martedì 31 gennaio 2017

QUALCHE RIFLESSIONE SUL DEBITO PUBBLICO CHE E' INFONDATO, ILLEGALE, ARBITRARIO E ARTIFICIALE.



MENTRE GOVERNANTI E BUROCRATI ITALIOTI E TECNOCRATI E OLIGARCHI EUROPEI FANNO DI TUTTO PER SALVARE BANCHE DECOTTE CHE HANNO BRUCIATO, CON I LORO IMBROGLI E LE LORO TRUFFE, MILIARDI DI EURO, QUEL CHE RIMANE DELL'ECONOMIA NAZIONALE VA A ROTOLI E UN INTERO SISTEMA PAESE COLLASSA PRECIPITANDO IN UN POZZO SENZA FONDO. CERCHIAMO DI CAPIRE PERCHE' FRA TASSE E DEBITO PUBBLICO.
di Antonio Tortora

tratto da StopEuro.orgitaliano
RAGIONANDO SUL DEBITO PUBBLICO CHE NON ESISTE PERCHE' INFONDATO, ILLEGALE, ARBITRARIO E ARTIFICIALE. DUNQUE LE NOSTRE VITE DI UOMINI E DONNE, DI CITTADINI, DI LAVORATORI, DI RISPARMIATORI VENGONO DISTRUTTE E LETTERALMENTE FRANTUMATE DA UN IMBROGLIO GLOBALE CONCERTATO, AD ARTE, DA UNA BANCA CENTRALE EUROPEA CHE E' PRIVATA, DA BANCHE CENTRALI DI OGNI PAESE EUROPEO ADERENTI ALLA UNIONE EUROPEA CHE SONO ANCH' ESSE PRIVATE E DA TECNOCRATI OLIGARCHI CHE NON SONO STATI ELETTI DA NESSUNO E CHE DECIDONO MOTU PROPRIO CHI COME, DOVE, QUANDO E PERCHE' PUO' SOPRAVVIVERE O ANDARE IN DEFAULT. IN QUESTO MOMENTO STORICO GLI ITALIANI, IN PARTICOLARE, SONO PIU' VULNERABILI E SONO COSTRETTI, DA GOVERNI TECNICI NON ELETTI DEMOCRATICAMENTE, A SOGGIACERE ALL' AUMENTO CONTINUO DELLE TASSE CHE HANNO STRANGOLATO L' ECONOMIA, AFFAMATO UN POPOLO CON IL PREOCCUPANTE AUMENTO DELLA POVERTA', COSTRETTO ALLA FUGA LE AZIENDE MANIFATTURIERE DA SEMPRE FIORE ALL' OCCHIELLO DELL' ITALIA, POLVERIZZATO IL RISPARMIO PRIVATO. SEMBRA NON ESSERCI SCAMPO E NEL CASO L' AUMENTO, PALESE O OCCULTO, DELLE TASSE NON FOSSE SUFFICIENTE PER RIPIANARE IL FANTOMATICO DEBITO PUBBLICO, I NOSTRI IRRESPONSABILI GOVERNANTI NON DOVREBBERO FARE ALTRO, E LO FANNO DI CONTINUO, CHE CHIEDERE UN ENNESIMO PRESTITO ALLA BANCA CENTRALE EUROPEA (RICORDIAMO CHE E' PRIVATA) AL FINE DI AUMENTARE ANCORA DI PIU' IL DEBITO STESSO. IL CERCHIO SI CHIUDE E IL CAPPIO STA RENDENDO ASFITTICO IL NOSTRO MERCATO INTERNO E LA NOSTRA STESSA VITA MENTRE L' UNICA PREOCCUPAZIONE DEI NOSTRI GOVERNANTI PARE ESSERE QUELLA DI SALVARE LE BANCHE NON SI CAPISCE BENE DA COSA, VISTO CHE TUTTO IL DENARO CIRCOLANTE, VERO O VIRTUALE CHE SIA, E' NELLE LORO SORDIDE MANI. QUELLE STESSE BANCHE CHE HANNO TRADITO LA FIDUCIA DI CORRENTISTI E RISPARMIATORI, DILAPIDANDO MILIARDI DI EURO IN STOCK OPTION, FRINGE BENEFIT E INDENNITA' DI BUONUSCITA MILIONARIE A DIRIGENTI CHE HANNO L' UNICO MERITO DI AVER FRODATO CENTINAIA DI MIGLIAIA DI CITTADINI CHE DELLE BANCHE SI ERANO FIDATI E CHE OGGI HANNO PERSO TUTTO.
ABBIAMO TROVATO MOLTO INTERESSANTE E DI FACILE COMPRENSIONE IL SEGUENTE ARTICOLO TRATTO DA http://www.boorp.com.

Il Debito Pubblico e' una farsa - ecco il perche'
Il famigerato debito pubblico è una teatrale bufala organizzata scientificamente per farci sentire tutti ''colpevoli'' di qualcosa, perennemente in debito e quindi ricattabili dal potere. Quello vero, ovviamente! Sarebbe più o meno il corrispondente matematico e burocratico dei ''peccati'' della Chiesa. Insomma ci dobbiamo sempre sentire inferiori e sottomessi ad una autorità superiore, saggia e giusta che decide per filo e per segno come dobbiamo vivere. Ma come ... funziona questo imbroglio che perdura da decenni, se non da secoli e che influisce così pesantemente sulle nostre vite? Per capirlo fino in fondo dobbiamo ricorrere ad una simpatica metafora che riguarda la tanto discussa ''Sovranità Monetaria'', ovvero il potere di creare dal nulla nuova moneta. Immagina, mio caro lettore, che tu sia l'Italia e che io sia la Banca Centrale Europea. In realtà io non sono una vera Banca Centrale, per dirla tutta, ma sono una Società Privata ed appartengo, con varie percentuali di partecipazione, a tutte le Banche Centrali d'Europa. Ma neanche queste sono vere Banche Pubbliche; sono anch'esse private ed appartengono alle varie Banche Private locali. Per fare un esempio molto vicino a noi, la Banca d'Italia è privata ed appartiene al 30% a Banca Intesa, al 22% a UniCredit e così via. Quindi, se A=B e B=C allora A=C cioè la Banca Centrale Europea appartiene alle varie Banche Private Europee. Un vero e proprio Cartello di Banche Private che ha creato un ''Molok'' burocratico che detta le politiche economiche in Europa. E fin qui non ci piove...Ma torniamo alla metafora di prima: allora, tu sei l'Italia e io la B.C.E. Io e te (all'insaputa dei tuoi cittadini che pensano solo al calcio) ci siamo messi d'accordo e abbiamo stabilito che tu non puoi più stamparti i soldi che i tuoi cittadini utilizzano per scambiarsi beni e servizi. Quando hai bisogno di soldi, ad esempio per pagare i servizi pubblici (insegnanti, medici, dipendenti statali ecc...) ti devi rivolgere a ME e chiedermeli in PRESTITO. Anzi... rivolgiti pure direttamente alle Banche Private a cui appartengo. Vai pure, come un cittadino qualsiasi, da UniCredit o da Banca Intesa e chiedi il tuo prestito. Ora, in cambio di questo prestito io (Banca Privata) ti chiederò di pagarmi anche un interesse. E' logico no? Quindi ti presto 1000 e, dopo un anno, tu mi dovrai restituire 1.100. Fin qui è tutto chiaro? Bene, andiamo avanti che viene il bello. Quei 100 in più che io ti chiedo di restituirmi, cara Italia, NON ESISTONO. Perchè? Perchè TU non puoi stamparteli, visto che hai perso la Sovranità Monetaria, e IO non li ho mai creati: ti ho prestato solo 1000, ricordi? Come fai a procurarti quei 100 in più che non possiedi? Hai solo 2 possibilità: 1) Se hai un'economia avviata ed un popolo di risparmiatori, vai a prenderli dalle tasche dei tuoi cittadini, ovvero AUMENTI LE TASSE. 2) Oppure ti fai prestare da ME altri soldi, per pagare i vecchi interessi, carichi anch'essi di interessi che non esistono, AUMENTANDO COSI' IL DEBITO PUBBLICO. Non c'è altro da aggiungere: da quando l'Italia è entrata nell'Euro sono aumentate, infatti, costantemente le TASSE ed il DEBITO PUBBLICO. E' semplice matematica, non si sfugge. Da qui le correnti di pensiero che puntano al ritorno di una moneta tutta nostra, che non dobbiamo farci prestare da nessuno diventando (come accade ora) matematicamente insolventi e quindi ''schiavi'' di diktat stranieri. C'è da rifletterci...Ah... il fatto che la moneta, all'atto della sua creazione, debba essere prestata con ''interessi'' non è una legge della natura! Anzi, è proprio il nocciolo dell'imbroglio! Non dovrebbe affatto essere così.


Tratto da sulatestagiannilannes.blogspot.com


domenica 29 gennaio 2017

CIO' CHE ACCADE, ORMAI DA DECENNI, AL CARDARELLI E IN MOLTI ALTRI OSPEDALI DEL SUD ITALIA NON E' PIU' TOLLERABILE. EPPURE QUI MEDICI PREPARATI SALVANO MOLTE VITE UMANE IN REPARTI D'EMERGENZA MA IN CONDIZIONI DI LAVORO A DIR POCO BESTIALI E CONTRA LEGEM. FRA MEDICI E PERSONALE SANITARIO E PARAMEDICO UN SENSO DI IMPOTENZA DERIVANTE DAI TAGLI ALLE SPESE SANITARIE, DALLA MANCANZA DI PERSONALE E DALLA IMPOSSIBILITA' DI ORGANIZZARSI PER LE NECESSITA' DELL 'EMERGENZA SECONDO QUANTO PREVISTO DALLA LEGGE E DAL BUONSENSO. PERCHE' LA MAGISTRATURA NON INTERVIENE IN MANIERA EFFICACE?

COME MAI OCCORRONO TANTE ORE DI ATTESA NEL REPARTO OBI OVVERO OSSERVAZIONE BREVE INTENSIVA? E QUANDO SI VIENE ASSEGNATI A UN REPARTO MOLTO FREQUENTATO COME CHIRURGIA E MEDICINA D' URGENZA COME MAI SI FINISCE SU UNA BARELLA FUORI DAL REPARTO, COSA VIETATA OPPURE NEI CORRIDOI, COSA ALTRETTANTO VIETATA? TUTTO CIO' ACCADE AL CARDARELLI IL PIU' GRANDE NOSOCOMIO DELLA CAMPANIA E DELL' INTERO SUD ITALIA.

di Antonio Tortora
 
Sovraffollamento e disservizi al CARDARELLI di Napoli (Foto Il Mattino del 24 gennaio 2017)
I disservizi sanitari, ormai nel nostro mezzogiorno patologici e fuori della norma, aggravati da una folle e irresponsabile spending reiew che ha portato a tagli orizzontali che hanno interessato massicciamente la gestione degli ospedali e delle emergenze che ad essi fanno riferimento. Con la scusante di ridurre gli sprechi e di apportare miglioramenti di bilancio, milioni e milioni di Euro sono scomparsi nel nulla e negli ospedali, come è successo recentemente a Nola, vicino Napoli, i pazienti sono stati trattati, anche in emergenza, facendoli sdraiare a terra; e ciò forse non accade nemmeno nelle città bombardate di una Siria sotto assedio. Nemmeno con i commissari gevernativi e i tanto decantati manager, che dovrebbero dirigere gli ospedali come vere e proprie aziende con superpoteri decisionali, il problema è stato risolto. Qualche giorno fa Il Mattino, quotidiano partenopeo, ha realizzato un'ennesima inchiesta sul più grande nosocomio del Mezzogiorno d'Italia ma ci sembrava di leggere le stesse cose, in fotocopia, che leggevamo decine e decine di anni fa. Ai giornali e ai giornalisti va il merito di fare inchieste ma ai governanti e ai responsabili regionali di questo sfacelo assurdo va il demerito di non aver fatto nulla per migliorare le cose visto che di nuovo ci troviamo a parlare di queste tragedie, perchè di tragedie si tratta in quanto si ha a che fare con la salute delle persone, con la vita e la morte dei pazienti che non possono fare altro che rivolgersi agli ospedali in caso di emergenza. Eppure è strano, quando si parla di Cardarelli non si parla di un ospedale qualunque bensì di un centro d'eccellenza dove l'alta specializzazione nell'assistenza sanitaria d'urgenza e nelle prestazioni richieste per il pronto soccorso sono ineguagliate e incomparabili rispetto a qualunque altro ospedale del Sud; ciò può essere testimoniato efficacemente dalla nostra stessa esperienza e testimonianza. I numeri fanno paura e si parla di decine di migliaia di prestazioni erogate in tutti i settori, con professionalità da parte dei medici titolari dei più svariati padiglioni (circa 21) e con abnegazione da parte del personale infermieristico e para-infermieristico che lavorano tutti a stretto contatto in complessi e edifici che sfiorano e forse superano i 50mila metri quadrati. MA COME MAI OCCORRONO TANTE ORE DI ATTESA DURANTE IL TRIAGE E LA RELATIVA ASSEGNAZIONE DEI CODICI-COLORE? COME MAI OCCORRONO TANTE ORE DI ATTESA NEL REPARTO OBI OVVERO OSSERVAZIONE BREVE INTENSIVA? E QUANDO SI VIENE ASSEGNATI A UN REPARTO MOLTO FREQUENTATO COME CHIRURGIA E MEDICINA D' URGENZA COME MAI SI FINISCE SU UNA BARELLA FUORI DAL REPARTO, COSA VIETATA OPPURE NEI CORRIDOI, COSA ALTRETTANTO VIETATA? Poi c'è l'umiliante e preoccupante attesa per avere un posto letto all'interno delle stanze che, di regola, sono sovraffollate ma necessarie in quanto ogni posto letto è dotato di erogatore di ossigeno e di attrezzature per la somministrazione di flebo e quant'altro. INSOMMA COME MAI SI PARLA SEMPRE DELLE STESSE COSE PERIODICAMENTE QUANDO MAGARI CI SCAPPA IL MORTO E SCOPPIA (SI FA PER DIRE) UNO SCANDALO? DA DECENNI NON E' CAMBIATO NULLA A PARTE LE NON ASSUNZIONI E LA CRONICA MANCANZA DI PERSONALE; A PARTE I TAGLI ASSURDI CHE DIMOSTRANO COME I DECISORI POLITICI E AMMINISTRATIVO-BUROCRATICI TENGANO PIU' IN CONTO LA RIDUZIONE DEI COSTI CHE LA VITA DELLE PERSONE. E, CI CHIEDIAMO COSA FA LA MAGISTRATURA DI FRONTE A MEDICI ECCEZIONALI E A INFERMIERI DI GRANDE ESPERIENZA CHE SONO COSTRETTI A SUBIRE UNO STRESS SPAVENTOSO E A FUNGERE DA INCUDINE SOTTO IL PESANTE MARTELLO DELLE CRITICHE E DELLE GIUSTE RIMOSTRANZE DI UN PUBBLICO ESASPERATO FATTO DI PAZIENTI E DI LORO CONGIUNTI CHE RIMANGONO SEMIABBANDONATI IN QUELLO CHE POTREMO DEFINIRE UN VERO E PROPRIO GIRONE INFERNALE? CI RISULTA CHE I MEDICI INFORMANO COSTANTEMENTE LA DIREZIONE SANITARIA E I SINDACATI DI QUANTO ACCADE MA NULLA ACCADE PER MIGLIORARE TALE DISPERATA SITUAZIONE. QUALCUNO DOVRA' PORRE FINE A TUTTO QUESTO NEL PIU' IMPORTANTE NOSOCOMIO DEL SUD DOVE ACCADONO MIRACOLI PER LA BRAVURA E L' IMPEGNO DEGLI UOMINI CHE CI LAVORANO E DOVE, PARIMENTI, ACCADONO COSE TERRIBILI PER LE CONDIZIONI IN CUI L' OSPEDALE E' AMMINISTRATO. E PENSARE CHE C' E' DI PEGGIO IN QUEL SOTTOBOSCO DI OSPEDALI MINORI MA NON PER QUESTO MENO STRATEGICI DISSEMINATI SU TUTTO IL TERRITORIO CITTADINO E LA PROVINCIA. E PENSARE CHE MOLTI OSPEDALI NON MOLTO TEMPO FA AVREBBERO DOVUTO CHIUDERE SOLO PER FAR RISPARMIARE L' AMMINISTRAZIONE REGIONALE E LO STATO CENTRALE A SCAPITO DELLA SEMPRE PIU' PRESSANTE RICHIESTA DEI SERVIZI SANITARI. UN WELFARE SEMISMANTELLATO CHE VA POLVERIZZANDOSI GIORNO DOPO GIORNO SOTTO I POTENTI COLPI DI UN FEROCE NEOLIBERISMO CHE TENDE SEMPRE PIU' A FAVORIRE CLINICHE, LABORATORI E MEDICI PRIVATI. QUANTA GENTE DEVE ANCORA MORIRE PER FERMARE LO SCEMPIO?


Sovraffollamento e disservizi al CARDARELLI di Napoli (Foto Il Mattino del 24 gennaio 2017)

venerdì 20 gennaio 2017

DOPO 43 ORE DALLA SLAVINA CHE HA TRAVOLTO L' HOTEL RIGOPIANO SONO STATI ESTRATTI ANCORA VIVI DALLE MACERIE UNA DONNA E DUE BAMBINI

NONOSTANTE I RITARDI, LE POLEMICHE E LE INEFFICIENZE DI UNO STATO DANNATAMENTE AVARO E SPAVENTOSAMENTE BUROCRATIZZATO HA VINTO, ANCHE QUESTA VOLTA, LA FORZA D' ANIMO DEI SOCCORRITORI CHE NON SI SONO FERMATI DAVANTI A NULLA PUR DI PORTARE A TERMINE UNA MISSIONE APPARENTEMENTE IMPOSSIBILE. 
LE IMMAGINI CHE SEGUONO NON POSSONO ESSERE COMMENTATE CON SUPERFICIALITA' PERCHE' TESTIMONIANO, SENZA OMBRA DI DUBBIO, LA VOLONTA', LA PREPARAZIONE, IL CORAGGIO E LA FORZA D' ANIMO DI UOMINI PRONTI AD AFFRONTARE QUALSIASI CALAMITA' PUR DI SALVARE VITE UMANE. QUESTA E' L' ITALIA CHE AMIAMO, CHE MERITA RISPETTO E CHE CI FA SENTIRE ORGOGLIOSI DI ABITARE UN TERRITORIO  FISICAMENTE E GEOLOGICAMENTE TURBOLENTO MA ALLO STESSO TEMPO STRAORDINARIAMENTE PIENO DI MAGNIFICHE RISORSE UMANE.
 di Antonio Tortora
                     Tratto da  http://tv.liberoquotidiano.it

Ritrovare ancora superstiti a distanza di circa 43 ore dal gigantesco tsunami di neve e detriti che ha travolto, spostato di circa venti metri e seppellito l'Hotel Rigopiano di Farindola  in provincia di Pescara appare come un vero e proprio miracolo visto che l'ipotermia, ovvero il crollo della temperatura corporea al di sotto dei 35°C, non perdona. Tutti sappiamo come sono andate le cose: le violente scosse di terremoto, la bufera di neve, le temperature quasi polari, la mancanza di corrente elettrica e tutta un'infinità di circostanze avverse che hanno caratterizzato questa metà gennaio che ben difficilmente dimenticheremo. Ma una cosa è sicura, non dimenticheremo mai quel drappello di veri eroi composto da Vigili del Fuoco e da soccorritori alpini della Guardia di Finanza che, non potendo più procedere con mezzi a motore a causa della mancanza di gasolio in uno spazzaneve che faceva da apripista, in piena notte hanno indossato gli sci e le ciaspole ed hanno affrontato lunghissime ore di difficile e accidentato percorso pe raggiungere il luogo del disastro. Mai una volta hanno dubitato di non farcela, mai una volta hanno perso le speranze di trovare qualcuno vivo, mai una volta si sono arresi sia pur fiaccati dal freddo e dalla fatica. Questi uomini, cui va tutta la nostra riconoscenza, ci hanno regalato un'emozione indicibile mostrando di essere partecipi della vita del Paese, di essere consapevoli della loro forza interiore e della loro incredibile preparazione, di essere all'altezza di un senso civico che, nella maggior parte dei casi, risulta essere solo un pallido ricordo. Tutti i volontari e tutti i soccorritori meritano il rispetto dell'intero Paese a qualunque titolo abbiano prestato la loro opera, sia volontaria che professionale e istituzionale, e sarebbe difficile enumerarli tutti per cui non lo faremo. Ma questo sparuto gruppetto di individui che hanno determinato una sorta di vittoria su un destino che appariva scontato e irreversibile hanno impartito una lezione di vita e di civiltà anche ai soggetti più insensibili e cinici che caratterizzano il panorama antropologico di un'Italia che non riesce più a compattarsi tranne che quando si tratta di dare slancio alla vera solidarietà fraterna necessaria all'indomani di disastri e tragedie. L'Italia del paradosso, cinica e polemica da un lato, generosa e spontanea dall'altro; con i vertici di una classe politica che pensa solo a salvare banche decotte e truffaldine dal fallimento mentre innumerevoli Sindaci non ci pensano nemmeno ad abbandonare i propri concittadini e si lanciano in battaglie disperate per salvare anche la più piccola frazione appenninica dal rischio di essere cancellata dalle cartine geografiche. Un'Italia che non consente il volo di otto elicotteri del Corpo Forestale dello Stato, nonostante l'emergenza, a causa della mancanza di una maledetta firma di un burocrate su un pezzo di carta ma che non si arrende quando si tratta di salvare persone contro ogni razionale aspettativa. Un'Italia che fa vergognosamente mancare il gasolio a un mezzo spazzaneve nonostante la tempestività con cui è necessario raggiungere l'area di crisi ma che, contemporaneamente, è capace di offrire calore umano e generi di conforto di rpima qualità a innumerevoli persone che hanno perso tutto. Desideriamo fermarci anche se, come al solito, ci piacerebbe dilungarci visto e considerato che abbiamo sempre molto da dire. In effetti non vogliamo che la gioia e l'emozione di queste vite salvate svanisca velocemente dalla nostra mente e dal nostro cuore, anzi ci piacerebbe descrivere altri numerosi eventi in cui la speranza prenda il posto della disperazione, l'agire prenda il posto del teorizzare, il desiderio di ricostruire prenda il posto del distruggere. Abbiamo conosciuto gente interessante nell'arco della nostra vita umana e professionale, e in questo siamo stati fortunati, tuttavia ci piacerebbe conoscerli tutti, uno per uno, questi soccorritori che ci insegnano cos'è la vita, quanto sia preziosa e come viverla.

venerdì 13 gennaio 2017

UN' INSANA ALLEANZA FRA POLITICA ED ECONOMIA GLOBALIZZATE CONTRO IL POPOLO ITALIANO DISORIENTATO E INCATTIVITO A CAUSA DI DECISORI CHE HANNO UN' UNICO OBIETTIVO: DISTRUGGERE IL PAESE E SVENDERE CIO' CHE NE RIMANE

MENTRE I NOSTRI POLITICI GOZZOVIGLIANO FRA PRIVILEGIATE RENDITE DI POSIZIONE E RICCHE PREBENDE SFRUTTANDO LE INSANE E FALSE TEORIE ECONOMICHE DI ECONOMISTI PREZZOLATI DALLE INFLUENTI THINK TANKS EUROPEE, L'ITALIA VA IN MALORA,
MENTRE LA GENTE FUGGE ALL'ESTERO E VIENE RAPIDAMENTE SOSTITUITA DA IMMIGRATI CHE SELVAGGIAMENTE SI APPROPRIANO DI AMPI TERRITORI DELLA NOSTRA MARTORIATA REPUBBLICA.

di Antonio Tortora

Il debito pubblico, un pozzo senza fondo e vera condanna a morte per l'Italia, di cui solo la classe politica è responsabile e non i cittadini. (Immagine tratta da www.laboratoriolapsus.itc)
Lo scontro diretto fra classe politica, sempre più drammaticamente lontana dal Paese e dalla gente, e la popolazione italiana sempre più drammaticamente impoverita, disorientata e rabbiosa ha assunto proporzioni mai viste in precedenza e non lascia presagire nulla di buono nell'immediato futuro; posto che esista un futuro visto e consederato che, non essendoci limite al peggio, la situazione si aggrava in maniera esponenziale e il futuro è già qui con il suo pesante carico di incertezze e violenza ormai non più tanto velata e nascosta. Tutti i decisori si meravigliano del livello su cui si sta proiettando lo scontro ma, in realtà, fanno finta di non comprendere le ragioni profonde dello scontro che è stato proprio da loro scientificamente alimentato dando luogo a governi fantoccio e ad accordi internazionali che stanno conducendo l'Italia, irreparabilmente, al suicidio politico, economico e sociale. Tutti i commentatori invitano ad abbassare i toni della polemica politica nei talk show, del confronto sociale nelle piazze, del contraddittorio virulento sui social media, delle contese verbali fra individui nel corso delle cosiddette chiacchiere da bar. Ma appare evidente che, ormai, è tardi e un certo integralismo ideologico, assolutizzante, massimalista e a dir poco dogmatico si fa strada nella mente e nell'eloquio di cittadini che, non potendone più, prendono posizione su ogni cosa e su ogni argomento senza saperne abbastanza, senza consapevolezza alcuna, senza discernimento, sia pur in maniera forte, convinta e quasi feroce. Ciò indica uno stato confusionale derivante da un disorientamento spaventoso; una rabbia malcelata che non si riesce più a nascondere e a controllare; una vera e propria mutazione antropologica pari solo a quella descritta nel secondo dopoguerra e a cavallo fra il secondo e il terzo millennio da Pier Paolo Pasolini. La fiducia nei confronti della classe dirigente è venuta meno facendo implodere tutto il sistema sociale che, da tempi lontani, si basa essenzialmente su un mutuo accordo fra governanti e governati teso a coprire a vicenda le proprie magagne e a trovare intese sotterranee soddisfacenti per tutti. Così è nata l'Italia e in tale maniera il sitema Italia si è evoluto fino a quando la classe politica, distante ormai anni luce dal Paese reale, ha cominciato a soffrire di delirio di onnipotenza e ha ritenuto di svendersi umanamente e di svendere economicamente a potenze straniere e alle centrali della nuova dittatura europea, costola significativa di un mondo globalizzato dove solo le merci e i capitali contano, tutto il vendibile, debito pubblico studiato a tavolino compreso. E' nauseante la volgarità con cui normali cittadini si scagliano contro i politici in generale e contro i manager di banche decotte che si ritirano con buonuscite milionarie; contro funzionari delle Stato che non riescono a comunicare nulla se  non la propria arroganza e contro forse dell'ordine che, troppo spesso, usano le maniere pesanti nei confronti di inermi cittadini che protestano civilmente; contro gli amministratori pubblici plurindagati e troppo spesso assolti, per i più svariati e gravi reati previsti dal codice penale e contro resposabili di grandi aziende dello Stato che hanno condotto quelle stesse aziende al fallimento totale. Tuttavia è altrettanto nauseante un ministro del lavoro, come Elsa Fornero, che definisce "choosy" ovvero schizzinosi nei confronti della scelta del posto di lavoro; un vice-ministro del lavoro, come Michel Martone, che definisce "sfigato" un giovane che non si laurea entro i tempi da lui ritenuti giusti e congrui; un ministro dell'economia, come Tommaso Padoa Schioppa, che presentando la nuova finanziaria nel 2007 accusò i giovani che non andavano via di casa alla ricerca di lavoro all'estero di essere "bamboccioni"; un presidente del Consiglio dei Ministri Matteo Renzi che affermò, come da intercettazione telefonica pubblicata sui media e pochi giorni prima delle votazioni europee del 2014, che essendo "gli italiani dei coglioni con la sola promessa degli 80 Euro avremmo già la vittoria in tasca"; per giungereb a Silvio Berlusconi che si divertì a definire "coglioni" tutti quesgli italiani che avrebbero, nel 2006, votato a sinistra. Hanno seminato bene, non c'è che dire, e il ministro del lavoro e delle politiche sociali Giuliano Poletti ci mette del suo, con cinismo e malignità in merito alla cosiddetta fuga dei cervelli: "È un bene che certa gente se ne sia andata, sicuramente questo Paese non soffrirà a non averli più tra i piedi" questo è quanto affermato non molto tempo fa dal Poletti che, in un secondo momento, non ha ccettato il contraddittorio con giovani che avrebbero voluto obiettare qualcosa guardandolo negli occhi. Noi comunque non capiamo per quale motivo un giovane che ha studiato oppure che non ha studiato ma che si è formato per affrontare un qualsiasi lavoro, mestiere o professione, debba essere costretto a emigrare, ad abbandonare il proprio Paese, la prorpia famiglia e i propri affetti recandosi all'estero. Non solo ma non capiamo per quale motivo questa moda radical chic stia a significare, implicitamente, che chi va fuori debba essere per forza migliore di chi sceglie invece di rimanere qui, a casa sua, per combattere la propria battaglia di giustizia e di equita. E' vero che moltissima gente si reca all'estero per cercare un lavoro che qui, da noi, è ormai diventato inesistente a meno che non si ricorra a una qualche raccomandazione capace di scovare un lavoro in un mercato del tutto asfittico ma non tutti hanno l'attitudine a viaggiare, a trasferirsi in un'altra nazione, a inserirsi in altri contesti che potrebbero anche essere ostili, a imparare un'altra lingua straniera; tutto ciò dovrebbe rappresentare una scelta e non un obbligo codificato dai luoghi comuni senza fondamento. Certo andare via da questo Paese tranquillizza, non poco, la classe dirigente, perchè alle nostre latitudini è sempre stato un bene "non disturbare il manovratore" che può, in tal modo, non rendere conto a nessuno di tutti i suoi errori
L'Italia chiude inesorabilmente per fallimento di una classe dirigente incapace www.signoraggio.it


La politica non offre più alcuna soluzione ai problemi reali della gente, anzi si dà da fare con la complicità di media prezzolati e completamente venduti, per convincere le persone che qualcosa, in fondo in fondo, si stia facendo per migliorare le cose; per convincerci che l'Unione Europea rappresenta il miglior sistema in cui vivere e prosperare; per convincerci che l'Euro è la moneta che ci salverà definitivamente dal collasso finale; per convincerci che la cessione di sovranità a organismi globalizzati e autoritari è la cosa giusta da fare. Ma tutto ciò non convince più e la gente, sia pur lobotomizzata da decennni di propaganda mediatica, comincia a risvegliarsi e a percepire qualcosa di diverso e di più reale, in altre parole a prendere coscienza e consapevolezza delle menzogne che sono state propalate per verità di fede fino a non molti anni fa. La classe politica si è avvalsa della spettacolarizzazione riducendo il confronto politico a una manciata di battute e di finte e sterili polemiche rilanciate dagli schermi televisivi e dalle pagine dei giornali; una sorta di derby calcistico e di una Sanremo della politica. Si è avvalsa della personalizzazione per convincere il pubblico che comunque dietro certe affermazioni c'è un uomo normale come tutti anzi più capace di portare avanti le proprie idee rimettendoci la faccia e non, invece, uno che gode dell'immunità più totale. Si è avvalsa della volgarizzazione facendo scendere il livello del dialogo al fine di dare la sensazione, certamente più gradevole e "democratica", di interloquire con gente comune e fra gente comune e non fra decisori autoritari e popolo suddito. Si è avvalsa, infine, della megalomania e dell'egocentrismo degli interlocutori dei social network al fine di instaurare attraverso profili, post, twitt e immagini private un illusorio rapporto con cittadini di cui, naturalmente, nessuno se ne frega. Dunque la sosfisticazione tecnologica, che funge anche da preziosa valvola di sfogo tende, almeno per il momento, a perfezionare questo insano e finto rapporto che intercorre attraverso il Web ed è capace di scaricare adrenalina su una massa di frustrati che, altrimenti, non saprebbero proprio come esprimersi. Troppa rabbia nel web, troppo cinismo fra i politici che giocano con il futuro di un popolo; troppa impunità per quegli amministratori che sempre più spesso la fanno franca e non sono capaci di assumersi le responsabilità dei propri imperdonabili errori; troppa ebbrezza da privilegio per chi appartiene alla casta dominante sempre più priva di scrupoli e allergica agli articoli del codice civile e penale. Troppa saccenteria per quegli economisti tanto blasonati e bocconiani quanto spacciatori di teorie false e improponibili che hanno devastato l'economia reale creando l'economia virtuale dei derivati e dei prodotti finanziari frutto di algoritmi dove l'uomo non compare se non come programmatore ovvero come parte e ingranaggio di una macchina senziente. In questa logica ormai acclarata solo le banche pssono e devono essere salvate nonostante siano colpevoli della scomparsa del denaro di centinaia di migliaia di risparmiatori, forse milioni, e di piccoli azionisti nonchè della creazione di un impero parassitario costruito sulla regola della "riserva frazionaria" e sul sequestro delle proprietà immobiliari di cittadini che non ce la fanno più a sostenere il peso di mutui e prestiti.


Tutto ciò a scapito della sobrietà, dell'etica, della discrezione, dell'educazione, del buon senso, del dialogo non volgare, dell'iniziativa economica concreta, della semplicità dei rapporti sigillati da una stretta di mano, della cultura, del carattere e della forte personalità. L'Italia, un Paese che non c'è più e fortemente mutato antropologicamente, lascia un vuoto incolmabile in un'Europa che nemmeno si accorge di ciò che sta perdendo in termini d'identità nazionale e di storia comune, tutta presa dalla fisima di un'europeismo finanziarizzato e globalizzato dove solo computer, data base, cervelloni e tecnocrati avranno cittadinanza vera e garantita. L'Italia del Medioevo e dei Comuni, dell'Umanesimo e del Rinascimento, delle scoperte scientifiche e dell'arte, delle grandi e numerosissime aziende manifatturiere, delle campagne e dei prodotti biologico sta lasciando dietro di sè un Paese devastato dalle tasse, martoriato dai terremoti, desertificato nei piccoli centri disseminati sull'arco appenninico e lungo le splendide coste lasciando campo libero alle orde di nuovi barbari che, massicciamente importati con la complicità di una classe politica traditrice e che ha interessi incoffessabili, finiranno il lavoro sporco devastandone i territori con buona pace dei buonisti, dei caritatevoli ad ogni costo, dei falsari del diritto internazionale umanitario, degli accoglitori di profughi e immigrati per mestiere e per profitto. Qualcosa non va e la gente comincia a comprendere che, forse, è anche troppo tardi per cambiare.