sabato 2 maggio 2020

 GLI ITALIANI, DEL TUTTO NARCOTIZZATI DAI QUOTIDIANI BOLLETTINI DI GUERRA, PENDONO DALLE LABBRA DELLE NUOVE VERE STAR DELLA TV E DEI MEDIA; CIOE' DI QUELLA CERCHIA DI VIROLOGI CHE DRAMMATIZZANO E INSISTONO SU DISTANZIAMENTO SOCIALE, TRACCIABILITA' E VACCINI OBBLIGATORI PER TUTTI. QUESTI SOGGETTI, POLITICAMENTE MOLTO CORRETTI E NECESSARI PER GIUSTIFICARE LA DECRETAZIONE D'URGENZA, GODONO DI UBIQUITA' ESSENDO PRESENTI SU TUTTI I MEZZI DI INFORMAZIONE QUASI IN CONTEMPORANEA E IN LUNGHE DIRETTE CHE, DI SICURO, LI DISTOGLIERANNO DAL LORO VERO LAVORO. GLI SPECIALISTI CHE INVECE NON DRAMMATIZZANO, MOSTRANDO UN APPROCCIO PIU' EQUILIBRATO A PROPOSITO   DELLA SARS-CoV-2, NONOSTANTE IL LORO STRAODINARIO BACKGROUND ACCADEMICO E SCIENTIFICO, VENGONO BRUTALMENTE OSTRACIZZATI, SCREDITATI E DENIGRATI CON OGNI MEZZO PARAFRASANDO IL PRINCIPIO CHE TUTTI SONO SCIENZIATI MA ALCUNI LO SONO PIU' DEGLI ALTRI. IL VIROLOGO CHE PIU' IMPAZZA SUI MEDIA MAINSTREAM E ALLA RAI IN PARTICOLARE E' ROBERTO BURIONI.

Il coordinamento Regionale Lombardia Diritti e Salute (CReLDiS), verso la metà di aprile unitamente a numerose altre associazioni, ha richiamato l'attenzione della Rai e dell'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni - AGCOM sulla necessità di garantire una doverosa e più corretta pluralità di informazione dei servizi televisivi e di sottoporre a verifica l'eventuale uso improprio e ambiguo dell'informazione. e i motivi di tale richiamo sono ampiamente giustificati.
di Antonio Tortora  

Tratto da: /corrieredellumbria.corr.it
In pratica non c'è giorno, e anche più volte al giorno, che non si veda, che non si legga o che non si senta dappertutto in televisione, sulla carta stampata, sel web o alla radio il prof. Roberto Burioni che pontifica fino alla noia e con innaturale insistenza su tutto ciò che riguarda l'emergenza sanitaria che, purtroppo, stiamo vivendo senza alcuna alternativa valida agli arresti domiciliari. 
Il suo lessico appare violento e ostico come già si evince dalla lettura dei titoli di alcuni suoi libri: "Il vaccino non è un'opinione. Le vaccinazioni spiegate a chi proprio non le vuole capire", "La congiura dei somari. Perché la scienza non può essere democratica", "Omeopatia. Bugie, leggende e verità", "Virus, la grande sfida. Dal coronavirus alla peste: come la scienza può salvare l'umanità", "Balle mortali. Meglio vivere con la scienza che morire coi ciarlatani". Ebbene senza nulla togliere al merito divulgativo dei testi citati si nota subito che il professore, vero fuoriclasse dei social media e del giornale unico del virus (maggioranza dei media mainstream), attacca tutti quelli, compresi i suoi colleghi medici, che ritengono che i vaccini non siano la panacea di tutti i mali e che è necessario conoscerli bene (cosa che non è affatto garantita per gli utilizzatori finali ovvero i genitori) per utilizzarli meglio e consapevolmente. Dunque il prof. Burioni lascia evidentemente intendere che nessuno può avere opinioni in merito ai vaccini (tranne le sue) pertanto l'obbligatorietà è d'obbligo e degli effetti collaterali nonchè delle reazioni avverse chi se ne frega. Poi sostiene, al pari di Piero Angela vero campione di fastidiosa supponenza divulgativa al contrario del figlio Alberto umile e preparato, che la scienza non è democratica e che coloro che si permettono di nutrire un qualsiasi dubbio in merito a questioni scientifiche, non esercitano libertà di pensiero e capacità critica ma appartengono certamente alla specie equide dei somari. Definizione riduttiva perchè il somaro è ostinato e la testardaggine è la principale caratteristica di chi non si piega facilmente dinanzi ai diktat da qualunque parte essi provengano. Il definire somaro, senza rispetto alcuno, chi la pensa diversamente, pare normale dal suo punto di vista poichè è un sostenitore della dittatura della scientocrazia la quale, non dimentichiamolo mai, in un passato non troppo lontano ha portato a pratiche criminali ed eugenetiche e ad atroci sperimentazioni chirurgiche, psichiatriche e farmacologiche, tutte rigorosamente volute da sadici malati di mente certo, ma pur sempre scienziati e accademici accreditati. A tal proposito suggeriamo di leggere, utile complemento alla scrittura, il pregevole volume: "Le bugie della scienza. Perchè e come gli scienziati imbrogliano" scritto dal professore di storia della scienza dell'Università di Lecce Federico Di Trocchio in cui, oltre ad evidenziare gli incidenti di percorso di scienziati, questi sì davvero famosi, si parla diffusamente di come "la lotta per la conoscenza, intrecciata a quella per il potere rappresenta la causa principale di tante illustri cadute a cui va aggiunta, oggigiorno, la possibilità di ottenere ricchi finanziamenti, statali o privati che siano". 
Per l'omeopatia poi, l'attacco buroniano converge sui numerosi medici e farmacisti di diversa scuola, inaugurata dal medico tedesco Samuel Hahnemann nella prima metà del XIX secolo, che prescrivono e vendono prodotti che tengono conto del principio "similia similibus curantur" nonchè di diluizione e dinamizzazione; anche questi sono medici a pieno titolo e non si dovrebbe mettere in dubbio l'intelligenza e la buona fede di chi ne ha provato e ne sperimenta i benefici effetti. La natura ha da sempre curato e fa specie che quando si tratta di farmaci la natura stessa, che viene continuamente tirata in ballo come contesto di vita essenziale per l'uomo, non serve più a niente e diventa, addirittura, pericolosa. Certo senza far guadagnare le aziende farmaceutiche che si mantengono lontane mille miglia dalla natura privilegiando i principi chimico-sintetici che presentano una quantità impressionante di effetti collaterali, morte e atroci sofferenze comprese, come si evince scorrendo un qualsiasi bugiardino. Inoltre come la mettiamo con "i 14 mila (secondo l'Associazione degli anestesisti) e i 50 mila decessi (secondo Assinform, editore di riviste specializzate nel settore del rischio nel campo della sanità) per malasanità ogni anno solo nel nostro Paese? Il 50% si sarebbe potuto evitare. 320 mila persone subiscono un danno e le cause pendenti nei confronti dei medici per presunti errori sono fra le 12 mila e le 15 mila l'anno, La richiesta di risarcimento danni (secondo i dati Ania, l'associazione che rappresenta le imprese assicuratrici) ammonta a 2,4 miliardi di euro l'anno (dati non troppo aggiornati perchè è meglio che non si alzi troppa polvere su questi temi così dominati da Big Pharma e dai suoi emissari). Dunque è possibile che anche nella medicina "ufficiale" moderna e allopatica, ci si possa imbattere in medici ed operatori sanitari molto distratti, professionalmente impreparati o addirittura in ciarlatani il cui titolo abilitativo, forse, non è del tutto meritato viste le intoccabili baronie che caratterizzano gli ambienti della sanità pubblica e privata. Per non parlare poi dei conflitti d'interesse su cui, per la casta medica, è meglio stendere un velo pietoso. Eppure basta capitare, per avventura, in una qualunque corsia di ospedale per rendersi conto di quanta malasanità e di quanto uso irresponsabile di protocolli salvamedico vengano attuati quotidianamente. O la paura del virus ci ha azzerato la memoria?
Anche rapportare il coronavirus alla peste appare esagerato e fuori luogo in quanto i numeri, non sono congrui e l'allarmismo eccessivo con cui la materia viene attualmente trattata lascia intendere che ben altre finalità, magari di sperimentazioni politiche, economiche o sociali, possano esserci dietro ai drastici provvedimenti autoritari e anticostituzionali che il Governo ha promulgato imponendo la reclusione forzata a tutti gli italiani. Le 27mila persone circa decedute in Italia rappresentano un numero su cui sembrano esserci molti dubbi per l'approssimazione con cui a tutti i morti, negli ultimi tre mesi, viene attribuita come causa o concausa il coronavirus. Per la cronaca e per gli increduli alcuni dati relativi ai troppo pochi morti per coronavirus, che pure erano stati dichiarati dall'I.S.S., oggi non sono più rintracciabili agli indirizzi dove di norma potevano essere esaminati (ad es. Il 18 marzo, dopo aver esaminato 355 cartelle delle 2.003 pervenute, l’Istituto Superiore di Sanità, aveva dichiarato che solo 3 persone morte (di o con il coronavirus) non avevano altre patologie concomitanti. Gli altri 352 defunti presentavano in media 3 co-morbilità,  può darsi perciò che la causa di morte sia stata un’altra malattia o sia successo che la polmonite interstiziale abbia aggravato quadri clinici già compromessi. Ricordiamo che la peste nera europea del 1346 fece circa 25 milioni di morti  e l'influenza Spagnola del 1918 ha mietuto circa 50 milioni  di vittime per cui il raffronto con la Sars-CoV-2 è ridicolo, fuorviante e strumentale. Ma torniamo al prof. Burioni il cui mondo fisico e immaginario è popolato di somari, ciarlatani, democratici (orrore!), omeopati, di gente che racconta balle, di Marta Rita Gismondo definita "la signora del Sacco", di Giulio Tarro, per due volte candidato al Nobel, che invece sarebbe un signor nessuno etcetera, etcetera. In altre parole è un mondo abitato di persone che pensano con la propria testa e cercano di non farsi fregare dalla scienza a senso unico, totalitaria e trasformata in un corpus di dogmi religiosi, dunque da gente che non è d'accordo con il prof. Burioni e con la sua onnipresenza.
"Il virologo - è scritto nel documento redatto dal Coordinamento Regionale Lombardia Diritti e Salute CReLDiS - non riveste alcuna carica pubblica che potrebbe in qualche modo giustificare questa sovresposizione mediatica che peraltro, perviene anche dalla stessa trasmissione condotta da Fazio (Che tempo che fa); non solo ma proprio perchè "esercita nel contesto di una struttura privata.....non riteniamo sia corretta una visibilità tale come quella offerta da un'emittente pubblica che è tenuta a garantire un pluralismo informativo". (https://wp-oltre.s3.amazonaws.com/uploads/2020/04/Segnalazione-RAI-rif-vers-def.pdf) Difatti i telespettatori hanno, sin da subito, rilevato che il virologo "permane fisso in studio anche potendo così esprimere commenti su opinioni espresse da terzi, senza.....vero dibattito e confronto in contraddittorio, e senza garantire il diritto di replica da parte dei suddetti sogetti terzi". Decisamente le voci in campo sono troppo poche e gli stessi brevi collegamenti con altri interlocutori, fuori dallo studio, non assicurano "al cittadino il diritto di essere compiutamente informato" violando convenzioni, contratti e normative e inoltre mancando di rispetto per i cittadini che, per poter vedere i canali Rai, sono costretti a pagare un canone annuale da più parti ritenuto "odioso" visto il tipo di informazione faziosa, filogovernativa e quasi a reti unificate, per quanto riguarda i contenuti, che quotidianamente manda in onda. Il prof. Burioni è stato ospite fisso, in studio al programma di Fazio, ormai vero satrapo dell'informazione unica del virus, almeno 8 volte dal 23 febbraio al 12 aprile scorso nonostante la Rai abbia imposto da tempo lo stop a tutti gli ospiti in studio in tutte le trasmissioni. Una situazione davvero anomala e profondamente scorretta nei confronti dell'utenza di cui Fazio e la stessa Rai evidentemente  se ne fregano allegramente, e che confligge con l'esigenza "di avviare un vero e proprio contraddittorio scientifico con altri esperti del campo medico e non uno sterile monologo". 
Nessuno dimentichi che lo stesso Burioni "in un recente passato ha espresso opinioni ta esse contrastanti - è scritto nella segnalazione della CReLDis - avendo dichiarato proprio negli studi di Che tempo che fa, il 2 febbraio, che il rischio per l'Italia della diffusione del contagio era pari a zero"; per questa ragione e per molte altre già descrittte in precedenza, ci si chiede perchè il prof. Burioni  debba essere considerato "espressione e unica voce autorizzata ad argomentare sulla materia e per di più con questa inspiegabile frequenza mediatica"? Non vogliamo poi sottovalutare le "sue preoccupanti dichiarazioni riguardo la sperimentazione dei vaccini sull'uomo" - è scritto ancora nella segnalazione - laddove egli stesso, in data 13 aprile stando al quotidiano Il Tempo  ritiene che le osservazioni di natura etica avanzate da più parti siano dei "problemi" e, unitamente al prof. Gambotto, sostiene che "l'approvazione di un vaccino" non dovrebbe risentire di "troppe lungaggini burocratiche". Il tutto alla faccia dello studio e della necessaria sperimentazione, voluti da gente troppo "problematica" per un vaccino che non servirà a niente visto che di questo virus si sa molto poco o niente e che, per le cure, si procede decisamente a tentoni. Giova ricordare (ai fini dell'accertamento di eventuali conflitti d'interesse) anche quanto riportato a pagina 2 del documento e riguardante il fatto che "il professore, come riportato nel suo curriculum, è titolare di brevetti internazionali relativi a procedure di immunologia molecolare, anticorpi monoclonali umani e farmaci immunologici". Nel documento della CReLDiS inviato alla Rai e all'Agcom, indicato nel corpo dell'articolo e tra i link, si ritrovano tutti i riferimenti normativi, compresi i pareri della Commissione di vigilanza dei servizi radiotelevisivi, la Convenzione europea dei diritti dell'uomo, del diritto dell'Unione Europea e del diritto costituzionale italiano, violati da Fazio e dalla trasmissione della Rai Che tempo che fa.

https://tv.iltempo.it/home-tv/2020/03/27/video/coronavirus-roberto-burioni-che-tempo-che-fa-2-febbraio-video-fabio-fazio-ministro-speranza-1303543/.
https://codacons.it/i-fatti-danno-ragione-a-tarro-il-caldo-rallenta-il-contagio/
https://www.youtube.com/watch?v=CaCRUFo3-Ig Intervista a Burioni del 2 febbraio 2020 (min. 4.56).
https://www.adnkronos.com/fatti/cronaca/2020/03/27/burioni-detto-rischio-zero-febbraio-non-sono-veggente_FCpBVYP2KTWvzuTJHXLo5I.html
https://www.iltempo.it/cronache/2020/04/13/news/vaccino-coronavirus-volontari-roberto-burioni-andrea-gambotto-pittsburgh-fabio-fazio-che-tempo-che-fa-cerotto-1313726/.(Vaccino in fretta senza lungaggini burocratiche). Affari succulenti per Big Pharma senza alcun controllo etico e scientifico).
https://www.corriere.it/Primo_Piano/Cronache/2004/09_Settembre/17/errorimedici.shtml.


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