mercoledì 4 marzo 2020

LA GRANDE DEPRESSIONE ITALIANA DEL 2019/2020


ABBIAMO L'IMPRESSIONE DI ESSERE ENTRATI IN GUERRA. UN VERO E PROPRIO SCONTRO EPOCALE DI CIVILTA' CHE, CON IL PRETESTO DI UNA PROFILASSI TUTTA ORIENTATA A CONTRASTARE UNA SINDROME PARA O SIMIL-INFLUENZALE, IL COVID-19, CI OBBLIGA AD ASSISTERE IMPOTENTI AL MASSACRO ECONOMICO DI UN PAESE GIA' IN RECESSIONE ECONOMICA DA DIVERSI ANNI E OGGI ENTRATO UFFICIALMENTE IN DEPRESSIONE.

di Antonio Tortora
Tratto da httpwww.blog-lavoroesalute.org

Non a caso abbiamo usato la locuzione "scontro di civiltà", ripresa dal volume scritto nel 1996 dal politologo statunitense Samuel Phillips Huntington "The  Clash of Civilization and the Remaking of World Order", in cui vengono lucidamente individuate 9 aree di civiltà che, presto o tardi, entreranno in conflitto tra loro come peraltro è accaduto fra gli Stati-Nazione. In realtà stanno già entrando, proprio ora, in conflitto e se ne vedono già gli effetti. Il politologo enumera nove aree di civiltà: occidentale, latinoamericana, africana, islamica, sinica, indù, ortodossa, buddista e giapponese e chiarisce che "l'occidente non ha conquistato il mondo con la superiorità delle sue idee, dei suoi valori o della sua religione ma attraverso la sua superiorità nell'uso della violenza organizzata ovvero con il potere militare. Gli occidentali lo dimenticano spesso, i non occidentali mai". Ebbene, attualmente, lo scontro sta raggiungendo la sua massima criticità proprio in un momento in cui, a causa della nostra visione del mondo, limitata, filoatlantica ed eurocentrica, siamo maggiormente convinti che la nostra cultura fu, è e debba essere in futuro universale. Malauguratamente tale idea non corrisponde alla realtà geopolitica contemporanea  e, in maniera decisa, lo stesso Huntington ci ammonisce che si tratta di un convincimento "falso, immorale e pericoloso". E come tutte le menti ancora pensanti avranno ben compreso alla luce della storia antica, recente e di quanto accade nella contemporaneità, la stessa idea di universalismo conduce all'unica strada possibile e cioè all'imperialismo in precedenza "ideologico", poi nella fase attuale "economico" ed infine in un futuro non più tanto lontano "culturale". Tutto ciò è confermato dai macrofenomeni economici, religiosi, politici e soprattutto antropologici che drammaticamente osserviamo e siamo costretti a subire. Cosicchè ovunque, sul pianeta, si registrano tensioni, scontri, conflitti e perfino guerre; e, come se non bastasse, migrazioni di massa, mutamenti climatici, crisi economiche locali e di vasta portata e ancora un'infinità di catastrofiche variabili che conducono alla instabilità globale con cui tutti dobbiamo fare i conti.
Citando l'opera di Huntington, che per contenuti si contrappone allo scritto di Francis Fukuyama "The End of  History and the Last Man" del 1992 in cui democrazia liberale, capitalismo e stile di vita occidentale sarebbero stati imposti necessariamente in tutto il mondo, abbiamo voluto contestualizzare la fase di emergenza sanitaria e pandemica del Covid-19 altrimenti denominato SARS-CoV-2,  che il mondo sta vivendo in questi giorni, in queste ore. Cosicchè appare evidente che gli equilibri e anche tutte le precarietà cui eravamo fino ad ora abituati si stanno decisamente e drammaticamente rimodulando.
Tutto ciò accade, inesorabilmente, in una Italia sfiancata da una classe dirigente incapace, perchè non all'altezza di svolgere i propri compiti istituzionali, nonchè ingannatrice nei confronti di un popolo che l'ha votata con fiducia e speranza, come avviene ormai da un centinaio di anni. Politicamente parlando "mutantur nihil". In effetti la gestione delle  imprese nazionali nei vari settori: dall'industria all'agricoltura, dal commercio al terziario avanzato e ai servizi è sempre stata saggia e previdente, coraggiosa e innovativa ma si è dovuta costantemente scontrare con una fiscalità rapace, sconfinante nella rapina e nel furto legalizzato; con una burocrazia elefantiaca e violentemente prevaricatrice; con una mentalità centralista che ha fatto e ancora fa finta di decentrare, delegare e ridistribuire processi decisionali e responsabilità gestionali. Non a caso é di circa un mese fa la Dichiarazione dello stato d'emergenza che ha messo in ginocchio il Paese più di qualunque morbo con le limitazioni di molte delle libertà fondamentali dell'individuo. Anche la libertà di stampa e di opinione sta risentendo pesantemente di tali limitazioni quando chi esprime semplici dubbi e ovvie perplessità viene banalizzato, ridicolizzato, accusato di raccontare fake news o peggio di complottismo epiteto che, ormai, viene associato all'agire criminale. Ma di ciò la gente comune, ormai terrorizzata e inebetita dal continuo tam tam mediatico, neppure se ne accorge nonostante la massiccia mole di profili social chiusi con chiara violazione del diritto di espressione; insieme a un gran numero di soggetti bannati con indiscutibili intenti punitivi; unitamente a un'infinità di video rimossi senza ragioni apparenti e una censura (espressione di una vera democratic dictatorship) che si fa, ogni giorno, più minacciosa. Tornando al discorso precedente, i nostri imprenditori si trovano a confliggere con elementi parassitari (vedi classe politica oggi definita "decisori") che sono nemici dello spirito imprenditoriale e quindi di quelle stesse aziende, piccole, medie e grandi che hanno reso l'Italia un grande Paese agli occhi del mondo. E non parliamo solo di brands commerciali della grande distribuzione nonchè marchi prestigiosi e spesso centenari, bensì anche di stile, gusto, classe, raffinatezza e cultura che hanno mostrato al resto del mondo e ai mercati  esteri oltreché a quello interno lo spirito di sacrificio e l'indomabile volontà dell'Italia. Quegli stessi elementi parassitari cui accennavamo, purtroppo, si sono sempre manifestati e ancora pervicacemente si manifestano, oggi più di ieri se possibile, antitaliani e forse geneticamente italiofobi, altrimenti non sarebbero potuti giungere a tanto distruggendo un intero Paese che, nonostante il peso di tale ignobile zavorra "politicamente corretta ed eticamente corrotta" per dirla alla Diego Fusaro, è uno dei maggiori Paesi d'Europa e del mondo per superficie, per importanza strategica, per popolazione, per peso economico e, cosa davvero fondamentale, per prestigio storico e culturale. 
La sua moneta era una delle più forti al mondo nella metà del '900, la sua riserva aurea è ancora una delle maggiori e la quantità di risparmio privato si attesta tra le più significative al mondo in rapporto, ovviamente, alla sua popolazione e al suo Prodotto Interno Lordo. Tutto ciò ha ingolosito e tuttora alletta gli insiders e i "sicari dell'economia" (John Perkins docet) che già sapevano quanto stava per accadere attraverso gli input che giungevano dai più influenti e globalisti Think Tank  nonchè  dagli agenti di quel complesso militare-industriale-politico cui aggiungeremo farmaceutico che ormai apolide, multinazionale, digitalizzato e voluto dalle Corporation, sovragestisce i grandi e improvvisi mutamenti epocali. E' interessante notare che il 17 gennaio del 1961 fu proprio il presidente americano, Dwight D. Eisenhower, a riferire dell'esistenza di un "military–industrial–congressional complex" riferendosi agli Stati Uniti; oggi questa appellation può tranquillamente essere attribuita a quell'insieme di entità sovragestionali cui prima facevamo riferimento. Il tono di Eisenhower era preoccupato e avvertiva il popolo americano del pericolo richiamandolo a un maggiore e responsabile controllo sui politici che chiedevano e ottenevano il voto e dunque sul loro operato. Politici di tale spessore l'Italia non ne ha mai avuti anzi il nostro Paese si è sempre dotato, per ignoranza e desiderio di delegare qualunque decisione, di faccendieri e traffichini capaci di cambiare bandiera senza ritegno; capaci di mentire, tutti e di tutti i partiti, agli elettori; capaci di vendere e cedere a gruppi stranieri, per quattro soldi, tutto quanto c'era di buono nel nostro Paese; infine capacissimi di spremere cinicamente lacrime, sudore, sangue e denari a un popolo che ormai si aggira confuso nelle città semideserte. Come si può vedere ci siamo dotati di politici-decisori davvero capaci, drammaticamente capaci; siamo al top della capacità dei politici nostrani e ne manteniamo il primato.
Comunque vadano le cose, mentre gli avvoltoi e i parassiti attendono al capezzale di un'Italia trasformata in un gigantesco lazzaretto, gli abitanti di quello che fu il Belpaese, pur essendo sani hanno l'obbligo, per legge e dunque per decreto governativo, di sentirsi malati e appestati a tal punto da recludersi in una squallida quarantena da cui non è dato di sapere quando si potrà uscire.
L'incubo è solo all'inizio.

Tratto da www.fuckcancer.org



 

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