Abbiamo rintracciato una lapide marmorea dedicata a Cominia Plutogenia, sacerdotessa di Cerere, all'interno di un palazzo di Piazza San Gaetano, di fianco all'ingresso di Napoli Sotterranea e l'abbiamo fotografata per testimoniare l'evento.
Certo si tratta di una testimonianza già conosciuta da tempo agli studiosi e a gli archeologi, peraltro già citata in una edizione fine anni '70 di "Napoli Greco-Romana" di Bartolomeo Capasso e nell'opera "Il Decumano Maggiore da Castel Capuano a San Pietro a Maiella" scritta circa dieci anni fa da Carlo De Frede. Tuttavia non conoscevo l'esatta ubicazione della lapide e quando l'ho rintracciata, attraverso segnali territoriali che sempre più forti mi giungono dalle fonti più disparate, ho provato una grande emozione almeno in una triplice veste. Da cittadino che riscopre un pezzo di storia "riciclata" o di "reimpiego" per usare un termine caro agli architetti e ai tecnici delle Soprintendenze; in tal caso giova dire che a Napoli il "reimpiego" é di fondamentale importanza perchè con esso la storia urbanistica, architettonica, religiosa e antropologica della città rivive continuamente. Da giornalista perchè l'impatto conoscitivo é stato pari a quando un operatore dell'informazione scopre qualcosa che è meritevole di essere portato a conoscenza di chi non sa; dunque ha il valore tipico della notizia da cui lo studio e l'approfondimento originano. Da studioso di storia patria perché in questa miniera a cielo aperto ma talvolta anche sotterranea che é Napoli, la caccia al dettaglio, voluta o casuale, é sempre aperta.
Base marmorea dell'erma dedicata a Cominia Plutogenia Foto di Antonio Tortora |
Foto di Antonio Tortora |
Foto di Antonio Tortora |
(http://antoniotortora.blogspot.it/2014/12/canefora-tempio-di-cerere-s-gregorio.html) e Sabina sacerdos Cereris publica la cui lapide fu rinvenuta nella casa del segretario di Carlo V°. Napoli, insieme a Velia erano considerate il luogo ideale da cui far provenire le sacerdotesse di Cerere e queste appartenevano alle famiglie più importanti dei due centri.
Anche quei tempi Neapolis era importante dal punto di vista religioso e questo, forse, spiega perchè ancora oggi la parte centrale dei Decumani é chiamata "il miglio sacro".
In rete abbiamo rintracciato una curiosità che poniamo all'attenzione del lettore meno frettoloso:
SOME NEAPOLITAN FAMILIES
of Martti Leiwo
ABSTRACT: Naples (Neapolis) was the only city in the Western Mediterranean which was maintained by the Romansas officially Greek-speaking city. Thus all the decrees of its boule were written in Greek till the beginning of the 4thcentury A.D. when the change to Latin suddenly happens. However, it is not clear whether it really was a Greek city,
or was it rather a normal Campanian city. With this in mind, the purpose of my paper here is to study some Neapolitan families roughly from the 1st century B.C. to the 1st century A.D. The mainpoints of the paper are: the acculturation of Greek, Roman and Oscan speaking population, the choice oflanguage in the funerary inscriptions of the Neapolitan
family tombs, the choice of names in a family, the possible surviving of the traditional Greek individual names in the Roman nomenclature of Naples.
Studio completo - link: http://helios-eie.ekt.gr/EIE/bitstream/10442/309/1/A01.021.08.pdf
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