giovedì 12 marzo 2015

L'ACQUEDOTTO CAROLINO NELLA VALLE DI MADDALONI UN PATRIMONIO DA SALVARE ASSOLUTAMENTE

















All'interno degli archi dei Ponti della Valle - Maddaloni (Ce)
Foto di Antonio Tortora


Quando parliamo dell'Acquedotto Carolino e dei cosiddetti Ponti della Valle non dobbiamo mai dimenticare che si tratta della maggiore opera di ingegneria idraulica dell'epoca realizzata per volere di Carlo III° di Borbone e grazie alle competenze per certi versi visionarie dell'architetto tardo barocco Lodewijk van Wittel. Con i suoi 40 chilometri (l'antica misura di lunghezza del Regno delle Due Sicilie era il "braccio" che equivaleva a 0,5421 metri) superava arditamente un territorio, orograficamente molto complesso, che partiva dalle sorgenti "del Fizzo" poste alla falde del Taburno per raggiungere il monumentale parco della Reggia di Caserta. Contrariamente a quello che molti credono la funzione dell'acquedotto era di natura sociale e non meramente dilettevole ovvero avrebbe dovuto raggiungere, con le sue acque potabili, Caserta, il borgo utopistico di Ferdinandopoli a San Leucio, patria della filatura della seta, ed infine Napoli. Purtroppo dopo poco meno di vent'anni, nel 1770, l'opera rimane incompleta e le acque vengono riversate nel vecchio acquedotto del Carmignano.
Ciononostante il monumentale viadotto chiamato "Ponti della Valle" affascina per l'arditezza spericolata con cui la Valle di Maddaloni viene superata da Luigi Vanvitelli che con un ponte ad archi, simile a quelli realizzati dai Romani, collegò il monte Longano con il monte Garzano. "L'opera sarà reale - scrive lo stesso celebre ingegnere in un suo carteggio - vi farò gli ornati corrispondenti alla grande in stile de' Romani antichi, perchè l'opera lo comporta et è assai onorevole e cospicua per il Re e per me ancora" Il riferimento é chiaro; si tratta del Pont du Gard realizzato presso Nimes, sul fiume Gardon in Francia, da Agrippa, regnante Augusto; ovviamente più piccolo di quello di Maddaloni che si articola in tre ordini di archi a tutto sesto. Il primo livello è strutturato in 19 archi, il livello intermedio in 27 archi e quello superiore, una vera e propria strada pavimentata in pietra e larga tre metri percorribile in carrozza, in 43 archi.
Abbiamo realizzato, a testimonianza della magnificenza dell'opera vanvitelliana e dell'impegno sociale e politico di Carlo III° di Borbone, due slide antropologiche e due album fotografici che, ci auguriamo, possano stimolare la curiosità di coloro che ancora sono tiepidi nei confronti di opere così straordinarie e purtuttavia ancora così sconosciute.

Youtube: interno dell'Acquedotto Carolino



Album fotografico: Interno dell'Acquedotto Carolino (foto di Antonio Tortora)

Ecco cosa abbiamo scritto in una nostra recensione: 
https://plus.google.com/105718834886802055634/posts/jovJ5HPCfFu

"Per il recupero della nostra storia é fondamentale salvare questa opera ingegneristica monumentale dal degrado e dalla dimenticanza; la nostra corta memoria, infatti, non ci consente di valorizzare i beni culturali presenti e innervati sul territorio casertano che é, incredibile dictu, uno dei più interessanti e ricchi della Campania. Ma anche uno dei più sconosciuti. Tale lacuna deriva dalle caratteristiche di una regione, la Campania Felix, che con l'aggressione militare é stata assoggettata a un'Italia di facciata ed é stata distrutta nella sua organicità. Difatti i capoluoghi di provincia campani si sono, da quel triste 1861, comportati come i Comuni e le Signorie del passato che non facevano altro che combattersi fra loro. Pertanto é stato generato una sorta di razzismo strisciante che ha portato al relativo isolamento di ampie contrade e ad una guerra sorda fra diverse amministrazioni. Invece occorre cooperazione per uscire dall'impasse e i Borbone l'avevano ben compresa la logica unitaria che tanto ha giovato a tutto il Regno delle Due Sicilie. Cosicchè attraverso l'Acquedotto Carolino le due province, beneventana e casertana, furono collegate dalla cosa più preziosa che esiste: l'acqua e i problemi incommensurabili che misero a dura prova Luigi Vanvitelli e le sue maestranze furono brillantemente superati dalla creatività, dall'ingegno e dall'intelligenza. Per noi che guardiamo con ammirazione a un passato, che tutto sommato, non é poi tanto lontano non resta che accettare l'eredità unitaria e simbolica che fece grande un Regno e che che purtroppo tende a mettere in risalto la mediocrità del presente.
Complimenti a tutti coloro che amano la propria terra e si battono per risollevarne le sorti."



Album fotografico: Esterni dell'Acquedotto Carolino (Foto di Antonio Tortora)






Youtube: Esterni dell'Acquedotto Carolino




Per saperne di più:

L'Acquedotto Carolino di Cesare Cundari e Giovanni Maria Bagordo
http://www.aracneeditrice.it/pdf/9788854849372.pdf

La costruzione dell'Acquedotto Carolino attraverso le lettere di Bernardo Tanucci a Carlo III° di Borbone durante la reggenza del Regno delle Due Sicilie(17591767) di Mariaclaudia Izzo:
http://www.rterradilavoro.altervista.org/articoli/05-03.pdf

Breve relazione illustrativa sul sopralluogo speleologico effettuato in un tratto dell’acquedotto Carolino in data 6 luglio 2013 (documento agli atti della FSC prot. CS13_31MR) Federazione Speleologica Campania:
http://www.gsne.it/notizie/wp-content/uploads/2013/07/Relazione-sopralluogo-Carolino.pdf

Nessun commento:

Posta un commento

Come regola generale qui è gradita l'educazione, si chiede di mantenere un atteggiamento civile e costruttivo, nonché di impegnarsi ad agire con totale rispetto ed onestà sia verso l'amministratore del blog che verso gli altri utenti, pubblicando messaggi che contengano informazioni corrette e veritiere.