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lunedì 2 febbraio 2015

CASTEL SANT'ELMO SULLA COLLINA DI SAN MARTINO AL VOMERO: VISITA A UNO DEI LUOGHI PIU' BELLI DELLA CITTA'

ESCURSIONE ANTROPOLOGICA DI ANTONIO TORTORA A SAN MARTINO (CASTEL SANT'ELMO) CON FOTO DI MARIO ZIFARELLI.



In questo splendido, fortificato e panoramico luogo scattammo con Mario Zifarelli alcune foto interessanti per la mostra "Napoli Svelata"; e non poteva essere altrimenti visto che si tratta di un sito che riveste un'importanza fondamentale, dal punto di vista storico, architettonico ed esoterico.
La pianta stellata di Castel Sant'Elmo sorge in un luogo fortemente simbolico dove, oltre a fondere la terra con il cielo e la città con l'aere metafisico, l'antico Patulcius poi Paturcium era consacrato a Giano la divinità romana double-faced di cui, caso piuttosto raro anzi diremo unico, non è stato possibile trovare divinità equivalenti nel pantheon greco. Cosicchè anche per gli antichi eruditi costituiva un enigmatico mistero. Una delle divinità più antiche del culto romano e già presente nei calendari più arcaici; ciò testimonia l'importanza che anche i Romani attribuirono a un luogo che rappresenta il "contatto" energetico fra terra e cielo, fra energia tellurica e energia cosmica; un vero e proprio omphalos. Per chi sa osservare ancora oggi Giano apre e chiude le porte solstiziali.
Ma tornando alle foto, i soggetti che più ci colpirono, fra gli altri, furono lo stemma in pietra di Carlo V°, con la sua possente e straordinaria aquila bicefala, posto sul portale d'ingresso cui si accedeva, un tempo, attraverso un ponte levatoio; il tutto in prossimità della cosiddetta "Grotta dell'Eremita" costellata di croci penitenziali incise nelle pareti. E ancora attirò la nostra attenzione la cappella da cui si accede alle carceri dove il domenicano calabrese Tommaso Campanella, sottoposto a processo ben cinque volte da parte dell'Inquisizione e condannato a dura pena detentiva, scrisse varie opere tra cui la Città del Sole. Alcuni suoi scritti raggiunsero l'esterno delle mura fortificate e delle segrete in cui visse per anni, grazie a Tobias Adami e Wilhelm Wense, suoi fedeli e coraggiosi discepoli, finendo nelle giuste mani di Valentin Andreae fondatore dei Rosa Croce; da qui il filone che lo lega a Giordano Bruno, alle dottrine rosacrociane e a tutti coloro, utopisti e liberi pensatori, che si adoperarono e sempre si adopereranno per riformare i mondi della politica, della cultura e della società.



"Dicono che è gran dubbio sapere se 'l mondo fu fatto di nulla o delle rovine d'altri mondi o del caos; ma par verisimile che sia fatto, anzi certo." (da La città del Sole di Tommaso Campanella)"





mercoledì 28 gennaio 2015

UNA DELLE TANTE VISITE ORGANIZZATE DALLA SEZIONE NAPOLETANA DELL'ISTITUTO ITALIANO DEI CASTELLI PRESIEDUTA DALL'INFATICABILE ARCHITETTO LUIGI MAGLIO.

Resoconto fotografico della visita organizzata a Castel Sant'Elmo dalla sezione napoletana dell'Istituto Italiano dei Castelli in data 28 settembre 2013. L'architetto Luigi Maglio infaticabile presidente della sezione ha svolto il ruolo di cicerone spiegando alle centinaia di presenti tutti i dettagli della magnifica opera difensiva; sono innumerevoli le visite e gli incontri programmati dall'Istituto e per informarsi é sufficiente collegarsi ai seguenti link:
http://www.castcampania.it/
oppure
http://www.castit.it/

Antonio Tortora sugli spalti di Castel Sant'Elmo (Foto di Mario Zifarelli)

D'altra parte, per gli appassionati, per gli studiosi e più semplicemente per coloro che amano la nostra città le opportunità offerte dall'Istituto sono molteplici e praticamente infinite perchè le visite guidate vengono svolte anche in occasione di aperture straordinarie di palazzi storici, giardini, parchi e appartamenti di grande rilievo storico e architettonico; dunque non soltanto strutture fortificate, masti, torri, torrioni e fossati, mura di cinta e mura merlate ma un'infinità di siti per una città che non é mai stata espugnata direttamente e frontalmente. Per non parlare poi di tutta la Campania dove le fortificazioni, dall'antichità più remota al periodo feudale, abbondano e costituiscono tracce di storia formidabili.




Solo a Napoli abbiamo Castel Nuovo - Chateau Neauf - chiamato anche Maschio Angioino recante una epigrafe dettata dal Panormita "Alfonsus regum princeps hanc condidit arcem"; Castel dell'Ovo costruito sulle fondamenta del castrum Lucullanum, villa del patrizio romano Lucio Licinio Lucullo e legato, indissolubilmente, al mito dell'uovo incantato di virgiliana memoria; Castel Sant'Elmo, oggetto del nostro reportage fotografico, sorto laddove già nel X° secolo sorgeva una chiesetta dedicata a Sant'Erasmo e una torre di vedetta normanna; Castel Capuano il più antico castello della città e da sempre sede del governo e dell'amministrazione giudiziaria; il Castello del Carmine detto "lo Sperone" per la sua forma caratteristica quasi totalmente demolito e visibile solo in piccolissima parte, per il torrione; il Castello di Nisida poco più che un rudere di epoca angioina ma in una posizione strategica eccezionale. E ci pare che di carne a cuocere ce ne sia già abbastanza senza aggiungere tutti i castelli presenti nei capoluoghi di provincia e nel loro circondario. Di Avellino, fra cui ricordiamo Altavilla Irpina, Ariano Irpino, Bisaccia, Cervinara, Mirabella Eclano. Di Benevento fra cui menzioniamo la Rocca dei Rettori, Cerreto Sannita, Cusano Mutri, Faicchio, Limatola, Pontelandolfo. Di Caserta fra cui citiamo il borgo medievale di Caserta Vecchia perfettamente conservato con il mastio di forma cilindrica che svetta sull'abitato, Capua con Castello "delle Pietre", Marzano Appio, Vairano Patenora. Di Salerno fra cui rammentiamo il castello Arechi già Castrum Salerni citato da Tito Livio, Amalfi, Caggiano, Eboli con il castello normanno, Postiglione e Sicignano degli Alburni. Circa la provincia di Napoli  nominiamo soltanto i castelli di Acerra, Ischia prima colonia euboica, Lettere, Ottaviano con il suo castello mediceo, Nola con Castel Cicala chiamato anche la "Reggia di Nola" all'epoca degli Orsini, le innumerevoli torri di Sorrento.
Un paesaggio disseminato di strutture difensive, peraltro tipico di tutto il territorio italiano, che nonostante la decadenza strategica dovuta all'invenzione dell'artiglieria che ne penalizza la posizione dominante, recupera la sua importanza e centralità culturale con il Romanticismo.
Oggi visitarli costituisce una grande emozione e soprattutto nella nostra città che, anche da questo punto di vista, é davvero ben dotata.
Poi c'è la questione energetica di Castel Sant'Elmo in qualità di luogo magico molto importante per Napoli ma questa é tutta un'altra storia e ne parleremo in seguito.