martedì 24 marzo 2020

LA PROLIFERAZIONE DI DECRETI GOVERNATIVI E ORDINANZE REGIONALI E COMUNALI STA MIETENDO VITTIME FRA LA POPOLAZIONE CHE, INCREDULA E DISORIENTATA DA QUANTO STA ACCADENDO IN CITTA', COMUNI E FRAZIONI D'ITALIA, E' COSTRETTA A RIMANERE AGLI ARRESTI DOMICILIARI.
NELLO SCONTRO TRA REGIONE LOMBARDIA, VENETO, CAMPANIA E IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO CONTE VINCE UNA BUROCRAZIA AUTORITARIA, IRRESPONSABILE E PERICOLOSA CHE HA MESSO DEFINITIVAMENTE IN GINOCCHIO TUTTI GLI ITALIANI. ABOLITE LE LIBERTA' E I DIRITTI COSTITUZIONALMENTE GARANTITI.
  
Di Antonio Tortora




Tratto da fronterasblog.com hermano-mayor-1984
                                                            

E' impossibile districarsi fra gli innumerevoli decreti del Presidente del Consiglio dei Ministri,  del Dipartimento della Protezione Civile e del Ministero della Salute; ed è altrettanto difficissimo discernere fra le disposizioni contenute nelle ordinanze, nelle circolari e nelle note sia ministeriali che delle Regioni e dei Comuni. Sindaci e governatori, dopo anni e anni di totale abbandono dei territori e dei loro stessi concittadini-elettori hanno colto la preziosa occasione di trasformarsi in sceriffi pronti a registrare video contenenti anatemi e minacce a destra e a manca. E' una questione di correttezza nella comunicazione che oscilla fra i due estremi: dalla totale mancanza di rispetto per i diritti inviolabili (forse) dei cittadini irrimediabilmente calpestati a un lessico aggressivo e bellicoso, di certo non istituzionale e davvero inusitato.  In sostanza questi personaggi fanno a gara a chi dispone restrizioni sempre maggiori. Quasi un'isteria che li ha contamiminati irrimediabilmente per cui non sapendo cosa fare e volendo scrollarsi di dosso il pesante carico di responsabilità per la loro cecità politica che ha portato al collasso la tanto decantata sanità italiana, non sanno fare altro che i duri; ma di certo non sono puri.
Gli italiani, per la prima volta e su vasta scala, sono diventati nemici da reprimere e punire. Nella migliore delle ipotesi il mainstream, politicamente corretto d eticamente scorretto oltrechè allineato al diktat governativo, lascia intendere che si tratti di un popolo capriccioso e infantile; ma ciò non corrisponde alla realtà. Non si può azzerare tutte le libertà civili e i diritti costituzionali bloccando, sic et sempliciter, la vita di un intero Paese, foss'anche per cause gravissime e per emergenze sanitarie. L'uomo è un animale sociale e dotato di libero pensiero, pertanto non può essere sottoposto a legge marziale, a controlli degni di uno stato di polizia, a privazione dei rapporti sociali e del lavoro quale fonte di sostentamento, da un momento all'altro e in assenza di uno specifico stato di guerra che può essere dichiarato soltanto dalle Camere per dettato costituzionale. Parliamo di stato di guerra in quanto la massiccia presenza di personale armato di mitra, con giubbotti antiproiettile, un fare brusco e autoritario, vetture posizionate in maniera strategica nonchè la richiesta perentoria di un'autocertificazione complessa e molto discutibile nella forma e nella sostanza, fa ritenere che il normale cittadino venga trattato come un nemico da fermare, da intimorire e da minacciare. Poco importa se si tratta di un anziano, di un genitore con bambini, di un giovane che deve lavorare per forza per sopravvivere. Tutti gli equilibri della vita normale saltano e ogni persona rischia di essere incriminata senza nemmeno avere la possibilità di opporsi legalmente all'abuso perpetrato nei suoi confronti. D'altra parte, e non poteva essere altrimenti, molti provvedimenti si contraddicono a vicenda, si sovrappongono, si annichiliscono a tal punto che tra le decine e decine di migliaia di persone denunciate i milioni di soggetti controllati regna lo sconforto e un senso di impotenza per non aver nemmeno compreso bene le motivazioni per cui è scattata contro di loro una denuncia di rilievo penale. Un centinaio di migliaia di persone per bene e incensurate vengono trasformate, in men che non si dica, in criminali che se la dovranno vedere con la giustizia e forse con il carcere. 
Inoltre ci chiediamo come sia stato possibile militarizzare tutto il territorio nazionale, in pochi giorni, con numerosissimi posti di blocco e controlli capillari quando la narrazione comune ci ha sempre afflitto con l'idea che gli uomini delle forze dell'ordine non fossero sufficienti e i loro mezzi pochi e obsoleti. All'mprovviso, gli agenti impegnati nei controlli sono aumentati all'inverosimile. E come se non bastasse il modulo per l'autocertificazione cambia tre volte, almeno fino al momento in cui scriviamo, e contiene molteplici richieste di elementi conoscitivi che, da soli e in una frazione di tempo infinitesima, bastano a stracciare tutti i diritti assoluti dell'individuo; fra questi la libertà personale e la libertà di circolazione e soggiorno. Che ciò accada in Italia, dove la vocazione autoritaria evidentemente è innata, è particolarmente grave in quanto il nostro Paese è stato ripetutamente già condannato dalla Corte europea dei diritti dell'uomo, proprio per la violazione di quei diriti fondamentali che la Costituzione dovrebbe garantire. Dunque il terribile vizio rimane e si trasforma da frequente eccezione a regola assoluta. Giova a tal proposito ricordare che l'Italia ha acquisito il triste primato di Stato con il maggior numero di condanne tra tutti gli Stati dell'Unione Europea. 
La pericolosità dei dispositivi normativi predisposti per il controllo sociale e sul singolo individuo in questi ultimi mesi risiede nel fatto che potrebbero essere confermati anche in epoca post emergenziale, come è già accaduto in precedenza, per esempio in occasione dei fenomeni terroristici che hanno funestato il Paese qualche decennio fa. Cosicchè le normative emergenziali emanate in periodi critici non hanno esaurito la loro efficacia erga omnes all'indomani della fine della crisi bensì hanno implementato l'intera normativa conseguente. 
Per giustificare tale repressione a carico di tutti i cittadini si insiste molto sul diritto alla salute durante l'epidemia virale di Covid-19 e sulla volontà di salvare quante più vite possibile e tuttavia noi ci chiediamo per quale ragione è diventato tecnicamente impossibile ricorrere a cure mediche visti tutti gli ospedali dedicati all'unico morbo che pare esistere; visti i medici di base sigillati nei loro studi e impossibilitati a qualunque visita; visti i numerosi pronti soccorso chiusi o indisponibili a qualsiasi altro ricovero d'urgenza; visti i tempi biblici per l'intervento di ambulanze e personale sanitario di soccorso per qualunque altro tipo d'intervento d'emergenza; vista l'impossibilità di fare esami, visite, controlli e riabilitazioni per milioni di persone che soffrono gravi malattie croniche. Qualcosa non torna e intanto ipotizziamo che la gente muoia nelle case senza che nessuno se ne accorga (molte persone vivono sole e l'assistenza gli è praticamente negata viste le assurde limitazioni al movimento) oppure nelle corsie degli ospedali, dove tutto il personale è mobilitato e precettato per l'epidemia virale su cui ci sarebbe molto da chiarire.
Le gravissime responsabilità dello Stato (Servizio Sanitario Regionale) e delle Regioni (con i relativi governtori autocrati e assessori con deleghe alla sanità) vengono massicciamente ribaltate sui cittadini italiani che, da sempre e a tutte le latitudini, hanno avuto modo di fare i conti con gli imponenti e quarantennali tagli alla sanità; ciò è molto ben chiaro per medici, infermieri e personale sanitario che a vario titolo lavora nelle strutture ospedaliere e che da decenni hanno sofferto del blocco delle assunzioni e della mancanza di attrezzature. Si, parliamo proprio di quella famosa "spending review" di cui Mario Monti andava tanto orgoglioso, con altri prima e dopo di lui, e che non ha mai portato al miglioramento dell'efficienza e dell'efficacia della spesa pubblica, nonostante fossero stati nominati commissari ad hoc e lautamente pagati che hanno sistematicamente fallito la loro missione come ha tecnicamente decretato la Corte dei Conti nel 2017. In buona sostanza il deficit pubblico non è stato minimamente ridotto e innumerevoli pazienti sono morti per ritardi inauditi nelle liste d'attesa; affollamenti ("assembramenti" come ama dire il nostro attuale governo) dei pronti soccorso e delle medicine d'urgenza; per la chiusura di innumerevoli piccoli e grandi ospedali tra cui quel gioiello del Forlanini di Roma specializzato proprio in malattie e complicazioni respiratorie e oggi in uno stato di abbandono e in attesa di essere consegnato a delle non meglio identificate O.N.G. straniere. Morti per colpa della mancanza di stanze; di macchinari tra cui i famosi respiratori oggi diventati merce preziosa; di posti letto da reperire, spesso a fronte di laute mance o raccomandazioni. Deceduti a causa dell'affollamento nei corridoi su brandine improvvisate (dunque per polmoniti e rovinose cadute); per gli stipendi elevatissimi di manager sempre assenti e per il personale imboscato assunto con regole lottizzatorie e clientelari. Già per questi soggetti il denaro è sempre stato disponibile mentre non lo era per macchinari e strumentazioni. 
Non vanno dimenticati gli innumerevoli scandali nella sanità, anche lombarda e del nord in generale, dove i trasferimenti di competenze e di denaro alla sanità privata hanno devastato irreparabilmente i delicati aspetti della ricerca, della prevenzione e della diagnosi (compito del pubblico) ed hanno rafforzato la cura, la riabilitazione e la diagnostica non urgente (compito del privato). Una macchina infernale che ha stritolato il cittadino che non conta nulla e può e deve essere sacrificato sull'altare dei tagli economici e dei protocolli sclerotizzati che, in maniera algoritmica, somministrano cure costose (dove i guadagni delle aziende del farmaco sono elevatissimi) e, in molti casi, inutili. L'importante è far entrare denari nelle casse delle aziende sanitarie pubbliche e private. Chi sa fa finta di  non sapere e chi non sa si è mostrato sinistramente distratto. Oggi tutti si preoccupano della salute, diritto fondamentale tutelato dalla Costituzione, ma l'ammalato e  il paziente che non risulta positivo al Covid-19 può tranquillamente morire. Proprio mentre scriviamo ci giunge notizia di un tipico caso di malasanità di cui nessuno si degnerà di parlare, di un funerale senza benedizione (nella migliore delle ipotesi sarà impartita online), di una cremazione veloce e discreta, di un'altra famiglia distrutta dal dolore mentre il Paese si regge sulle multe, sulle contravvenzioni, dulle denunce penali e su un apparato repressivo diventato improvvisamente e ingiustamente penalizzante per tutti, sempre e comunque. 

Di seguito riportiamo uno sfogo - denuncia scritto da un medico di Lecce, Giorgio Calabrese, su un social e che aiuterà il lettore a comprendere meglio le gravissime responsabilità di quella stessa classe politica che oggi pontifica, minaccia, reprime e si atteggia a salvatrice della Patria solo perchè chiede più restrizioni. Una voce disperata quella del dott.Calabrese che deve essere ascoltata da politici inetti, assetati di potere e per nulla dotati di coscienza.

Cari politici tutti, senza distinzioni di partito o colore politico,
Chi vi scrive è un giovane medico, uno dei tanti che si sente inerme davanti a tutto quello che sta accadendo nel nostro Paese!
Uno dei tanti che ora vorrebbe poter avere maggiori competenze per poter dare una mano ai colleghi della Lombardia, uno dei tanti che vorrebbe sentirsi più utile!
Noi medici non specialisti, facciamo tutti la nostra parte sul territorio, chi come medico di continuità assistenziale, chi come sostituto di medici di medicina generale, chi nei pronto soccorsi o nelle case di riposo. Nel nostro lavoro spesso ci troviamo a gestire situazioni non facili, prendendo decisioni che non siamo ancora pronti a prendere.
Siamo formati a metà, come a metà sono formati i circa 10000 medici abilitati d’ufficio, che credete vi possano salvare dai vostri errori, buttandoli in trincea in questa GUERRA, come carne da macello.
Negli anni avete commesso numerosi errori e continuate ancora a commetterne, nonostante la realtà sia ora sotto gli occhi di ogni persona.
Avete impoverito la sanità come se fosse un qualcosa di superfluo, di non necessario, di secondario, rimandando di anno in anno un problema che avreste già dovuto risolvere, pensando prima ai vostri interessi politici ed economici.
E ora cosa fate? Pregate in ginocchio i medici specialisti affinché vadano in Lombardia per evitare una catastrofe già in corso, chiedete ai medici in pensione di andarsi a suicidare per i VOSTRI errori, chiedete ai medici cinesi di accorrere in nostro aiuto.
Quello che state facendo è cercare solo di mettere una toppa su una falla creata in anni ed anni di politiche sciagurate, proponete contratti indegni, in libera professione e senza alcuna tutela.
Ci state chiedendo in sostanza di sacrificare la nostra vita per quella altrui, perché si, anche noi ci ammaliamo e moriamo come tutti, però per noi non ci sono garanzie.
Volete l’aiuto di specialisti che NON ESISTONO perché vi siete ostinatamente rifiutati di formarli, nonostante siano anni che vi poniamo davanti al problema.
Gli anestesisti rianimatori, gli pneumologi, gli igienisti, gli infettivologi, che tanto disperatamente cercate, NON CI SONO! E se ci sono, si trovano all’estero e non torneranno perché li avete pugnalati alle spalle, svilendoli e privandoli di ogni dignità!
Avete solo saputo tagliare e risparmiare sulla sanità... risparmiare sui posti letto, sugli stipendi di medici e infermieri, che ora tutti improvvisamente chiamate eroi, risparmiare sulla salute delle persone!
Ci avete messi nelle condizioni di lavorare come bestie, nel precariato, senza protezioni, con turni di lavoro massacranti, senza gratificazioni, facendoci sentire pedine sacrificabili e spingendoci ad odiare un Paese ed un lavoro che, in realtà, amiamo e sempre ameremo!
Non siamo eroi ma vogliamo curare le persone con il massimo dei mezzi e delle risorse che si possano avere, non arrangiandoci continuamente, mettendo a rischio noi stessi e soprattutto i nostri pazienti!
Vogliamo che, finita questa tragedia, vi mettiate una mano sulla coscienza e mettiate la sanità al primo posto, dove merita sempre di stare!
Vogliamo essere messi nelle condizioni di non dover fuggire all’estero per poter lavorare con dignità.
Vogliamo uno stato in cui un medico possa avere la possibilità di completare la sua formazione e non venga lasciato “mutilato” solo per poterlo pagare meno.
Vogliamo uno stato in cui un ricercatore non guadagni 1000 euro al mese con contratti ridicoli.
Vogliamo una sanità equa e funzionale su tutto il territorio nazionale, dove chi si cura al sud possa avere lo stesso trattamento di chi lo fa al nord!
Vogliamo uno stato SERIO, che dimostri di avere a cuore ciò che è davvero importante, ora più che mai!
A tutti i cittadini italiani chiedo di non chiamarci eroi e di non dedicarci applausi dai balconi!
Chiedo solo di ricordarvi di questi giorni difficili perché quello che facciamo in questi giorni è quello che facciamo sempre!
Siamo umani come voi e come voi possiamo sbagliare, spesso perché costretti a lavorare in condizioni pessime e con pochi strumenti.
Non applauditeci ora, ma rispettate sempre il nostro lavoro.
L’efficienza della sanità la dovete pretendere da chi votate e non dagli operatori sanitari che sputate, picchiate e denunciate quando le cose non vanno come vorreste!
Se un vostro parente viene lasciato ore o anche giorni in pronto soccorso su una barella prima di poter essere ricoverato non è colpa del medico o dell’infermiere, sappiatelo!
Se un medico commette qualche errore è possibile che sia stanco, perché non ci sono colleghi a sufficienza per dargli il cambio e permettergli di riposare!
Quindi lottate insieme a noi, e non contro di noi, quando tutto questo sarà finito, per pretendere una sanità veramente efficiente e funzionale. Per pretendere medici e infermieri riposati e non frustrati, che possano dedicarsi a voi al 100% delle loro possibilità!
Fateci specializzare... AIUTATECI AD AIUTARVI!
Dott. Giorgio Calabrese




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