domenica 17 maggio 2020

LA MASCHERINA-FETICCIO SIMBOLO DELLA NUOVA EPOCA DI DISUMANIZZAZIONE E DELLA NEGAZIONE DELL'IDENTITA' COME "TRATTO DISTINTIVO DELL'OPERA DI SATANA". L'IMPERATIVO SANITARIO E': TUTTI CON LA MASCHERINA PER SALVARSI DAL VIRUS MENTRE IL VERO SIGNIFICATO SIMBOLICO MORTIFICANTE E': TUTTI VOI NON CONTATE NIENTE, NON SIETE NESSUNO E NEANCHE IL RICONOSCERSI NELL'ALTRO (ALLA BASE DELLA CIVILTA' UMANA) SARA' MAI PIU' CONSENTITO.
  QUESTA E' LA NOSTRA PERCEZIONE MENTRE CI MUOVIAMO NELL'ANONIMATO CITTADINO DOVE ANGOSCIA, ANSIA E SGUARDI PERSI NEL VUOTO REGNANO SOVRANI NEI CUORI E NELLE MENTI DI "UOMINI TRASFORMATI IN PECORE COME CIRCE LI TRAMUTAVA IN PORCI". LE PAROLE TRA VIRGOLETTE SONO TRATTE DA AFORISMI DI GILBERT KEITH CHESTERTON CHE SEMBRA AVERLE SCRITTE IN QUESTE ORE DRAMMATICHE PIUTTOSTO CHE AI PRINCIPI DEL '900.
IL GHIOTTO BUSINESS DEL MOMENTO CUI I POLITICI, GLI AMMINISTRATORI, I COMMISSARI E GLI AMICI DEGLI AMICI NON INTENDONO RINUNCIARE: MASCHERINE E CONTRATTI PER TUTTI. ANCHE QUESTA E' GESTIONE DEL POTERE.

di Antonio Tortora

Tratto da: http://www.cosenascoste.com
 
Fino a una quindicina di giorni fa, e per tutto il periodo in cui i morti ci sono stati davvero, la mascherina-feticcio non era obbligatoria e peraltro non se ne trovavano in commercio nè per il personale sanitario nè per gli ammalati neanche a pagarle a peso d'oro. Poi, improvvisamente, dal momento in cui la Protezione Civile, i Commissari, i Ministeri competenti e altre organizzazioni hanno messo le mani su ingenti quantitativi di mascherine importate rocambolescamentre dalla Cina e da altri Paesi, sequestrate a privati, fabbricate da aziende improvvisate o riconvertite o Dio solo sa da dove, sono diventate obbligatorie ai sensi di Dpcm contiani e di ordinanze regionali scritte da solerti e molto interessati governatori. Proprio mentre l'epidemia va scemando, gli ospedali si stanno svuotando, i morti e i contagiati sono sensibilmente diminuiti, e dunque proprio alla fine del ciclo vitale del virus, ormai indebolito, come avevano previsto il Nobel Luc Montagner, il virologo allievo di Sabin Giulio Tarro e l'immunologo del Policlinico Umberto I° di Roma Francesco La Foche. Senza tacere che molte Regioni hanno registrato contagi irrilevanti ai fini epidemiologici. Il vero problema è stato registrato in Lombardia e in parte del Veneto; in tal caso ci auguriamo che la magistratura faccia le doverose indagini per accertare le responsabilità civili, penali, amministrative e politiche.  Ma allora, ci chiediamo, perchè questo obbligo nei luoghi chiusi, come previsto dal Dpcm della fine di aprile anche in aree del Paese dove non ci sono stati problemi, e all'aperto (cosa a nostro avviso ridicola, insalubre e ingiustificata) come previsto, ad esempio in Campania, da una delle ordinanze emanate nel corrente mese di maggio? Sebbene quest'ultima, la n.46, dovrebbe scadere proprio oggi, 17 maggio?
Abbiamo un'ipotesi che potrebbe rivelarsi valida visto e considerato che la sanità è sempre stata considerata un vero e proprio portafogli-bancomat cui attingere a piacimento da parte di una classe politica irresponsabile che in pochi anni ha fatto letteralmenter sparire 37 miliardi di fondi finalizzati e ha fatto chiudere centinaia di piccoli e grandi ospedali, e reparti di terapia intensiva, depotenziando il sistema sanitario pubblico a favore di privati con cui intrattenere ottimi affari, al Sud come al Nord. E poi ci sono i premi di produzione e le stock options elargiti a dirigenti sanitari che, da veri imboscati e da veri ectoplasmi, sono stati premiati per la loro affliazione politica e la loro disponibilità elettorale piuttosto che per la doverosa competenza. Tutte cose ben presenti nella italica cronaca, sotto gli occhi di tutti e molto spesso nel mirino della magistratura. Facile intuire che le fazioni governative e le finte opposizioni parlamentari si contenderanno quella vera e propria pioggia di soldi garantita dall'emergenza e che consta di due manovre finanziarie per l'ammontare di 24 miliardi l'una e di 55 miliardi l'altra. Lo stesso parassitario esecutivo potrebbe sentirsi sotto attacco non per le sue incapacità e per la sua voracità di pieni poteri ma per soldi che, ovviamente e come capita sempre in questo Paese, dovranno essere spartiti a danno degli italiani alla fame con la previsione di dieci nuovi milioni di poveri che non sanno cosa farsene di elemosine che, peraltro, sono state sbandierate ma mai concretamente ricevute. Non un euro si è visto mentre le banche, che per Conte "dovrebbero compiere atti d'amore" ma forse era in vena di scherzi o aveva bevuto troppo, chiudono gli sportelli in faccia alle imprese e ai cittadini.
Tornando alla nostra ipotesi basterà gettare una rapida occhiata agli scandali e agli errori inconcepibili commessi dalla Protezione Civile e dal Commissariato per l'emergenza di Arcuri, prima con l'incapacità di reperire le inutili mascherine-feticcio, poi con sequestri di intere partite di dispositivi con procedure opache; prima con ritardi nella distribuzione (davvero tardiva rispetto all'evoluzione degli eventi) e poi negli errori di consegna dei modelli sbagliati, non certificati, falsi cinesi e altro ancora; prima con i mancati accordi con Federfarma e poi con i prezzi alle stelle e una speculazione su cui la stessa Guardia di Finanza avrà molto da indagare; prima con i prezzi calmierati e poi con il rifiuto di alcune catene distributive di venderle ai prezzi imposti. Si tratta di milioni e milioni di mascherine per importi altrettanto milionari. Il tutto troppo tardi in quanto l'emergenza, a nostro avviso, è terminata anche se ai governanti, ai decisori e ai profeti di sventura (dicasi virologi massmediatici) fa comodo mantenerla in vita per ovvi motivi di gestione emergenziale del potere, senza alcun controllo parlamentare e possibilmente con tanto di scudo penale per continuare a fare il porco comodo loro. Insomma un gran casino da cui non si potrà facilmente uscire. Fatto sta che oggi c'è sovrabbondanza di mascherine e gli affari prosperano a danno degli italiani tanto per non cambiare.
Ricorderemo le contestazioni all'ex presidente della Camera Irene Pivetti per reati di ricettazione, vendita di materiali contraffatti, frode nell’esercizio del commercio e violazioni alla legge doganale; con la stipula di un contratto, relativo a 15 milioni di mascherine importate dalla Cina con un valore di oltre 30 milioni di euro pagati dallo Stato e  firmato tra il governo e la Only Italia logistics, società di cui l'ex politico è amministratore unico. 
Ricorderemo gli errori di Nicola Zingaretti, presidente della Regione Lazio e segretario del Partito Democratico, che rimane muto rispetto alla vicenda relativa all'acquisto, con un anticipo di 11 milioni su 35, di milioni di mascherine tramite la Ecotech Srl che si è aggiudicata l'appalto nonostante fosse specializzata in commercio di lampadine e dunque non di presidi sanitari. Molte criticità sono state registrate nelle procedure d'acquisto e nel non aver tenuto conto di altri preventivi più convenienti per prodotti della stessa o migliore qualità; in documenti scomparsi e in informazioni non chiare e contraddittorie ed infine nella mancata consegna dei materiali in quanto la commessa risulta annullata. L'imprenditore Filippo Moroni aveva trovato in tempo utile un ingente quantitativo di mascherine a un prezzo conveniente e con consegna quasi immediata ma, a fronte delle pastoie burocratiche e della mancanza di gradimento politico, ha dovuto venderle in America e in Brasile. Un volume d'affari pari a 133 milioni stanziati dalla Regione Lazio e ditte offshore con sede alle Cayman, con l'Anticorruzione e la magistratura che indagano anche se su Zingaretti è scesa una copertura mediatica non indifferente e pertanto il presidente della Regione Lazio procede imperterrito con il suo provvedimento eugenetico e gravemente discriminante di vaccinazione di massa per tutti gli ultrasessantenni.
Ricorderemo i pacchi da 50 pezzi a prezzi variabili, a seconda della tipologia, dai 120 euro per quelle di "tessuto non tessuto" ai 130 euro per quelle FFP2 in pacchi da 10 venduti a Trieste con farmacisti che approfittavano della fragilità dei cittadini e della stessa emergenza sanitaria.
Ricorderemo la Sardegna con una Protezione Civile e un'Azienda Ospedaliero-Universitaria di Sassari che compravano milioni di mascherine con un prezzo che, nella stessa giornata, lievitava del triplo.
E' proprio di questi giorni, nella persistente penuria e mancata distribuzione delle mascherine, (ormai disdicevole cronaca quotidiana) la notizia del volo che doveva partire dalla Cina l'11 maggio scorso e che dopo 4 giorni ancora non è partito e un bel nulla è arrivato sul suolo italiano. Vicenda che inizia con il fatto che Domenico Arcuri, appena insediatosi al Commissariato ha pensato bene di sottrarre le operazioni di approvvigionamento alla Protezione Civile, che si occupava sia di trasporto con i cargo Antonov sia della distribuzione con mezzi propri, creando di fatto una maggiore confusione in tutta la rete logistica. Anche qui si parla di ingenti somme di denaro suddivise in due lotti, uno da 20 milioni di euro e uno da 30 milioni di euro e nel frattempo, in attesa della gara per la distribuzione su tutto il territorio nazionale delle mascherine, sono i militari che se ne occupano pur non avendo in dotazione mezzi adatti. 


 
Cargo carico di mascherine e materiale sanitario. Tratto da: www.ansa.it
 



https://www.facebook.com/lega.roncadelle/videos/694022584704110/. (a marzo vennero date dalla Protezione Civile alla Lombardia veri pezzi di carta igienica - Swiffer).
 
 
 



 

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