domenica 4 giugno 2017

A NAPOLI UN MUSEO DELLO SPIONAGGIO ITINERANTE IN CERCA DI SEDE. UNICO NEL SUO GENERE E POCO CONOSCIUTO MA CHE HA TUTTE LE CARTE IN REGOLA PER DIVENTARE UN FORMIDABILE ATTRATTORE CULTURALE E STORICO

Macchina crittografica tedesca ENIGMA (Foto di A.Tortora)
DALLA PASSIONE DI RAFFAELLO D'ETTORE E LA COLLABORAZIONE DI ANTONIO ANASTASIO E CARMINE MARINO NASCE L'IDEA DI FONDARE UN MUSEO DELLO SPIONAGGIO A NAPOLI, LA SEDE PIU' ADATTA E STRATEGICA PER LE CONNESSIONI INTERNAZIONALI NEL BACINO DEL MEDITERRANEO.
 di Antonio Tortora
Museo dello Spionaggio a Futuro Remoto (Foto di A.Tortora)
 
Antonio Tortora con il Direttore del Museo dello Spionaggio Raffaello D'Ettore e il collaboratore Camillo Marino (Foto di A.Tortora)

Non c'è bisogno di aver letto "Le spie imperfette" da Custoza a Beirut e l'"Enciclopedia delle spie" in 285 voci del giornalista Giorgio Boatti e neppure l'affascinante opera storica "Storia dei Servizi Segreti in Italia" del sociologo Giuseppe De Lutiis, per provare passione e interesse per la storia nascosta che aleggia dietro le quinte della storia apparente e "ufficiale". Una storia fatta di Centri Elaborazione Dati ministeriali e di numerosissimi Servizi Segreti che costellano il pianeta, di barbe finte, di agenti e di spie che continuamente si agitano dentro e oltre i confini e le "cortine" nazionali, di sigle e codici, di top secret e NATO Security Clearance - Nos. Uno strano mondo su cui molto si favoleggia, tantissimo si è scritto alimentando interminabili filoni romanzeschi e che altrettanto appassiona perchè la gente avverte chiaramente che dietro gli eventi della storia si muovono reti di persone, gruppi organizzati, lupi solitari, strumenti tecnologici avanzatissimi soprattutto nel campo della videosorveglianza (vedi la rete italiana Cosmo-Skymed e la rete globale Echelon) , ideologie mutevoli e adattabili a tutte le circostanze, strategie e opzioni militari. Tutte le diplomazie e le relazioni internazionali sono implementate da una fitta, complessa e inarrestabile attività d'intelligence, di spionaggio e di controspionaggio e questo Raffaello D'Ettore, che fonda il Museo nel 2014 mettendo a frutto le sue conoscenze in campo antropologico e nel settore dell'intelligence, e Antonio Anastasio che pure contribuisce alla raccolta di documenti e materiale storico di grande importanza, lo sanno bene; per tale ragione nasce a Napoli il primo Museo dedicato allo spionaggio in Italia, il secondo in Europa dopo la Germania e il terzo al mondo dopo gli Stati Uniti.

 
 Con il vice Direttore del Museo dello Spionaggio Antonio Anastasio (Foto di A.Tortora)






Veduta d'insieme esposizione Museo dello Spionaggio (Foto di A.Tortora)


Ora è necessario che qualche pubblica istituzione, ma anche qualche ente privato, possa mettere a disposizione una sede per un Museo dello Spionaggio che è destinato a crescere in termini quantitativi, vista la grande mole di attrezzature, di oggetti di culto e di documentazioni che sono stati repertati e faticosamente catalogati per diventare uno strumento didattico disponibile a un pubblico sempre più attento nei confronti di questa materia; nonchè è destinato a crescere in termini qualitativi perchè il materiale catalogato ed esposto è davvero incredibile. Inoltre gli intraprendenti organizzatori hanno ipotizzato una forma di collaborazione "open" con chiunque abbia voglia di esporre pezzi ed oggetti attinenti il mondo dello spionaggio con una vetrinetta dedicata e sponsorizzata dal Museo fino a inserire i soggetti partecipanti in qualità di membri onorari del Museo. Oggetti  spy, di vecchia data riconducibili alla  storia, attrezzature della guerra fredda, oggetti rari  o cimeli come radio trasmittenti, microcamere, mini macchine fotografiche, vecchi telefoni da campo ecc. ancora oggi possono essere rinvenuti in qualche cantina o in qualche vecchia abitazione e potrebbero diventare interessanti ai fini di cui si prefigge il Museo. La collaborazione è aperta a tutti coloro che, animati di buona volontà, desiderino dedicare un pò di tempo, competenze e passione a una materia così affascinante e che vede a Napoli una forma di concretizzazione più unica che rara. Info sulla collaborazione: http://www.museodellospionaggio.com/?page_id=262. Il Museo ha già esposto presso Castel dell'Ovo parte di quell' armamentario  che fu delle spie di guerra, nella prima metà del Novecento, quando le telecomunicazioni hanno rivestito un’importanza fondamentale nei conflitti e ancor prima presso l'ex ospedale psichiatrico Leonardo Bianchi e tuttavia cerca casa per offrire un servizio sempre più completo a tutti coloro che si sentono attratti dalla storia che si è sviluppata dietro le quinte e anche a tutti coloro che, mai come nella contemporaneità, avvertono distintamente che la stessa storia si muove su più livelli visibili e invisibili. Dalla formazione dell'agente alle scuole d'intelligence, dal lavoro sotto copertura all'infiltrazione, dalla contraffazione dei documenti al reclutamento, dalla rete di contatti al vero e proprio funzionamento di una rete clandestina di contatti e relazioni, dal travestimento alle intercettazioni telefoniche fino a giungere ai linguaggi cifrati già utilizzati in epoche remote, ce n'è abbastanza per stuzzicare l'interesse anche del più disinteressato. Per cui ben si comprende l'importanza di un'iniziativa davvero meritoria dell'istituzione di un Museo dello Spionaggio che, sebbene in cerca di sede, ha enormi potenzialità per lo studio del passato e per le anticipazioni di un futuro che si avvicina molto velocemente.

Una microtrasmittente nel tacco di una scarpa (Foto di Antonio Tortora)




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