martedì 2 agosto 2016

ALLA RICERCA DELLE PIRAMIDI CAMPANE: IL CASO DI SANT' AGATA DE' GOTI E DELLE PROVINCE DI CASERTA E BENEVENTO



In Campania, a Sant'Agata de' Goti, esiste una piramide che costituisce un vero rompicapo per gli studiosi e che induce a riflettere sull'esistenza di strutture similari sparse in Italia e per tutto il globo terrestre.

di Antonio Tortora


Piramide di Sant'Agata de' Goti (Foto di Antonio Tortora)
Dappertutto sulla terra esistono piramidi, dal greco pyramis che significa "della forma del fuoco" e dall'antico egizio per-em-us che vuol dire "ciò che va sù", e il fatto che quelle egizie siano le più famose non lascia assolutamente intendere che le stesse strutture disseminate in altri siti siano, per questa ragione, meno importanti e meno misteriose. Pertanto la lista di piramidi va allungandosi sensibilmente e oltre a quelle famosissime della piana di Giza in Egitto, le mastabe tronco-piramidali, le ziqqurat mesopotamiche e quelle precolombiane dell'America centrale, peraltro numerosissime e non solo dislocate in Messico, potremmo aggiungerne molte altre senza per questo essere esaustivi. Infatti ci proveremo ad elencarle nella consapevolezza che in questo momento, da qualche parte, altre scoperte sensazionali stanno per essere fatte e che le esplorazioni archeologiche e le ricognizioni antropologiche potrebbero subire rallentamenti ma giammai fermarsi. La curiositas istintuale e la cupido cognitionis di dantesca memoria sono insite nella natura dell'uomo e rappresentano una necessità imprescindibile per la scienza ed è per questa ragione che ci siamo recati personalmente a Sant'Agata de' Goti per provare l'emozione unica di ammirare quella perfetta collina che davvero pare essere una piramide. 
Ma andiamo con ordine e proviamo a citarne qualcuna delle più recenti piramidi scoperte a varie latitudini. Da poco tempo è stata diffusa la notizia dalla televisione portoghese della scoperta di una struttura piramidale al largo delle Azzorre, altre sotto i ghiacci dell'Antartide, in Indonesia a Ganung Padang con una struttura che potrebbe essere datata circa 9.000 anni fa, nella foresta amazzonica equadoregna. A Guimar nell'isola di Tenerife le sei strutture tronco-coniche già individuate agli inizi degli anni '90 e descritte dall'antropologo - esploratore norvegese Thor Heyerdahl; quelle a gradoni nelle Mauritius e precisamente nella piana di Paline Magnien, le 37 piramidi di Sebastopoli in Crimea molto simili a quelle di Giza. Le 16 piramidi greche dell'Argolide presso Hellinikon e la piramide irregolare di Arzon in Bretagna. Non possiamo a questo punto tacere della prima piramide europea di Visoko, poco distante da Sarajevo, di cui si parla già dal 2005 con l'affermarsi delle sia pur discusse teorie di Semir Osmanagic e che riapre definitivamente il capitolo del mistero delle piramidi da quel momento presenti anche in Europa. La Cina ovviamente non poteva mancare all'appello con le piramidi allineate osservate, già dal 1947, dal colonnello americano Maurice Sheehan; ed infine la piramide australiana di Gympie nel Queensland individuata verso la metà degli anni '70. Cone si può vedere è una lista lunga e avvincente che, ne siamo certi, si allungherà aumentando esponenzialmente il tasso di misteriosità e indecifrabilità di queste strutture davvero enigmatiche.


Osservazione della piramide di Sant'Agata de' Goti da una terrazza panoramica (Foto di Antonio Tortora)


In Italia pure sono diverse le piramidi segnalate e spaziamo da quella di Montevecchia fra Bergamo e Monza a quelle di Piediluco soprannominate "la Collina dell'Eco" e "la Rocca"presso Rieti, da quella incerta nei pressi di Alassio a quella di Restena di Arzignano dalle parti di Vicenza; da quella di Vessallo in Toscana a quelle nostrane di cui ora parleremo.
La Piramide di Sant'Agata de' Goti, solo una delle tre presenti nel territorio a cavallo tra le province di Caserta e Benevento, fu individuata nel 2008 dal ricercatore indipendente Leonardo Benedetto Romano laddove persiste la collina denominata "Ariella", alta 348 metri e situata a nord est del Monte Traverso, distante poco più di due chilometri dal centro storico della cittadina e lungo la strada provinciale Caradina; la scoperta fu sensazionale e avveniva cronologicamente poco dopo il ritrovamento delle piramidi bosniache di Visoko confermando che in Italia esistono piramidi con caratteristiche similari a quelle ben più famose egiziane e precolombiane. Cosicchè unitamente a quelle ritrovate a Moiano (Monte Porrito alto 380 metri), nei pressi di Montesarchio  e nei pressi di Caiazzo (Monte Mesarinolo alto 245 metri), costituisce un unicum nel panorama archeologico campano e italiano; e ciò anche se per molti studiosi accademici e ufficiali si tratta solo di archeologia misteriosa o clipeologia. Tuttavia noi sappiamo benissimo che moltissime scoperte vengono fatte casualmente ed è grazie a studiosi di storia locale o ad antropologi amateur e a ricercatori indipendenti che molte cognizioni storiche sono state acquisite e si sono radicate nelle conoscenze storiche. Inoltre nel caso di queste piramidi del casertano alcuni seri studiosi delle geoscienze hanno preferito parlare di "morfostrutture piramidali" piuttosto che di piramidi paventando l'ipotesi che si tratti di un particolare tipo di paesaggio modellato, in via naturale, da processi tettonici e da fenomeni di erosione superficiale. 


La Piramide di Sant'Agata de'Goti - Collina Ariella (Foto di Antonio Tortora)

C'è da dire però che la perfezione angolare delle strutture, il loro impeccabile allineamento territoriale nonchè l'essere in corrispondenza, Sant'Agata de'Goti, Moiano e Montesarchio, con la Cintura di Orione e l'essere in corrispondenza, Sant'Agata de' Goti e Caiazzo con la costellazione del Cane Maggiore e più precisamente con la Stella binaria Sirio, fanno riflettere. In questo territorio molte culture si sono avvicendate, dagli Oscci ai Sanniti, dagli Etruschi ai Romani e numerose sono le vestigia medievali ma il mistero  delle piramidi permane in quanto non c'è traccia evidente del fatto che queste popolazioni, sia pure molto progredite, abbiano materialmente realizzato queste megastrutture così perfette e così astronomicamente ben allineate. Anche la stessa città di Saticula, che aderì decisamente alla Confederazione delle città sannitiche e che diede filo da torcere ai Romani, non ha alcun legame con questo tipo di architettura anche se un paio di gallerie sotterranee sembrano collegare l'area territoriale della piramide a quella che sembra essere la probabile sede storica dell'antica città sannita che venne completamente rasa al suolo dai Romani dopo le umilianti Forche Caudine.
E' probabile che si tratti, secondo spiegazioni squisitamente antropologiche, di marcatori di luoghi simbolici costruiti a scopo rituale e magico, ma questa è di certo una spiegazione povera che non fa giustizia dell'esistenza di piramidi sparse a nugoli e a grappoli per tutto il globo terrestre, a qualunque latitudine e perfino ai Poli e nelle profondità degli oceani. Comunque non ci piace parlare di semplice architettura in quanto ciò è molto riduttivo e la funzionalità di tali luoghi potrebbe essere collegata a correnti energetiche sotterranee come la Rete di Hartmann e il Reticolo di Curry, partendo dal presupposto che l'intero pianeta è sottoposto ad influenze cosmiche e telluriche e per questa ragione è probabile che gli antichi conoscessero le variazioni di frequenza e di intensità del campo elettromagnetico del pianeta. Le piramidi potrebbero servire proprio a questo, secondo alcune scuole di pensiero della geobiologia, a stabilizzare la rotazione del pianeta e il suo moto di rivoluzione attorno al sole. Sappiamo che tali teorie faranno storcere il naso a qualcuno ma le conoscenze degli antichi popoli, conservate attraverso le scienze tradizionali fino ai nostri giorni, erano molto progredite e con ogni probabilità il loro sapere non era finalizzato al concetto di mera "utilità" e di "praticità" come accade da qualche millennio a questa parte e non solo nel mondo occidentale bensì, forse, era basato su conoscenze che consentivano all'uomo di vivere in armonia con il pianeta terra e con l'intero cosmo. Tanto per fare un esempio potremo dire che ci sono più conoscenze matematiche e geometriche nelle piramidi egizie che in qualunque altro manufatto presente sul globo; una sorta di libro di pietra che è stato riscritto a memento per l'umanità in epoca più recente nelle cattedrali, luoghi metafisici oltre che fisici, cosmici oltre che terrestri, superumani oltre che umani.
Nell'antica sapienza egizia la piramide era definita MR che significa letteralmente "luogo dell'ascesa" e difatti le piramidi più arcaiche sono state realizzate a gradoni con l'intento di simulare una scala per ascendere al cielo; forse il Faraone sarebbe risorto grazie all'energia cosmica canalizzata dalle strutture geometriche piramidali o forse l'intero pianeta si sarebbe potuto giovare delle energie cosmiche intercettandole, immagazzinandole nelle piramidi stesse e ridistribuendole attraverso i canali e i cunicoli presenti da sempre, quasi come se fossero uteri materni, all'interno e al di sotto delle piramidi. Di questo non possiamo essere certi tuttavia una escursione a Sant'Agata de' Goti ci sentiamo di consigliarla forse con lo stesso spirito e la stessa meraviglia di chi ri reca a Giza o in qualunque altra meta "piramidale". I limiti della nostra scienza ci fanno ben comprendere che sono esistite altre forme di conoscenza e di consapevolezza ormai dimenticate da tutti tranne che dagli iniziati accomunati psichicamente dal desiderio di conservare tali conoscenze e di trasmetterle a coloro che ne hanno le qualifiche.



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