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mercoledì 1 aprile 2020

MENTRE IL GOVERNO ADOTTA GRAVISSIME RESTRIZIONI AI DANNI DI TUTTI GLI ITALIANI CI CHEDIAMO PERCHE' NON FA NULLA PER ANDARE INCONTRO ALLA POPOLAZIONE CHE, TERRORIZZATA DALLA EPIDEMIA VIRALE, AFFAMATA, SENZA RISORSE E SEGREGATA IN CASA VIENE TRATTATA ALLA STREGUA DEI CRIMINALI?

di Antonio Tortora

 
Tratto da:www.welfarenetwork.it
Il grave interrogativo che poniamo nel titolo nasce dal fatto che, tra decreti, ordinanze, controlli polizieschi e minacce militariste, gli italiani si sentono oppressi da un apparato statale che è lontano mille miglia dalla vita delle persone normali e che viene visto come un nemico temibile vista la guerra psicologica che, quotidianamente, viene portata avanti indiscriminatamente. Tra restrizioni forse anticostituzionali, sanzioni amministrative, denunce penali, quarantene, trattamenti sanitari obbligatori e un odioso e costante abuso autocertificativo, nessuno può fare più nulla ormai da troppo tempo. Certo c'è una emergenza sanitaria serissima ma giustifica tutto questo? La grancassa mediatica allarmistica unica, il potere decretizio unico, il potere medicocratico unico, confluiscono tutti in un imbuto strettissimo che terrorizza, deprime, e occulta le respnsabilità di quanti hanno distrutto, in maniera criminale, la sanità pubblica. Qualcuno scrisse: "il futuro è nella guerra psicologica" e i potenti di turno ne hanno fatto tesoro divenendo i torturatori di un popolo che sta entrando velocemente nel mattatoio sociale, econonomico e antropologico da cui potrebbe non uscire più. La Psyops è servita e nei reparti operazioni e valutazioni psicologiche governativi stanno già studiando i comportamenti di oltre 6o milioni di persone; stanno già perfezionando piani strategici per spingersi oltre il limite; stanno cominciando a contare i decessi dovuti non alla terribile polmonite interstiziale acuta ma allo stato di continua angoscia che annebbia il pensiero, la ragione e la vita stessa. Come dire una lobotomia di massa quasi sicuramente ben riuscita visto che gli hashtag filogovernativi "io resto a casa", "andrà tutto bene", "lavatevi le mani", "state lontani anche da chi amate", "restiamo uniti" (solo virtualmente è ovvio), "donate con senso di solidarietà" (e tutti i miliardi che la classe politica ha fatto scomparire?) e un'infinità di altre arguzie psicologiche hanno fiaccato la volontà della gente. Altri hashtag ben più drammatici si fanno avanti nella mente delle persone: "morirò comunque", "schiatterò in ambulanza" oppure "quando uscirò di prigione?" Giunge dunque a compimento una sporca operazione di stigmatizzazione facendo diventare chi esce, a qualsiasi titolo, un delinquente; chi cammina più a lungo del previsto un malvagio; chi non mette la mascherina, perchè da oltre due mesi non se ne trovano, un untore; chi è semplicemente raffreddato o allergico un vero e proprio creatore di clusters infettivi. Insomma siamo tutti agli arresti domicilari e quando, per giustificato motivo (cosa ridicola se non fosse troppo seria), usciamo ci ritroviamo nel bel mezzo di una pletora di sceriffi di contea che ti guardano torvi e sono pronti a redarguirti arrogantemente. Bene, così facendo ce la prendiamo uno con l'altro sprecando energie e avvelenandoci la vita; altro che distanziamento sociale. Già accadono numerose liti per motivi di precedenza o per altre futilissime ragioni fuori dalle banche, dai suprmercati, dgli uffici postali, dai pochi negozi ancora aperti. E' ovvio che per il combinato disposto (usiamo anche noi una terminologia giuridica) di paura, stress, soprusi e controlli polizieschi può succedere qualunque cosa a chiunque in ogni momento. Follia collettiva. Oltretutto pare che un ingente spiegamento di forze militari sia pronto a intervenire; ma dov'è il nemico? Forse il popolo che i militari hanno giurato solennemente di proteggere e difendere?

Tratto da: disinformazione.it
LE NOSTRE PROPOSTE CONCRETE E FACILMENTE REALIZZABILI DA UN GOVERNO CHE SI SENTA ITALIANO E NON ANTI-ITALIANO, PRIMA CHE SIA TROPPO TARDI.

Come il Presidente americano Donald Trump ha imposto alla General Motors e alla Ford di riconvertire, ad horas, alcuni reparti e di riaprire il vecchio stabilimento di Lordstown in Ohio per produrre ventilatori polmonari, avvalendosi del Defence Production Act del 1950, così il nostro Governo, che peraltro è molto fantasioso, dotrebbe darsi da fare anzichè decretare compulsivamente, promettere soltanto e promulgare proclami propagandistici. 
Potrebbe, ad esempio, obbligare le compagnie assicurative a non riscuotere il pagamento della polizza per tutto il periodo epidemico e di arresti domiciliari. A tal proposito, è vero, il decreto "Cura Italia" ha previsto l'allungamento della copertura assicurativa di 15 giorni oltre quelli che il Codice Civile già prevede oltre la scadenza, ma ci pare misera cosa. Sarà utile ricordare che è dal  24 dicembre 1969 che le compagnie beneficiano della obbligatorietà assicurativa incassando cifre stratosferiche abusando di posizione dominante; è arrivato il momento di restituire il favore per uno scopo pandemico-sociale. In tal caso l'Italia che è stato l'ultimo paese della Comunità Economica Europea e degli Stati occidentali ad avanzata industrializzazione ad adottare l'assicurazione obbligatoria diventerebbe il pimo paese al mondo a non far riscuotere il "premio" alle straricche compagnie assicurative.
Potrebbe, ad esempio, obbligare la grande distribuzione organizzata a donare scorte alimentari, necessarie alla sopravvivenza, alle fasce sociali più bisognose tanto per ricambiare gli innumerevoli favori ottenuti da amministrazioni irresponsabili e per controbilanciare i guadagni spropositati, in totale assenza di concorrenza commerciale, visto che solo i supermercati sono autorizzati a rimanere aperti all'epoca del coronavirus. Chiariamo di quali favori stiamo parlando. All'epoca del primo governo Prodi (sinistra ultraliberista) alle Regioni fu accordato il potere di favorire la grande distribuzione con mega attività commerciali collegandosi all'art.41 della Costituzione che prevede la libertà di iniziativa economica privata. Purtroppo però fu dimenticato l'art.9 della Costituzione che prevedeva la tutela del paesaggio e per questa ragione si ebbe la cementificazione di centinaia e centinaia di ettari di superficie agricola e la conseguente devastazione del paesaggio naturale. Un vero scempio aggravato dalla più recente realizzazione di borghi artificiali, quasi cinematografici, che l'antropologo francese Marc Augè ha definito "non luoghi". Inoltre fu dimenticato l'rt.42 della Costituzione che chiarisce bene la funzione sociale della proprietà privata. Per non tacere delle tangenti molto diffuse tra cui il "listing fee" che il fornitore paga per poter essere esposto sullo scaffale e dell'una tantum che lo stesso fornitore paga quando viene aperto un nuovo punto vendita; quasi una partecipazione al rischio d'impresa. Con tali lauti guadagni da parte della grande distribuzione organizzata, composta da un conglomerato di cooperative rosso-bianche, prima rivali oggi alleate, e da potenti gruppi stranieri dovrebbe essere pure arrivato il momento di restituire il favore per uno scopo pandemico-sociale.
Potrebbe, ad esempio, obbligare la Rai a rinunciare alla rata del canone (odiosa tassa caricata sulla bolletta della luce) corrispondente al periodo epidemico e di arresti domiciliari in cui tutti, per forza di cose, rimangono inchiodati di fronte allo schermo televisivo, quasi ipnotizzati, in attesa della conta dei morti e dei contagiati. 
Potrebbe, ad esempio, obbligare gli enti, ormai tutti privati, fornitori ed erogatori di pubblici servizi come acqua, luce e gas a dimezzare  oppure a non far proprio pagare le bollette visto che tra voci incomprensibili aggiunte e Iva calcolata sull'Iva (quindi al doppio) tali enti hanno lucrato in maniera esponenziale in un mercato "tutelato" per loro e di certo non per gli utenti finali che sono a dir poco spremuti come limoni. E' arrivato il momento di restituire il favore per uno scopo pandemico-sociale.
Potrebbe, ad esempio, obbligare le banche a erogare finanziamenti veloci e a fondo perduto ovvero senza vincolo di restituzione o interessi visto che i recenti governi, non occupandosi minimamente della crisi economica che già molto prima del coronavirus affliggeva gli italiani, hanno salvato importanti banche dal fallimento con soldi dei contribuenti. E poi non vanno dimenticati i facili guadagni percepiti illegalmente dalla pratica dell'anatocismo (interessi prodotti da altri interessi scaduti e non pagati); per noi ma non per la legge una forma di usura camuffata. E' arrivato il momento di restituire il favore per uno scopo pandemico-sociale.
Potrebbe, per esempio, obbligare le grandi aziende che hanno foraggiato e ancora foraggiano le campagne elettorali a costruire mascherine in un Paese incivile dove non si trovano dispositivi di protezione individuale neanche a pagarli a peso d'oro; e a tal proprosito ci teniamo a dire che se le mascherine diventeranno obbligatorie il provvedimento sarà illegittimo visto che non si trovano per colpa dei quarantennali tagli alla sanità e alla maledetta burocrazia chepietrifica e paralizza anche chi, da privato, vorrebbe produrle; forse perchè non è amico degli amici.
Basta suggerimenti ora. Solo poche considerazioni finali. Come mai, nonostante lo tsunami di decreti, non è stato finanziato nemmeno con un centesimo alcun istituto di ricerca al fine di studiare il coronavirus? E come mai tutti gli italiani, di fronte alla immane tragedia, si sentono soli quando il Presidente del Consiglio dei Ministri giorni fa, in qualche sua diretta Fb, ha detto: "lo Stato non lascia nessuno solo"? Ma lui, ci chiediamo, è mai stato in un ospedale e  ha mai visto gli stanzoni dei reparti strapieni di gente accasciata, sola e abbandonata anche dallo stesso personale sanitario che non ce la fa più?
 

venerdì 13 gennaio 2017

UN' INSANA ALLEANZA FRA POLITICA ED ECONOMIA GLOBALIZZATE CONTRO IL POPOLO ITALIANO DISORIENTATO E INCATTIVITO A CAUSA DI DECISORI CHE HANNO UN' UNICO OBIETTIVO: DISTRUGGERE IL PAESE E SVENDERE CIO' CHE NE RIMANE

MENTRE I NOSTRI POLITICI GOZZOVIGLIANO FRA PRIVILEGIATE RENDITE DI POSIZIONE E RICCHE PREBENDE SFRUTTANDO LE INSANE E FALSE TEORIE ECONOMICHE DI ECONOMISTI PREZZOLATI DALLE INFLUENTI THINK TANKS EUROPEE, L'ITALIA VA IN MALORA,
MENTRE LA GENTE FUGGE ALL'ESTERO E VIENE RAPIDAMENTE SOSTITUITA DA IMMIGRATI CHE SELVAGGIAMENTE SI APPROPRIANO DI AMPI TERRITORI DELLA NOSTRA MARTORIATA REPUBBLICA.

di Antonio Tortora

Il debito pubblico, un pozzo senza fondo e vera condanna a morte per l'Italia, di cui solo la classe politica è responsabile e non i cittadini. (Immagine tratta da www.laboratoriolapsus.itc)
Lo scontro diretto fra classe politica, sempre più drammaticamente lontana dal Paese e dalla gente, e la popolazione italiana sempre più drammaticamente impoverita, disorientata e rabbiosa ha assunto proporzioni mai viste in precedenza e non lascia presagire nulla di buono nell'immediato futuro; posto che esista un futuro visto e consederato che, non essendoci limite al peggio, la situazione si aggrava in maniera esponenziale e il futuro è già qui con il suo pesante carico di incertezze e violenza ormai non più tanto velata e nascosta. Tutti i decisori si meravigliano del livello su cui si sta proiettando lo scontro ma, in realtà, fanno finta di non comprendere le ragioni profonde dello scontro che è stato proprio da loro scientificamente alimentato dando luogo a governi fantoccio e ad accordi internazionali che stanno conducendo l'Italia, irreparabilmente, al suicidio politico, economico e sociale. Tutti i commentatori invitano ad abbassare i toni della polemica politica nei talk show, del confronto sociale nelle piazze, del contraddittorio virulento sui social media, delle contese verbali fra individui nel corso delle cosiddette chiacchiere da bar. Ma appare evidente che, ormai, è tardi e un certo integralismo ideologico, assolutizzante, massimalista e a dir poco dogmatico si fa strada nella mente e nell'eloquio di cittadini che, non potendone più, prendono posizione su ogni cosa e su ogni argomento senza saperne abbastanza, senza consapevolezza alcuna, senza discernimento, sia pur in maniera forte, convinta e quasi feroce. Ciò indica uno stato confusionale derivante da un disorientamento spaventoso; una rabbia malcelata che non si riesce più a nascondere e a controllare; una vera e propria mutazione antropologica pari solo a quella descritta nel secondo dopoguerra e a cavallo fra il secondo e il terzo millennio da Pier Paolo Pasolini. La fiducia nei confronti della classe dirigente è venuta meno facendo implodere tutto il sistema sociale che, da tempi lontani, si basa essenzialmente su un mutuo accordo fra governanti e governati teso a coprire a vicenda le proprie magagne e a trovare intese sotterranee soddisfacenti per tutti. Così è nata l'Italia e in tale maniera il sitema Italia si è evoluto fino a quando la classe politica, distante ormai anni luce dal Paese reale, ha cominciato a soffrire di delirio di onnipotenza e ha ritenuto di svendersi umanamente e di svendere economicamente a potenze straniere e alle centrali della nuova dittatura europea, costola significativa di un mondo globalizzato dove solo le merci e i capitali contano, tutto il vendibile, debito pubblico studiato a tavolino compreso. E' nauseante la volgarità con cui normali cittadini si scagliano contro i politici in generale e contro i manager di banche decotte che si ritirano con buonuscite milionarie; contro funzionari delle Stato che non riescono a comunicare nulla se  non la propria arroganza e contro forse dell'ordine che, troppo spesso, usano le maniere pesanti nei confronti di inermi cittadini che protestano civilmente; contro gli amministratori pubblici plurindagati e troppo spesso assolti, per i più svariati e gravi reati previsti dal codice penale e contro resposabili di grandi aziende dello Stato che hanno condotto quelle stesse aziende al fallimento totale. Tuttavia è altrettanto nauseante un ministro del lavoro, come Elsa Fornero, che definisce "choosy" ovvero schizzinosi nei confronti della scelta del posto di lavoro; un vice-ministro del lavoro, come Michel Martone, che definisce "sfigato" un giovane che non si laurea entro i tempi da lui ritenuti giusti e congrui; un ministro dell'economia, come Tommaso Padoa Schioppa, che presentando la nuova finanziaria nel 2007 accusò i giovani che non andavano via di casa alla ricerca di lavoro all'estero di essere "bamboccioni"; un presidente del Consiglio dei Ministri Matteo Renzi che affermò, come da intercettazione telefonica pubblicata sui media e pochi giorni prima delle votazioni europee del 2014, che essendo "gli italiani dei coglioni con la sola promessa degli 80 Euro avremmo già la vittoria in tasca"; per giungereb a Silvio Berlusconi che si divertì a definire "coglioni" tutti quesgli italiani che avrebbero, nel 2006, votato a sinistra. Hanno seminato bene, non c'è che dire, e il ministro del lavoro e delle politiche sociali Giuliano Poletti ci mette del suo, con cinismo e malignità in merito alla cosiddetta fuga dei cervelli: "È un bene che certa gente se ne sia andata, sicuramente questo Paese non soffrirà a non averli più tra i piedi" questo è quanto affermato non molto tempo fa dal Poletti che, in un secondo momento, non ha ccettato il contraddittorio con giovani che avrebbero voluto obiettare qualcosa guardandolo negli occhi. Noi comunque non capiamo per quale motivo un giovane che ha studiato oppure che non ha studiato ma che si è formato per affrontare un qualsiasi lavoro, mestiere o professione, debba essere costretto a emigrare, ad abbandonare il proprio Paese, la prorpia famiglia e i propri affetti recandosi all'estero. Non solo ma non capiamo per quale motivo questa moda radical chic stia a significare, implicitamente, che chi va fuori debba essere per forza migliore di chi sceglie invece di rimanere qui, a casa sua, per combattere la propria battaglia di giustizia e di equita. E' vero che moltissima gente si reca all'estero per cercare un lavoro che qui, da noi, è ormai diventato inesistente a meno che non si ricorra a una qualche raccomandazione capace di scovare un lavoro in un mercato del tutto asfittico ma non tutti hanno l'attitudine a viaggiare, a trasferirsi in un'altra nazione, a inserirsi in altri contesti che potrebbero anche essere ostili, a imparare un'altra lingua straniera; tutto ciò dovrebbe rappresentare una scelta e non un obbligo codificato dai luoghi comuni senza fondamento. Certo andare via da questo Paese tranquillizza, non poco, la classe dirigente, perchè alle nostre latitudini è sempre stato un bene "non disturbare il manovratore" che può, in tal modo, non rendere conto a nessuno di tutti i suoi errori
L'Italia chiude inesorabilmente per fallimento di una classe dirigente incapace www.signoraggio.it


La politica non offre più alcuna soluzione ai problemi reali della gente, anzi si dà da fare con la complicità di media prezzolati e completamente venduti, per convincere le persone che qualcosa, in fondo in fondo, si stia facendo per migliorare le cose; per convincerci che l'Unione Europea rappresenta il miglior sistema in cui vivere e prosperare; per convincerci che l'Euro è la moneta che ci salverà definitivamente dal collasso finale; per convincerci che la cessione di sovranità a organismi globalizzati e autoritari è la cosa giusta da fare. Ma tutto ciò non convince più e la gente, sia pur lobotomizzata da decennni di propaganda mediatica, comincia a risvegliarsi e a percepire qualcosa di diverso e di più reale, in altre parole a prendere coscienza e consapevolezza delle menzogne che sono state propalate per verità di fede fino a non molti anni fa. La classe politica si è avvalsa della spettacolarizzazione riducendo il confronto politico a una manciata di battute e di finte e sterili polemiche rilanciate dagli schermi televisivi e dalle pagine dei giornali; una sorta di derby calcistico e di una Sanremo della politica. Si è avvalsa della personalizzazione per convincere il pubblico che comunque dietro certe affermazioni c'è un uomo normale come tutti anzi più capace di portare avanti le proprie idee rimettendoci la faccia e non, invece, uno che gode dell'immunità più totale. Si è avvalsa della volgarizzazione facendo scendere il livello del dialogo al fine di dare la sensazione, certamente più gradevole e "democratica", di interloquire con gente comune e fra gente comune e non fra decisori autoritari e popolo suddito. Si è avvalsa, infine, della megalomania e dell'egocentrismo degli interlocutori dei social network al fine di instaurare attraverso profili, post, twitt e immagini private un illusorio rapporto con cittadini di cui, naturalmente, nessuno se ne frega. Dunque la sosfisticazione tecnologica, che funge anche da preziosa valvola di sfogo tende, almeno per il momento, a perfezionare questo insano e finto rapporto che intercorre attraverso il Web ed è capace di scaricare adrenalina su una massa di frustrati che, altrimenti, non saprebbero proprio come esprimersi. Troppa rabbia nel web, troppo cinismo fra i politici che giocano con il futuro di un popolo; troppa impunità per quegli amministratori che sempre più spesso la fanno franca e non sono capaci di assumersi le responsabilità dei propri imperdonabili errori; troppa ebbrezza da privilegio per chi appartiene alla casta dominante sempre più priva di scrupoli e allergica agli articoli del codice civile e penale. Troppa saccenteria per quegli economisti tanto blasonati e bocconiani quanto spacciatori di teorie false e improponibili che hanno devastato l'economia reale creando l'economia virtuale dei derivati e dei prodotti finanziari frutto di algoritmi dove l'uomo non compare se non come programmatore ovvero come parte e ingranaggio di una macchina senziente. In questa logica ormai acclarata solo le banche pssono e devono essere salvate nonostante siano colpevoli della scomparsa del denaro di centinaia di migliaia di risparmiatori, forse milioni, e di piccoli azionisti nonchè della creazione di un impero parassitario costruito sulla regola della "riserva frazionaria" e sul sequestro delle proprietà immobiliari di cittadini che non ce la fanno più a sostenere il peso di mutui e prestiti.


Tutto ciò a scapito della sobrietà, dell'etica, della discrezione, dell'educazione, del buon senso, del dialogo non volgare, dell'iniziativa economica concreta, della semplicità dei rapporti sigillati da una stretta di mano, della cultura, del carattere e della forte personalità. L'Italia, un Paese che non c'è più e fortemente mutato antropologicamente, lascia un vuoto incolmabile in un'Europa che nemmeno si accorge di ciò che sta perdendo in termini d'identità nazionale e di storia comune, tutta presa dalla fisima di un'europeismo finanziarizzato e globalizzato dove solo computer, data base, cervelloni e tecnocrati avranno cittadinanza vera e garantita. L'Italia del Medioevo e dei Comuni, dell'Umanesimo e del Rinascimento, delle scoperte scientifiche e dell'arte, delle grandi e numerosissime aziende manifatturiere, delle campagne e dei prodotti biologico sta lasciando dietro di sè un Paese devastato dalle tasse, martoriato dai terremoti, desertificato nei piccoli centri disseminati sull'arco appenninico e lungo le splendide coste lasciando campo libero alle orde di nuovi barbari che, massicciamente importati con la complicità di una classe politica traditrice e che ha interessi incoffessabili, finiranno il lavoro sporco devastandone i territori con buona pace dei buonisti, dei caritatevoli ad ogni costo, dei falsari del diritto internazionale umanitario, degli accoglitori di profughi e immigrati per mestiere e per profitto. Qualcosa non va e la gente comincia a comprendere che, forse, è anche troppo tardi per cambiare.

lunedì 19 ottobre 2015

LE BANCHE CONTINUANO A LUCRARE NONOSTANTE L'ANATOCISMO SIA VIETATO DALLA LEGGE GIA' DAL GENNAIO 2014



Attenti alle banche: riguardatevi attentamente tutti i conteggi; esse praticano l'anatocismo  ovvero producono interessi da altri interessi resi produttivi su un determinato capitale con calcoli trimestrali. E' una pratica illegale da 22 mesi e già ci sono le prime condanne.



ANATOCISMO: dal greco ἀνατοκισμός anatokismós, composto di ανα- «sopra, di nuovo» e τοκισμός «usura»)

Non vogliamo entrare nei tecnicismi di carattere bancario altrimenti ci si potrebbe annoiare leggendo l'articolo, tuttavia almeno la definizione di anatocismo desideriamo darla cosicchè si riesce meglio a capire di cosa parliamo. In buona sostanza si tratta di questo: "la capitalizzazione degli interessi su un capitale, così che gli stessi possano fruttare altri interessi" o per meglio dire l’anatocismo è il calcolo degli interessi sugli interessi cosa vietatissima, dall'articolo 1283 del Codice Civile nel libro quarto in cui si parla delle obbligazioni in generale, salvo un'eccezione; ovvero nel caso in cui un debitore non voglia o non sia nelle condizioni di  rispettare le condizioni del debito contratto. Dunque si tratta di un caso eccezionale ben specificato dalla Legge e che non avrebbe potuto dare luogo a fantasiose interpretazioni. Eppure, nonostante l'espresso divieto e la conclamata illegittimità dell'anatocismo le banche lo praticano allegramente, con un calcolo trimestrale, in maniera sistematica e nelle più diverse e surrettizie forme da decenni, anzi diremo da sempre. Eppure è bene riflettere sul fatto che questa gravissima forma di usura, parzialmente legalizzata, vietata, tollerata, praticata su vasta scala, opportunamente occultata nei conti bancari etc (l'Italia dei burocrati si sa è il regno del possibile dove tutto è vietato e tutto si può, dipende da chi agisce), è stata vietata dalla Legge sin dal gennaio dello scorso anno. Cosicchè da alcuni calcoli del Movimento Consumatori ed elaborati da fonti giornalistiche emerge una sorta di sommerso illegale molto consistente. Queste le cifre: 18 miliardi di euro incassati dalle banche tra il 2001 e il 2010; 22 i mesi da quando la pratica anatocistica è considerata fuorilegge; 2 miliardi di euro incassati dalle banche dalla data della legge; 22 mesi da quando le banche lucrano illegalmente solo perchè la legge non è diventata operativa.
E perchè la legge non diventa operativa consentendo alle banche di continuare a fare il loro a dir poco porco comodo? Perchè il Cicr, ovvero il Comitato per il credito e il risparmio non ha ancora deliberato per rendere la legge operativa (burocrazia folle che affossa il Paese da sempre). E perchè il Cicr non delibera ancora? Perchè incontra il mordace e aggressivo ostruzionismo del Ministero del Tesoro e di Bankitalia. E chi sono i componenti del Cicr? il Ministero del Tesoro e Bankitalia. Dunque è tutta una farsa e il calcolo degli interessi sugli interessi continua a foraggiare banche decotte e truffaldine.


 E' incredibile e solo in Italia è possibile che accada una cosa del genere e la stessa Bankitalia ha il potere di bloccare l'esecuzione della legge pur avendo compiti di controllo dulle banche italiane agendo da una posizione ibrida e anomala; infatti i suoi soci, chiamati partecipanti e non azionisti, sono tutte le stesse potenti banche italiane, a partire da Intesa San Paolo S.p.a. con il massimo numero di quote alla Banca del Monte di Lucca S.p.a. con il minor numero di quote (http://www.bancaditalia.it/chi-siamo/funzioni-governance/partecipanti-capitale/Partecipanti.pdf). Dunque chi controlla i controllori? E mentre il Ministero dell'Economia rilancia la controproposta di ricalcolare gli interessi su base annuale e non più su base trimestrale (cosa ormai vietata) le banche continuano a gozzovigliare approfittando della paralisi, della mancata attuazione della legge, dei veti incrociati Cicr, Ministero del Tesoro e Bankitalia, i cittadini sempre più vessati, rimangono confusi dalle incertezze alimentate dalle contraddittorie sentenze dei Tribunali. Eppure ci sono voluti tempi biblici per far comprendere al Governo che il sistema anatocistico-usurario ha cagionato danni notevoli agli utenti in generale, alle piccole e medie imprese, alle famiglie e ai consumatori, in altre parole a tutti i cittadini che entrano in contatto, loro malgrado, con gli istituti bancari. Viceversa, con somma soddisfazione, ha prodotto ingiusti e vantaggiosi arricchimenti per le banche, le società finanziarie e, dulcis in fundo, per Equitalia che può emettere un'infinità di cartelle in più.
Di seguito forniamo l'elenco delle banche condannate da vati Tribunali ma per modo di dire visto che a queste viene solo imposto di non continuare ad adottare l'illecito comportamento e null'altro.
Negli ultimi mesi sono state emesse in Italia diverse condanne e ordinanze nei confronti di banche che hanno praticato l’anatocismo. In aprile sono state condannate ING, Banca Popolare di Milano e Deutsche Bank; a giugno Banca Antonveneta e Banca Regionale Europea; a luglio Intesa-San Paolo, Banca SellaFineco e Webank e Unicredit. In altri processi invece è stata data ragione agli istituti bancari, come nei casi di Cariparma e Banca del Piemonte.
Governo e banche, evidentemente, continuano a fare il gioco delle tre carte e da perfetti giocolieri pensano che la gente dorma senza accorgersi di ciò che accade dietro le quinte della politica e della economia ovvero di due facce della stessa medaglia; tuttavia le cose stanno cambiando e già il Movimento dei Consumatori ha chiesto ufficialmente a Bankitalia di obbligare le banche a restituire quanto ottenuto in maniera surrettizia e illegittima.
Come se non bastasse anche l'Unione Europea che, come si sa, si occupa solo di economia e di denaro e se ne frega dei popoli che aderiscono a questa specie di club mal assortito e di sicuro incoerente sta cercando di metterci il naso. Infatti, la scora estate il direttore generale per la stabilità finanziaria della Commissione Europea, Jonathan Faull, ha inviato una lettera al rappresentante permanente dell’Italia presso l’Unione Europea, Stefano Sannino: nella lettera vengono chiesti chiarimenti sul funzionamento del divieto, per valutare se le norme siano in contrasto con il principio di libera circolazione dei capitali previsto dal Trattato di Schengen. Le norme sul divieto potrebbero rappresentare un ostacolo per le banche straniere che volessero offrire i loro servizi in Italia. A noi francamente non ci frega niente delle banche straniere e, semplicemente ricorrendo al buon senso e alla cogenza della legge che viene fatta pesare solo quando sia ritenuto necessario, per esempio contro le parti deboli della società, riteniamo l'anatocismo un vero e proprio crimine bancario che esaspera tutti coloro che ne sono vittima.