovre finanziarie e 12 miliardi dal 2015 al 2019 decurtati a causa del definanziamento che ha assegnato meno risorse al Servizio Sanitario Nazionale rispetto ai livelli programmati per l'attuazione degli obiettivi di finanza pubblica. Ciò significa, tradotto dal burocratese italiota, che lo Stato italiano non è nemmeno in grado di rispettare gli stessi obiettivi di finanza pubblica da esso stesso previsti. I dati finanziari sono stati rintracciati nel Report appositamente dedicato al definanziamento del Servizio Sanitario Nazionale pubblicato, in circa 25 sconfortanti pagine, dalla Fondazione GMBE Evidence for Health la quale, meritoriamente, è molto impegnata nell' utopistico programma "#Salviamo il SSN". (https://www.gimbe.org/osservatorio/Report_Osservatorio_GIMBE_2019.07_Definanziamento_SSN.pdf#page=13). Gli stessi analisti della Fondazione si saranno resi conto che l'utopia è diventata distopia. Non solo ma giova ricordare che gli eccessivi sprechi e le non tollerabili inefficienze, che quasi tutti gli italiani hanno provato sulla pelle loro o dei propri congiunti, spinsero l'allora neoministro alla Salute Girolamo Sirchia a ipotizzare la chiusura di 900 ospedali su tutto il territorio nazionale. A tal proposito ci chiediamo perchè non si pensò di riorganizzare seriamente dall'interno gli stessi ospedali? Invece le uniche cose a cui si è pensato, con piglio scientifico e criminogeno, sono state: l'attuazione di politiche fallimentari e l'introduzione di criteri manageriali (termine insignificante in un ambito in cui la salute deve prevalere sui bilanci) dei dirigenti sanitari. Quasi che la salute dei cittadini non avrebbe potuto essere gestita che con criteri esclusivamente economicsti. Francamente, riteniamo che non ci sarebbe voluto molto a eliminare le mele marce e i fancazzisti; purtroppo gli interessi delle lobby e la corruzione sistematica della classe politica istituzionale hanno preferito trasferire alla sanità privata un'infinità di mansioni tra cui esami, diagnostici, cure e terapie lasciando alla barcollante sanità pubblica la prevenzione e l'emergenza. 
E allora siamo obbligati moralmente, a proporre al cittadino distratto una maggiore riflessione sulla tragedia che, attualmente, si sta consumando nei nostri ospedali a causa del Covid-19. Registriamo un richiamo alla responsabilità da parte di tutti i cittadini ma come è possibile che gli stessi personaggi che sono latori di tale giusto messaggio non hanno mai, in circa quarant'nni, assunto un comportamento responsabile? Chiaramente cambiano le facce: Dini, Prodi, D'Alema, Amato, Berlusconi, Monti, Letta, Renzi, Gentiloni ed infine Conte; ma non cambiano il modo di intendere la politica e di comprendere e difendere quel meraviglioso Paese che fu l'Italia. Conte, espressione di un letale accordo consociativista stretto tra tutti i partiti dell'arco costituzionale nonchè massimo responsabile del sessantaseiesimo esecutivo repubblicano, sta rappresentando, a pieno titolo, la vocazione più pericolosamente autoritaria rispetto a un Paese che è diviso in maniera profonda e insanabile. Oltre alla decretazione d'urgenza che gli italiani hanno imparato a conoscere sulla propria pelle sin dagli anni '50, e parliamo di molte centinaia di decreti mancanti di ogni presupposto giustificativo e dunque pericolosi per la tenuta della democrazia, ora ci troviamo di fronte a uno stato d'emergenza rispetto al quale il Paese è piombato in un clima irreversibilmente postnichilistico e preapocalittico. 
Hanno chiuso gli ospedali; hanno dimezzato il personale medico-sanitario; hanno provocato tagli indiscriminati alla sanità e hanno coperto ruberie tali da provocare numerosissimi scandali; non hanno proceduto alle necessarie assunzioni in un settore delicato come quello sanitario in un Paese popolato da un'infinità di anziani; hanno favorito con ogni mezzo lo sviluppo aggressivo e incontrollato della sanità privata; hanno fatto fuggire ricercatori e "cervelli" da un Paese che non offriva e non offre nessuna opportunità e, tanto per opportuna conoscenza, hanno fatto sì che morissero circa 49mila persone all'anno per sepsi e cioè per infezioni contratte negli ospedali da sempre sporchi, luridi e non rispettosi di nessuna norma di sicurezza. Tutto ciò non è polemica politica bensì è vita vera e vissuta da tutti coloro che hanno avuto la sventura di passarci. E mentre la gente moriva questi personaggi costruivano cattedrali nel deserto, salvavano banche con il denaro pubblico, stringevano il cappio attorno al collo di imprenditori e lavoratori che si sono trovati al collasso indipendentemente dalle loro capacità; inoltre viaggiavano in lungo e in largo con voli di Stato e studiavano, notte e giorno, come imporre altre tasse vessatorie e balzelli ingiustificabili (vedi accise); favorivano la scuola non più pubblica ma dello Stato con gli indottrinamenti che tutto ciò comporta e alimentavano una burocrazia invincibile. Insomma una serie di colpi mortali a un Paese che già, di fatto, era al collasso molto tempo prima di questo ultimo incubo virale che è servito a spazzare via le libertà civili, repentinamente, creando uno shock da cui, a nostro avviso, il Paese non potrà più riprendersi. 

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Mentre trafficano con l'Unione Europea che, oltre ogni evidenza e oggi più di ieri, si è rivelata un avversario spaventoso e mentre l'Organizzazione Mondiale della Sanità proclama stati di pandemia collegati all'orrore finanziario dei catastrophe bonds quindi rivestendo, insieme alla Banca Mondiale, il ruolo di biscazziere che tiene il banco, si evince quanto il gioco d'azzardo globalista e mondializzante sia in grado di provocare il massimo livello di adrenalina tra gli scommettitori dell'apocalisse. Eppure la grande antropologa Ida Magli nel suo saggio "La dittatura europea" e in numerosi interventi pubblici, prima che la silenziassero, mise in guardia sul fatto che l'Unione Europea oltre a essere inutile è anche perniciosa; soprattutto per l'Italia vale a dire per un Paese in cui la politica non ha fatto altro che tacere e subire ammaliata una narrazione che, basata su un malinteso sogno comunitario, ci ha condotto all'azzeramento delle libertà individuali  e della rimanente sovranità nazionale. Alla luce dei fatti e al cospetto della storia la Magli aveva proprio ragione a diventare la più irriducibile avversaria di Maastricht e forse i più avveduti (non cloroformizzati) se ne saranno accorti. L'Europa, quella vera, descritta dagli storici Henri Pirenne, Johan Huizinga e Jacques Le Goff non c'è più e oggi è ridotta a un'accozzaglia di tecnocrati e burocrati più efficacemente definiti eurocrati che emana migliaia di circolari credendo di poter controllare tutte le espressioni vitali dei popoli europei che non devono fare altro che rivivificare le radici profonde e arcaiche dell'essenza europeista, quella vera. "L'Europa doveva abolire la storia. La storia ha abolito l'Europa" dice lucidamente il politilogo direttore di Limes Lucio Caracciolo e non desideriamo contraddirlo perchè c'è più verità in quasta manciata di parole che in un tomo di cinquecento pagine.
Certo il virus è presente in mezzo a noi e le strutture sanitarie potrebbero collassare da un momento all'altro a causa di una classe politica inetta, come abbiamo illustrato in precedenza, tuttavia ci riserviamo il diritto di dubitare, molto socraticamente, del reale numero delle vittime. Lo stesso capo della Protezione Civile Borrelli ci tiene a precisare correttamente, nel corso delle quotidiane conferenze stampa, che la causa certa della morte non può essere sempre attribuita al Coronavirus e dunque vorremo sapere, con esattezza, per quale ragione il Covid-19 venga ritenuto la causa primaria dei decessi delle attuali 1.016 vittime italiane. 
In effetti mentre il direttore generale dell'USL2 Francesco Benazzi afferma, con nettezza, che "a Treviso nessuno è morto a causa del virus"(https://corrieredelveneto.corriere.it/treviso/cronaca/20_marzo_07/coronavirus-ottavo-decesso-geriatria-nessuno-causa-virus-caso-treviso-non-esiste-a8a57c74-6047-11ea-891c-c3526ef66801.shtml) le cifre ufficiali parlano di 8 vittime e questa contraddizione, un esempio fra le tante altre, spinge la virologa Ilaria Capua a chiedere più chiarezza e maggiore precisione circa i decessi, altrimenti non potrà essere realizzato un preciso riscontro di carattere epidemiologico. La Capua spiega, in numerosi interventi pubblici, che occorre interpretare i referti anatomopatologici realizzati a seguito di tutti gli esami prescritti dai protocolli, per conoscere il vero numero dei morti a causa del Coronavirus. Molto bene; questo è vero rigore scientifico e dovrebbe contribuire a quella chiarezza necessaria a non trasformare l'informazione in vero e proprio allarme sociale. Solo che c'è un problema; pare che i referti non siano stati resi disponibili neanche per gli epidemiologi. Potenza della burocrazia!
Ci spiegano come lavarci le mani, ci obbligano a "vivere" in un regime in cui vige la legge marziale, richiedono giustificazioni per ogni movimento anche necessario, ci stanno trasformando in asociali a tutti gli effetti e non forniscono dati scientificamente esatti. E' solo un paradosso oppure è un esercizio continuato di abuso di potere traslato dai decisori politici a una vera e propria medicocrazia? Per molti dal palato linguistico raffinato potrebbe trattarsi di governance autoritaria; per noi, che abbiamo un palato verbale più terra terra si tratta di dittatura. Nel mentre la paura dilaga e la gente comincia a uscire fuori di testa a causa, non del Coronavirus, ma delle rigide restrizioni cui tutti veniamo sottoposti. Ogni rapporto sociale viene resettato e l'economia irreparabilmente si dissolve. L'importante, in questo momento così critico per il sistema Paese, è che gli ausiliari del traffico continuino a spargere il virus delle multe non si capisce bene a chi. visto che quasi nessuno circola sulle strade ormai deserte e che l'Esercito stia scendendo in campo per contrastare efficacemente le masse ribelli che, in fila e a metri e metri di distanza l'uno dall'altro temendo gli infiltrati untori, fanno pazientemente la fila davanti ai supermercati ridotti a spacci militari da campo. I sindaci ringraziano le benemerite armate degli ausiliari del traffico per portare il loro contributo alle casse dei Comuni tutti falliti e in default conclamato.
Infine ci chiediamo perchè i militari già presenti sul territorio nazionale da moltissimi anni solo ora, (forse per reprimere con le armi e con la forza gente inerme), acquisisce la qualifica di agente di pubblica sicurezza e di pubblico ufficiale? Ciò quando fino ad ora mai potevano intervenire in situazioni pur gravissime o di crimini conclamati? Anche questo appare assurdo con le già numerosissime forze di polizia che pattugliano incessantemente il territorio e che sembrano ormai  destinate esclusivamente al "contenimento" e alla "cinturazione" di tutto il Paese. Misteri d'Italia.