martedì 20 settembre 2016

CHIUDIAMO LE SCUOLE: UN PROVOCATORIO E UTILE SUGGERIMENTO DI GIOVANNI PAPINI, DISSACRANTE SCRITTORE E FILOSOFO DEGLI INIZI DEL '900 CHE CONCEPIVA LA LETTERATURA COME AZIONE E IL PIU' AUTOREVOLE SOSTENITORE DELLO SVECCHIAMENTO DELLA CULTURA ITALIANA.

A BEN POCO SERVONO LE RIFORME DEL SETTORE SCOLASTICO QUANDO L' ATMOSFERA ALL'INTERNO DI QUEI CASERMONI CHIUSI E MALEODORNATI, CHE CHIAMIAMO SCUOLE, E' IDENTICA A QUELLA CHE SI RESPIRAVA NEI PRIMI ANNI DEL '900. E CIO' NONOSTANTE QUEL POCO DI COLORE IN PIU' E QUELLE PICCOLE DOSI DI IPOCRITA LIBERTA' E FINTI CAMBIAMENTI  CHE A NULLA SERVONO AI FINI DELL' INDIPENDENZA, DELLA LIBERTA' E DELL' AUTONOMIA DI STUDENTI, INSEGNANTI E PERSONALE ADDETTO.
di Antonio Tortora

Frontespizio del pamphlet pubblicato da Giovanni Papini nel 1914


Avemmo modo di leggere il libercolo di Papini alcuni anni fa e ritenemmo che in tale scritto, al di là dell'intento provocatorio del fine e battagliero scrittore, ci fosse molta verità e una quantità notevole di spunti di riflessione. Certo in questi ultimi tempi il contenuto del pamphlet, fortemente critico nei confronti di una scuola da sempre formale e tradizionalista, appare in forte contrasto con il pensiero dominante che vede nella scuola e nell'istruzione che in essa viene impartita, una panacea e un rimedio universale per tutti i mali della società; pertanto troppe speranze vengono riposte su un sistema che, viceversa, non produce alcun effetto sulla conoscenza vera occorrente per affrontare la vita. E gli effetti negativi possono essere osservati, macroscopicamente, in una società, come la nostra, fortemente condizionata dalla sterile trasmissione di conoscenze inutili, discutibili e molto spesso false "che poi bisogna disimparare, con fatica, per impararne altre da sè". Inoltre non prepara, nemmeno lontanamente, alla vita vera e reale in tutti quei contesti dove i futuri uomini dovranno vedersela con la durezza e la spregiudicatezza di regole non scritte imposte da quella che è stata, a suo tempo definita "asinocrazia" dominante. Sono infiniti gli esempi di mediocri e ignoranti che, in Italia, hanno raggiunto i vertici delle carriere più disparate dopo essere stati classificati dagli apparati scolastici e accademici i "primi della classe". E' una realtà sotto gli occhi di tutti che ha originato generazioni di incompetenti che hanno condizionato il vivere civile a tutti i livelli e che hanno favorito la predominanza di soggetti asinocrati che hanno saldamente stretto nelle loro mani le redini del Paese fino al punto da svenderlo economicamente, da renderne i confini culturali incerti e aleatori e da ditruggerne la storia nonchè i principi ispiratori.

Tratto da http://www.aforismario.net



Di fronte a tali accuse i burocrati di Stato e i tecnocrati della scuola si difenderanno con quella che Giovanni Papini definisce "grossa artiglieria della rettorica progressista ovvero le ragioni della civiltà, l'educazione dello spirito, l'avanzamento del sapere....."ma risulta talmente evidente che "la civiltà non è venuta fuori dalle scuole e che le scuole intristiscono gli animi invece di sollevarli" (e questo semplice concetto lo abbiamo tutti ben compreso sulla nostra pelle in giovane età scolare) e sopratturro che "le scoperte decisive della scienza non sono nate dall'insegnamento pubblico ma dalla ricerca solitaria disinteressata e magari pazzesca di uomini che spesso non erano stati a scuola o che non v'insegnavano". Anche i più coriacei sostenitori della scuola moderna dovranno necessariamente convenire sul fatto che, per come è concepita e nonostante le numerose, complesse, strane e incomprensibili riforme, l'istituzione scolastica ha contribuito alla "pietrificazione del sapere" e quello che è ancora più grave "al ritardare con testardi ostruzionismi le più urgenti rivoluzioni e riforme intellettuali". Cosicchè queste "pubbliche architetture" fra cui prigioni, ospedali, chiese, parlamenti, ministeri, conventi, manicomi e conseguentemente scuole nella più o meno precisa enumerazione snocciolata dal Papini, appaiono come luoghi di cui diffidare perchè destinati solo a rinchiudere, per tempi lunghissimi, uomini che invece dovrebbe vivere in libertà maturando e imparando a vivere nell'esperienza.

Tratto da http://www.aforismario.net



D'altra parte tutti noi abbiamo subito, e subiamo ancora per altri versi, la vita "artificiale e ristretta delle classi e dei collegi" con la conseguente rovina degli occhi giungendo alla miopia, il deterioramento dei polmoni e dei nervi con una maggiore incidenza di anemia e nevrastenia; fino a giungere a quella malattia inventata a tavolino che è la ADHD (Attention Deficit Hyperactivity Disorder) ovvero la famigerata sindrome da deficit di attenzione e iperattività che tanto preoccupa le famiglie e tanto arricchisce l'industria farmaceutica. Gli spunti di riflessione sono innumerevoli e doverosi proprio in un'epoca in cui si è costretti ad imparare, nel corso di lunghe e interminabili lezioni, cose inutili e false a fronte di una forzata tendenza che scoraggia o che addirittura impedisce la lettura dei classici e dei grandi libri e finanche il contatto personale con la realtà. I giovanissimi e gli adolescenti neanche sanno dell'esistenza dei libri e dei classici se non di quelle opere e di quei brani che sono obbligati a leggere e a studiare per avere un buon voto e parimenti non fanno altro che chattare da pc, iPhone e quant'altro senza avere rapporti veri e a viso aperto con i propri simili. Il che è cosa davvero grave perchè, lo sappiamo bene per averlo sperimentato continuamente, si impara molto di più nelle conversazioni a due o con più interlocutori piuttosto che in un'aula dove "a tutti vengono insegnate le stesse cose, nello stesso modo e nella stessa quantità" senza tenere minimamente conto delle infinite diversità che caratterizzano una pluralità di soggetti. Inoltre, ce lo siamo sempre chiesto, come si fa a "insegnare la pittura nelle accademie, il gusto nelle scuole di lettere, il pensiero nelle facoltà di filosofia, la pedagogia nei corsi normali e la musica nei conservatori" standardizzando e livellando verso il basso ogni talento e ogni genialità? Poi c'è il rischio ulteriore dell'istupidimento, non solo degli scolari come fino ad ora si è argomentato, ma anche dei maestri per cui"ripeti e ripeti anni dopo le medesime cose, diventano assai più imbecilli e immalleabili di quel che fossero al principio e non è dir poco"; anch'essi sono decisamente annoiati dai ritmi continui e ripetitivi, svuotati perchè difficilmente riescono a stimolare la creatività degli studenti, scoraggiati in quanto la stessa burocrazia scolastica gli crea mille impedimenti, e angariati da soggetti superiori gerarchicamente ma del tutto avvinghiati alle loro poltrone di preside, di capo d'istituto, oggi anche di manager (forse questa è una definizione più elegante? A noi pare una figura distaccata, disumana e drammaticamente lontana dal contesto che dovrebbe governare). Per i difensori dell'istituzione scolastica tout court "la scuola è il tempio delle nuove generazioni" e i manuali e i testi approvati dal Ministero sono i "sacri testamenti della religion pedantesca" ma ad un'osservazione, anche superficiale, del mondo che ci circonda francamente non ci pare che l'esperimento ultrasecolare abbia funzionato; anzi tutt'altro. Consigliamo loro di leggersi queste semplici ma chiare e forti parole scritte da Giovanni Papini con mente aperta e animo scevro da pregiudizi di casta; in alternativa o a completamento consapevole potrebbero anche leggere il paradossale ma umoristico saggio dello scrittore britannico William Hazlitt "L'ignoranza delle persone colte" che saggiamente argomenta "Chiunque è passato per tutti i gradi regolari d'una educazione classica e non è diventato stupido, può vantarsi d'averla scampata bella".

Per approfondire: Chiudiamo le scuole di Giovanni Papini https://sprofessori.noblogs.org/files/2011/01/Papini-Hazlitt1.pdf

Nessun commento:

Posta un commento

Come regola generale qui è gradita l'educazione, si chiede di mantenere un atteggiamento civile e costruttivo, nonché di impegnarsi ad agire con totale rispetto ed onestà sia verso l'amministratore del blog che verso gli altri utenti, pubblicando messaggi che contengano informazioni corrette e veritiere.