Un omaggio a Pulcinella, personaggio che, contrariamente a quanto si crede, fa riflettere, fa penetrare le realtà più profonde di una Napoli troppo spesso derisa e diffamata. La sua maschera, in realtà, é un filo di Arianna che conduce nel labirinto della storia e accompagna colui che compie il viaggio animico e materiale verso il proprio destino. Ogni spiegazione concettuale di tale maschera offre sprazzi di conoscenza parziale e provoca interessanti teorie antropologiche; tuttavia occorre ricercare qualcosa di più, qualcosa che va oltre e che costituisce la quintessenza stessa della vita. Ci siamo mai chiesti quante maschere indossiamo e quanti personaggi incarniamo nel corso della nostra esistenza? E' difficile rispondere per cui eludiamo la domanda per non cercare la risposta che, peraltro, potrebbe non piacerci. Dunque é sempre lui, Pulcinella, che ci guarda e e si fa guardare, che sorride e piange, che semplicemente filosofeggia nelle antiche osterie napoletane, che saggiamente racconta le sue lunatiche esperienze, che si aggira in cerca dell'uomo ovvero di sè stesso mentre tutti noi lo cerchiamo senza mai riuscire a possederne l'essenza. Perché esso è un mistero, il mistero più grande e questo ci fa paura; ma il ricercatore alchimista, il rabdomante del pensiero, il ramingo metropolitano non si fa irretire dalla paura e continua a cercare, sapendo perfettamente che questo è il suo destino.
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