lunedì 17 febbraio 2020

SINDROME CINESE

Una nuova minaccia invisibile si aggira per il mondo e la paura detta le sue drammatiche regole tra messaggi contraddittori, ambiguità e reticenze; il suo nuovo nome è COVID 19 ed è conosciuto sin dall'inizio con il nome di CORONAVIRUS di WUHAN ed è classificato, in infettivologia, con l'acronimo SARS-CoV ovvero "Severe acute respiratory syndrome-coronavirus".

 di Antonio Tortora 
Immagine tratta da /www.focus.it/scienza/salute/covid-19


Immagine tratta da:"Wuhan-Coronavirus-inset da foreignpolicycom"


Al di là delle vicende cinesi e internazionali, ma è più giusto definirle globali, legate alla manifestazione della malattia battezzata dall' O.M.S. "Covid-19" causata dal virus SARS CoV-2 ovvero "Sindrome respiratoria acuta grave coronavirus 2", appare opportuno fare qualche qualche doverosa riflessione. Ma ciò dopo aver fornito i dati aggiornati al 18 febbraio 2020, riportati sul dashboard del Center for Systems Science and Engineering (CSSE) della Johns Hopkins University (https://gisanddata.maps.arcgis.com/apps/opsdashboard/index.html#) che segnala 73.335 casi registrati nel mondo di cui 72.438 in Cina, 1.873 morti nel mondo di cui 1.789 in Cina e 12.887 casi guariti nel mondo di cui 7.902 in Cina. Su questo virus che, sin dall'inizio, è stato definito misterioso e che ha dato origine all'epidemia di emergenza sanitaria globale, non ancora definibile come pandemia, si è detto e scritto tutto e il contrario di tutto. Tuttavia c'è da dire che gli strani ritardi e le reticenze che hanno caratterizzato il comportamento del governo cinese in questi ultimi mesi hanno generato non poche critiche e perplessità tra gli osservatori, i media degli altri paesi e perfino nella stessa popolosa nazione asiatica; e ciò nonostante la famigerata censura preventiva e repressiva messa a punto dal governo militare e comunista del Principe Rosso, in quanto appartenente al gruppo dei "Taizi", Xi Jinping. Al momento risultano in quarantena 18 città per un totale di circa 56 milioni di persone e si tratta solo di cifre approssimative che però fanno riflettere in quanto, a memoria d'uomo, non era mai stata registrata una quarantena tanto importante per numero di persone e complessità organizzativa con un così massiccio impiego di polizia, esercito, personale sanitario e droni sguinzagliati in lungo e in largo per gli oltre 9 milioni e mezzo di chilometri quadrati di "Zhongguo" ovvero Regno di Mezzo secondo la romantica definizione che gli stessi cinesi danno del loro paese. Quarantena che è stata applicata non solo nelle grandi megalopoli cinesi ma anche nelle migliaia di comunità rurali in cui vivono circa 24 milioni di persone.




Ci sono curiosità, coincidenze e fatti non ancora sufficientemente esplorati che obbligano l'osservatore indipendente a compiere qualche utile riflessione cercando di interpretare il fenomeno drammatico quanto attuale di un'epidemia che tende a muoversi nelle più disparate direzioni; e non è un caso che riportiamo qui sopra il segno di riconoscimento codificato per le armi biologiche contenente il simbolo internazionale del biorischio così come venne progettato nel 1966 dall'ingegnere ambientale Charles Baldwin. Ma andiamo avanti per piccoli passi nella nostra riflessione. Il 30 gennaio scorso il prof. Francis Boyle, ideatore del Biological Weapons Anti-Terrorism Act nel 1989 con cattedra di diritto internazionale alla University of Illinois College of Law, rilascia alla prestigiosa newsletter Geopolitics & Empire http://guadalajarageopolitics.com/2020/01/30/francis-boyle-wuhan-coronavirus-is-an-offensive-biological-warfare-weapon-131/ un'esplosiva intervista in cui sostiene, in perfetta antitesi con la versione ufficiale (quella relativa alla diffusione della malattia con epicentro il mercato del pesce e degli animali di Wuhan), che "il coronavirus, un'arma da guerra biologica potenzialmente letale", sarebbe "fuoriuscito da un laboratorio di massima sicurezza" sito nella città di Wuhan. Il governo cinese avrebbe quindi inizialmente cercato di coprire il caso mentre ora sta adottando misure drastiche per contenere l'epidemia. Il laboratorio BSL-4 di Wuhan è anche un centro di ricerca dell'Organizzazione mondiale della Sanità e per questo motivo, secondo Boyle, la stessa Oms "non poteva non sapere". Il tutto appare coerente con un articolo apparso sulla più antica e prestigiosa rivista medica "The Lancet" laddove veniva dichiarato che "il primo caso di infezione risaliva al primo dicembre e che la persona contagiata non si era mai recata al mercato ittico di Wuhan". D'altra parte, scorrendo l'elenco delle sole strutture BLS-4 ovvero di quelle che, in giro per il mondo, sono abilitate a lavorare con agenti pericolosi che causano malattie mortali per le quali non esiste cura nè vaccino si scopre che sono davvero numerose e che quindi tutti noi viviamo in un mondo completamente contaminato: https://it.wikipedia.org/wiki/Livello_di_biosicurezza. Ciò legittima e rende più che ragionevole i timori di coloro che ipotizzano la fuga del virus da laboratori di biocontenimento di livello 4 così come ha ipotizzato il biologo molecolare della Rutgers University di Piscataway nel New Jersey Richard Ebright sostenendo in varie interviste come "ormai fosse acclarato che il virus della Sars era sfuggito dalle strutture di contenimento di alto livello in Cina più volte". Ed è andato oltre sostenendo che "tali strutture di biocontenimento possono sviluppare armi biologiche oltrechè studiare i virus per cui sono da considerare a doppio uso". Il Wuhan National Biosafety Laboratory, nato in collaborazione con la Francia nel 2003, anno che ci obbliga a ricordare l'epidemia di Sars, e dotato dal 2017, come riportato da "Le Scienze" e da "Nature" entrambe del febbraio dello stesso anno, di un laboratorio con massimo livello di biosicurezza, è ospitato presso l'Accademia Cinese delle Scienze e avrebbe dovuto dedicarsi alla ricerca di mezzi idonei a dare un'efficace risposta a eventuali futuri focolai di malattie infettive. Tuttavia lo stesso Laboratorio, prima definito di microbiologia, fu fondato nel lontano 1956  e da quel momento si è dovuto evolvere in maniera esponenziale, da un punto di vista scientifico e tecnologico, al fine di reggere il passo con il resto del mondo che procedeva così velocemente da rischiare di mettere in ombra quella che è diventata la Cina contemporanea con un prodotto interno lordo mondiale pari al 16 per cento ovvero quadruplicato dal non lontanissimo 2003. Ciò per forza di cose dev'essere avvenuto anche per quanto riguarda la Biological warfare che, unitamente alle armi chimiche, nucleari e radiologiche, sembrano rappresentare il futuro delle armi di distruzione di massa e finanche planetarie. Non dimentichiamo che sono ben 28 i progetti  che la Cina condivide, nell'ambito delle ricerche sui virus, con Francia, Stati Uniti, Germania, Singapore, Unione Europea, Spagna e Olanda e certamente fra questi qualcuno toccherà la materia bellica e dell'antiterrorismo. In giro per il mondo ci sono almeno 53 strutture con massimo livello di protezione (BSL-4) di cui almeno 15 negli Usa e circa 1356 con livello di protezione (BSL-3) solo negli Usa; un numero enorme e una stima approssimativa che può essere ragionevolmente aumentata di parecchie centinaia di unità data la distribuzione di tali centri in giro per il mondo e i cospicui programmi di investimenti che i governi e anche alcune Corporation finanziano. Il Laboratorio di Wuhan è costato 300 milioni di yuan corrispondenti a 44 milioni di dollari ed è stato costruito in collaborazione con i francesi al di sopra della zona a rischio alluvionale e con tecniche tali da resistere anche a terremoti di alta magnitudo eppure di fughe di virus ne sono state registrate diverse ed estremamente pericolose. 
Dalla diffusione della peste con cadaveri di appestati nel Medioevo, in occasione dell'assedio di Caffa nel 1347, ai crimini dell'Unità nipponica 731, perpetrati contro la Manciuria e il nord della Cina agli inizi del '900, fino ancora alle spore batteriche dell'antrace spedite per posta a personalità statunitensi nel corso degli anni duemila, sono stati fatti passi da gigante nella guerra batteriologica. Pertanto non può essere escluso, a priori, che qualche paese con mire espansionistiche oppure spinto da rivendicazioni territoriali, economiche, politiche o religiose possa essere sollecitato a utilizzare queste armi nonostante la Biological Weapons Convention stipulata da 22 governi nel lontano 1972; nel 2008 altri 13 paesi hanno firmato l'accordo ma senza ratificarlo. Dobbiamo riflettere attentamente sul fatto che sarebbe davvero comodo disporre di un virus che non riesca a sopravvivere più di un minuto fuori dal corpo umano in quanto consentirebbe, una volta diffuso, di uccidere tutti gli abitanti di una intera città consentendone l'occupazione immediata in presenza di un virus pressocchè innocuo e di infrastrutture immediatamente disponibili senza la normale decontaminazione, lunga, costosa e non priva di rischi. Ebbene nel romanzo "The Eye of Darkness" dello scrittore statunitense Dean Koontz, già nel 1981, fu profetizzato (è il termine più adatto per spiegare quanto stiamo raccontando) che lo scienziato cinese Li Chen si rifugia precipitosamente negli Stati Uniti portando con sè un dischetto contenente i dati relativi alle più pericolose armi batteriologiche cinesi tra cui una che colpisce solo gli esseri umani e che si chiama proprio WUHAN-400. Aggiunge il nostro autore che si tratta di un virus peggiore di Ebola in Africa e che "i cinesi lo avrebbero testato su innumerevoli prigionieri politici senza riuscire a trovare un vaccino o un antidoto". "Il virus migra verso il tronco encefalico e lì inizia a secernere una tossina che divora letteralmente il tessuto cerebrale come una garza sciolta dall'acido della batteria. - continua Koontz - "Distrugge la parte del cervello che controlla tutte le funzioni automatiche del corpo e la vittima cessa semplicemente di avere un polso, di far funzionare gli organi o qualsiasi voglia di respirare ". In tal caso pare che il South China Morning Post, a firma di Kate Whitehead, abbia dedicato un articolo a questa strana coincidenza in data 13 febbraio del 2020. Tornando a noi e dopo la parentesi letteraria, giova ricordare, fra le tante stranezze, che il medico oculista Li Wenliang avvertì i colleghi sulla WeChat, verso la fine di dicembre, della pericolosità del virus ancora del tutto misterioso ma già il 3 gennaio fu convocato dalla polizia di Wuhan e duramente accusato di aver attentato all'ordine sociale nonchè di aver procurato un allarme ingiustificato; tornato a lavorare in ospedale e dopo aver contratto il Covid 19, giusto un mese dopo ovvero il 3 febbrario, è morto lasciando nella più profonda costernazione mezzo mondo e scaricando una colpa gravissima sulle spalle del governo cinese. Di seguito riportiamo il documento con cui la polizia di Wuhan ordina al medico Li Wenliang di non diffondere voci sull'epidemia di Sars datato 3 gennaio (Fonte: Wikipedia):






Ancora qualche curiosità. Si sa che Stati Uniti e Cina sono impegnati in un formidabile testa a testa nel settore economico, industriale e militare e che, la storia insegna, a questi livelli non c'è esclusione di colpi; vedi la guerra dei dazi e le continue provocazioni politico-territoriali. Ebbene dal 18 al 27 novembre 2019 Wuhan ha ospitato circa diecimila atleti provenienti da 140 Paesi per la settima edizione dei Giochi mondiali militari e perchè dovremmo escludere che fra i militari presenti, soprattutto statunitensi, ci sarebbero potuti essere anche agenti infiltrati con qualche incarico attinente all'attivazione e alla dispersione del virus? Non solo ma qualche perplessità deriva anche dal fatto che ad un gruppo di ricerca composto da cinesi (fra cui i due ricercatori - coniugi Xiangguo Qui e Keding Cheng) e operanti all'interno del Laboratorio di Microbiologia Nazionale di Winnipeg in Canada (BSL-4), nel luglio 2019 furono improvvisamente ritirati i permessi di ingresso al laboratorio; per Greatgameindia giornale di geopolitica e relazioni internazionali (https://greatgameindia.com/chinese-researchers-caught-stealing-coronavirus-from-canadian-lab), sarebbero stati allontanati per la loro attività di spionaggio batteriologico. 
Inoltre, a titolo di coincidenza, va riferito che anche nell'ormai famoso The Event 201, in collaborazione con la Johns Hopkins University, il World Economic Forum e la Bill & Melinda Gates, organizzato il 15 ottobre del 2019, venne simulato lo scoppio di un nuovo Coronavirus zoonotico negli allevamenti suini del Brasile. Lo scenario descritto fu apocalittico e in 18 mesi l'80/90% della popolazione sarebbe stata esposta al virus facendo contare sul terreno ben 65 milioni di morti. Curiosamente anche Tedros Adhanom Ghebreyesus Direttore dll'O.M.S. e l'immunologo statunitense Anthony Fauci hanno ipotizzato 18 mesi per ottenere un vaccino efficace. Bill Gates ha donato 10 milioni di dollari per far fronte all'emergenza sanitaria e per sostenere le ricerche biotecnologiche per i vaccini contro il COVID-19 ma non è dato di sapere quali favolosi utili possa realizzare attraverso la società Bing Yi Technology che fa capo a Xiaomi e a Microsoft. Da poco più di un mese sette aziende cinesi, tutte provenienti da Wuhan distretto di Hubei, si sono assicurate il mercato dei dispositivi medici e di quelli tecnologici grazie all'apposito decreto della Hubei Food and Drug Administration. Il 5G ringrazia perchè è prevedibile un'implementazione immediata magari negli ospedali per favorire la velocità nella diagnostica del Coronavirus e le comunicazioni telefoniche. Soldi chiamano soldi e ogni crisi, per alcuni, si trasforma in opportunità. Vogliamo dire che Bill Gates si trovava al posto giusto al momento giusto durante The Event 201? Diciamolo pure. Durante l'incontro i partecipanti si sono interamente dedicati alla gestione e alla riduzione delle conseguenze economiche e sociali su larga scala di una epidemia virale. Si stanno preparando in effetti.
Ed ancora. Guarda caso l'epidemia è scoppiata proprio durante la 50° edizione del World Economic Forum di Davos tenuto fra 21 e il 24 gennaio 2020 e dedicato allo sviluppo sostenibile; tale Forum si occupa una volta l'anno di questioni urgenti, saranno state prese decisioni in merito al virus e alla imminente guerra tecnologica? 
Ancora qualche piccola nota a completamento della trattazione. Il laboratorio BSL-4 è stato inaugurato a Wuhan nel 2017 e quindi proprio nella stessa città e nello stesso luogo dove si era verificato il primo caso di Coronavirus. Il Pirbritght Institute, finanziato dal Governo britannico ha  presentato domanda di brevetto del Coronavirus vivo e questo è stato approvato il 20 novembre del 2018:



Tutto ciò, riteniamo, possa essere estremamente pericoloso. Pensiamo che ci sia ancora molto da scrivere tuttavia abbiamo l'impressione che con questa storia dell'epidemia, della pandemia e dei vaccini siamo solo all'inizio e giova ricordare ciò che lo stesso Bill Gates ha riferito in alcune occasioni pubblicamente e, in particolare, durante una conferenza TED nel febbraio di una decina di anni fa; Gates ha dichiarato apertamente che i vaccini sarebbero stati usati per ridurre la popolazione mondiale e abbassare le emissioni di CO2. Incredibile dictu sed vera.
Sostenendo che la popolazione mondiale sta raggiungendo i 9 miliardi, Gates disse: “se noi facessimo davvero un ottimo lavoro con nuovi vaccini, cure medico sanitarie, servizi medici di riproduzione (aborto), forse potremmo avere una riduzione del 10 o del 15 per cento.” L'eugenetica gatesiana è servita e non c'è dubbio, abbiamo di che riflettere.







 













































































































































































































































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