lunedì 19 ottobre 2015

LE BANCHE CONTINUANO A LUCRARE NONOSTANTE L'ANATOCISMO SIA VIETATO DALLA LEGGE GIA' DAL GENNAIO 2014



Attenti alle banche: riguardatevi attentamente tutti i conteggi; esse praticano l'anatocismo  ovvero producono interessi da altri interessi resi produttivi su un determinato capitale con calcoli trimestrali. E' una pratica illegale da 22 mesi e già ci sono le prime condanne.



ANATOCISMO: dal greco ἀνατοκισμός anatokismós, composto di ανα- «sopra, di nuovo» e τοκισμός «usura»)

Non vogliamo entrare nei tecnicismi di carattere bancario altrimenti ci si potrebbe annoiare leggendo l'articolo, tuttavia almeno la definizione di anatocismo desideriamo darla cosicchè si riesce meglio a capire di cosa parliamo. In buona sostanza si tratta di questo: "la capitalizzazione degli interessi su un capitale, così che gli stessi possano fruttare altri interessi" o per meglio dire l’anatocismo è il calcolo degli interessi sugli interessi cosa vietatissima, dall'articolo 1283 del Codice Civile nel libro quarto in cui si parla delle obbligazioni in generale, salvo un'eccezione; ovvero nel caso in cui un debitore non voglia o non sia nelle condizioni di  rispettare le condizioni del debito contratto. Dunque si tratta di un caso eccezionale ben specificato dalla Legge e che non avrebbe potuto dare luogo a fantasiose interpretazioni. Eppure, nonostante l'espresso divieto e la conclamata illegittimità dell'anatocismo le banche lo praticano allegramente, con un calcolo trimestrale, in maniera sistematica e nelle più diverse e surrettizie forme da decenni, anzi diremo da sempre. Eppure è bene riflettere sul fatto che questa gravissima forma di usura, parzialmente legalizzata, vietata, tollerata, praticata su vasta scala, opportunamente occultata nei conti bancari etc (l'Italia dei burocrati si sa è il regno del possibile dove tutto è vietato e tutto si può, dipende da chi agisce), è stata vietata dalla Legge sin dal gennaio dello scorso anno. Cosicchè da alcuni calcoli del Movimento Consumatori ed elaborati da fonti giornalistiche emerge una sorta di sommerso illegale molto consistente. Queste le cifre: 18 miliardi di euro incassati dalle banche tra il 2001 e il 2010; 22 i mesi da quando la pratica anatocistica è considerata fuorilegge; 2 miliardi di euro incassati dalle banche dalla data della legge; 22 mesi da quando le banche lucrano illegalmente solo perchè la legge non è diventata operativa.
E perchè la legge non diventa operativa consentendo alle banche di continuare a fare il loro a dir poco porco comodo? Perchè il Cicr, ovvero il Comitato per il credito e il risparmio non ha ancora deliberato per rendere la legge operativa (burocrazia folle che affossa il Paese da sempre). E perchè il Cicr non delibera ancora? Perchè incontra il mordace e aggressivo ostruzionismo del Ministero del Tesoro e di Bankitalia. E chi sono i componenti del Cicr? il Ministero del Tesoro e Bankitalia. Dunque è tutta una farsa e il calcolo degli interessi sugli interessi continua a foraggiare banche decotte e truffaldine.


 E' incredibile e solo in Italia è possibile che accada una cosa del genere e la stessa Bankitalia ha il potere di bloccare l'esecuzione della legge pur avendo compiti di controllo dulle banche italiane agendo da una posizione ibrida e anomala; infatti i suoi soci, chiamati partecipanti e non azionisti, sono tutte le stesse potenti banche italiane, a partire da Intesa San Paolo S.p.a. con il massimo numero di quote alla Banca del Monte di Lucca S.p.a. con il minor numero di quote (http://www.bancaditalia.it/chi-siamo/funzioni-governance/partecipanti-capitale/Partecipanti.pdf). Dunque chi controlla i controllori? E mentre il Ministero dell'Economia rilancia la controproposta di ricalcolare gli interessi su base annuale e non più su base trimestrale (cosa ormai vietata) le banche continuano a gozzovigliare approfittando della paralisi, della mancata attuazione della legge, dei veti incrociati Cicr, Ministero del Tesoro e Bankitalia, i cittadini sempre più vessati, rimangono confusi dalle incertezze alimentate dalle contraddittorie sentenze dei Tribunali. Eppure ci sono voluti tempi biblici per far comprendere al Governo che il sistema anatocistico-usurario ha cagionato danni notevoli agli utenti in generale, alle piccole e medie imprese, alle famiglie e ai consumatori, in altre parole a tutti i cittadini che entrano in contatto, loro malgrado, con gli istituti bancari. Viceversa, con somma soddisfazione, ha prodotto ingiusti e vantaggiosi arricchimenti per le banche, le società finanziarie e, dulcis in fundo, per Equitalia che può emettere un'infinità di cartelle in più.
Di seguito forniamo l'elenco delle banche condannate da vati Tribunali ma per modo di dire visto che a queste viene solo imposto di non continuare ad adottare l'illecito comportamento e null'altro.
Negli ultimi mesi sono state emesse in Italia diverse condanne e ordinanze nei confronti di banche che hanno praticato l’anatocismo. In aprile sono state condannate ING, Banca Popolare di Milano e Deutsche Bank; a giugno Banca Antonveneta e Banca Regionale Europea; a luglio Intesa-San Paolo, Banca SellaFineco e Webank e Unicredit. In altri processi invece è stata data ragione agli istituti bancari, come nei casi di Cariparma e Banca del Piemonte.
Governo e banche, evidentemente, continuano a fare il gioco delle tre carte e da perfetti giocolieri pensano che la gente dorma senza accorgersi di ciò che accade dietro le quinte della politica e della economia ovvero di due facce della stessa medaglia; tuttavia le cose stanno cambiando e già il Movimento dei Consumatori ha chiesto ufficialmente a Bankitalia di obbligare le banche a restituire quanto ottenuto in maniera surrettizia e illegittima.
Come se non bastasse anche l'Unione Europea che, come si sa, si occupa solo di economia e di denaro e se ne frega dei popoli che aderiscono a questa specie di club mal assortito e di sicuro incoerente sta cercando di metterci il naso. Infatti, la scora estate il direttore generale per la stabilità finanziaria della Commissione Europea, Jonathan Faull, ha inviato una lettera al rappresentante permanente dell’Italia presso l’Unione Europea, Stefano Sannino: nella lettera vengono chiesti chiarimenti sul funzionamento del divieto, per valutare se le norme siano in contrasto con il principio di libera circolazione dei capitali previsto dal Trattato di Schengen. Le norme sul divieto potrebbero rappresentare un ostacolo per le banche straniere che volessero offrire i loro servizi in Italia. A noi francamente non ci frega niente delle banche straniere e, semplicemente ricorrendo al buon senso e alla cogenza della legge che viene fatta pesare solo quando sia ritenuto necessario, per esempio contro le parti deboli della società, riteniamo l'anatocismo un vero e proprio crimine bancario che esaspera tutti coloro che ne sono vittima.

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