venerdì 27 marzo 2020

MENTRE IL NOSTRO PAESE CERCA DI DIFENDERSI COME PUO' DALL' ANGOSCIA PROVOCATA DALLA EPIDEMIA VIRALE (COVID-19) CHE LA ATTANAGLIA E' COSTRETTA, CONTEMPORANEAMENTE E DOLOROSAMENTE, A SUBIRE  UNA VERA E PROPRIA RAPPRESAGLIA DAGLI ALTRETTANTI TEMIBILI VIRUS DELLA DECRETITE E DELLA BUROCRATITE. UN FENOMENO PSICOPATOLOGICO TUTTO ITALIANO.

di Antonio Tortora

Tratto da: www.comecambiailmondo.it
Non aveva torto l'economista francese Vincent de Gournay quando, verso la metà del '700, coniò il termine "burocrazia" per definire con accurata precisione il potere degli uffici. Si trattava di uno spirito libero, antimercantilista e attento alle libertà dell'individuo, che denunciava, già all'epoca, la soffocante invadenza dello Stato nell'economia e nella vita dei cittadini. Abbiamo motivo di credere che, oggi in Italia, sarebbe letteralmente impazzito leggendo le famose autocertificazioni che il cittadino, o prigioniero non si è ancora capito bene, è obbligato a portare con sè dopo averlo maniacalmente compilato all'epoca del flagello Coronavirus. Siamo a quota quattro e siamo altrettanto certi che il morbo autocertificativo sia sfuggito dalle mani di chi lo ha contratto nella stessa misura in cui decreti nazionali, ordinanze regionali e comunali stanno contribuendo a fare scempio delle residuali libertà del cittadino. Si sentono governatori regionali che invocano ancora più restrizioni: richiedendo, ad esempio, l'intervento delle Forze Armate che dovrebbero, invece, difendere il territorio nazionale anzichè spaventare i cittadini che non sono colpevoli di nulla se non di voler continuare quello straccio di vita che nonostante il virus potrebbero ancora vivere. Altri mincciano, (scherzosamente?), di bruciare con il lanciafiamme chi pensa sia pur lontanamente di celebrare un evento di laurea con qualche parente o anche citano l'edificante esempio cinese che prevede la fucilazione per chi, per qualunque motivo e anche se è sano, violi le disposizioni di contenimento del virus o della quarantena. Ciò apparirebbe, a tali personaggi, un opportuno e risolutivo metodo "terapeutico" senza tenere conto del fatto che in Cina non c'è democrazia da qualche secolo e la gente vive irreggimentata e con il perenne rischio di finire nei Laogai (campi di lavoro forzato a regime carcerario da cui non si esce più). Dobbiamo convenire che il modello cinese rappresenterebbe una vera e gioiosa pacchia per governanti con vocazione autoritaria. Inoltre prolificano sindaci che desiderano, con grande senso del dovere ovviamente, spiare con i droni i cittadini magari scovandoli nelle loro case mentre ivi stanno tristemente rintanati a causa delle squilibrate ordinanze di cui sempre più si collezionano esempi. Una follia che non può e non deve far sorridere, come sovente accade sui social media, ma che deve far riflettere su un Presidente del Consiglio dei Ministri che, settimanalmente, decreta tutto il decretabile, creando confusione e incertezze che mal si addicono a dispositivi normativi. E deve far riflettere su responsabili di enti locali che usano il termine "restrizioni" con una superficialità davvero disarmante. Forse questi figuri poco raccomandabili, viste le loro tristi intenzioni, avrebbero dovuto scegliere un altro mestiere: quello di direttore di penitenziario o di guardia carceraria; in questo campo avrebbero dato ampio sfogo agli istinti autoritari di cui, evidentemente, sono vittime consapevoli. Quando si fermeranno? Qual'è il limite oltre il quale provvederanno ad allentare la stretta mortale? E cosa fanno i guardiani della Costituzione ridotta a cartastraccia? Certo ci troviamo in un'emergenza in cui molti pazienti e personale sanitario perdono la vita ogni giorno. Ma si può tenere un intero Paese in un pentolone con un coperchio molto aderente, come una pentola a pressione, per tutto questo tempo?
Proprio non capiamo perchè non si possa uscire dalle proprie case osservando regole di distanziamento sociale, termine molto caro ai decisori in quanto ogni persona, isolata dal suo naturale contesto è più fragile e dominabile. Non capiamo perchè non si possa stare all'aperto, laddove esistano giardini, parchi, ampie strade a traffico limitato, piazzole, scogliere o boschetti. Stando lontani e distanti chi potrebbe contagiare o rimanere contagiato? Con l'osservanza delle opportune regole prudenziali si potrebbe evitare di rimanere reclusi in un appartamento, piccolo o grande che sia, con il conseguente e drammatico rischio di potersi trovare, da un momento all'altro, in un pericoloso focolaio virale per la sua stessa natura di luogo ristretto con caratteristiche di promiscuità. In tutte le città, ad esempio, esistono infiniti miniappartamenti e a Napoli, ma anche a Bari e nelle vastissime province di quasi tutta l'Italia, esistono dei bassi dove in pochi metri quadrati devono soggiornare forzatamente nuclei familiari numerosi e disagiati; questo è un fatto non una teoria. Come possono essere obbligati per legge a starsene tutti insieme ventiquattro ore su ventiquattro? Si stanno creando squilibri familiari e sociali, a livello diffuso, che prima o poi si espanderanno, anche questi, come una pandemia sociale. Oltre all'insofferenza provocata dallo stare stretti in case, che diventano vere e proprie prigioni, non possiamo trascurare altri elementi fondamentali come la paura di un nemico invisibile che può manifestarsi in qualunque momento; l'angoscia del vuoto esistenziale provocato dalla inesistenza di rapporti sociali tutti bruscamente interrotti. Inoltre il terrorismo dei media maintream che bombardano senza pietà le menti di chi ormai è prigioniero della conta quotidiana dei morti e dei contagiati; la confusione provocata quasi ad arte, per far aumentare l'immancabile share, di talk show medicocratici dove terrificanti immagini di luoghi di dolore, come ospedali e processioni mortuarie, si alternano a ridicole spiegazioni su come lavarsi le mani o su come indossare le benedette mascherine che, ancora non si è capito, se servono o no per la gente comune e cioè non ammalata, non positiva al Covid-19, e non a contatto con soggetti in quarantena. Su quest'ultimo punto, nonostante tutta la nostra buona volontà e confessando il nostro limite, non siamo riusciti a capirci nulla. Troppi pareri discordanti e inoltre nel Paese che millanta di essersi dotato della migliore sanità del mondo(?) non se ne trova neppure una neanche a volerla pagare a peso d'oro. Promesse non mantenute; dispositivi di protezione e sanitari bloccati alle frontiere; accavallamenti fra enti dello Stato che non riescono a uscire dall'immobilismo perchè zavorrati da quella stessa burocrazia che hanno diabolicamente inventato per puro masochismo e sete di potere. In questi casi poi va registrata la responsabilità di alcuni Paesi e di alcuni organismi della famigerata Unione Europea che non fanno altro che manifestare tutta la loro sentita lontananza e menefreghismo in attesa che l'Italia crolli definitivamente da un punto di vista sociale ed economico. Abbiamo perso il conto dei Decreti emanati dall'autorità centrale e ci auguriamo che non ne vengano più emanati altrimenti il cittadino, cosa paradossale, dovrà mettersi a studiare legge anche solo per scendere di casa con l'intento dichiarato di acquistare beni di prima necessità. Riteniamo che neanche un carcerato, in libera uscita o in licenza premio, sia mai andato soggetto a un controllo così capillare, militaresco e paranoico. La superfetazione normativa non sta facendo capire più nulla a nessuno creando pericolosissime incertezze visto che ci sono in ballo denunce penali, multe salatissime e l'arresto. Pare che anche le finte opposizioni politiche siano rimaste soggiogate dal potere assoluto e dal controllo sociale e, disertando il Parlamento per paura del contagio, si danno alla macchia lasciando campo libero a ogni genere di prevaricazione; nel caso le elezioni politiche non dovessero essere abolite, anche queste per decreto, ci auguriamo che i cittadini non dimentichino chi li ha lasciati soli di fronte al virus nonchè di fronte a un apparato autoritario che non si era mai visto in Italia. Anzichè contenere il virus si reprime la gente e si manda allegramente la democrazia in quarantena.
E intanto medici e infermieri, le vere avanguardie sul fronte del contenimento del nemico invisibile che tutti ci minaccia, continuano a morire. Sono uomini anch'essi e non si stancano di far notare ai politici, che li definiscono molto ipocritamente "eroi", che è meglio che tacciano definitivamente visti gli innumerevoli scandali della sanità verificatisi negli ultimi decenni, vista la spending review realizzata da tutti i capi dell'esecutivo e da tutti i relativi ministri che si sono succeduti in questi lunghi periodi di ruberie e scelte folli e infine vista la mancanza di assunzioni di medici e infermieri da tempo immemore. La sanità è sempre stata vista come una cassa cui attingere in ogni momento e un serbatoio clientelare ed elettorale di straordinaria importanza per faccendieri appositamente insediati in certi posti di comando per gestire i flussi finanziari e la manovalanza lottizzata da un sistema partitocratico che non ha eguali in nessun altro paese. Questa volta niente dati, solo considerazioni oggettivamente reali. Tali personaggi stanno, con tutta evidenza e con tutta la freddezza di individui senz'anima, scaricando le loro gravi responsabilità sui cittadini che, di fatto, non ne hanno alcuna. Dov'era il politicume nostrano quando energici allarmi venivano lanciati dalle professioni sanitarie? Erano tutti insieme appassionatamente a gozzovigliare nella Milano da bere o nella Roma dei salotti eleganti e dal fascino imperiale? E oggi si permettono di lanciare penosi proclami per decantare i medici-eroi al solo fine di manipolare l'opinione pubblica e di tenere buona la classe medica che è stata fin troppo paziente; cercano affannosamente di requisire strutture private per sopperire agli ospedali che lorsignori hanno contribuito a eliminare dalla carta strategica sanitaria offrendoli al miglior offerente, magari a qualche Ong straniera come è accaduto per il Forlanini di Roma. Si inventano disperati bandi di concorso per assumere specialisti che non ci sono a causa del numero chiuso universitario, dei miseri stipendi e di tutte quelle menate che hanno provocato una vera e propria fuga di cervelli da un Paese morto e defunto da un punto di vista professionale; richiamano medici e infermieri in pensione ad alto rischio di contagio anche per l'età avanzata; assumono giovani laureati e non specializzati che non hanno la necessaria esperienza per andare al fronte e dunque nel vivo dei focolai infettivi dove tutto è precario e la situazione può sfuggire dalle mani da un momento all'altro. Questi signori non hanno saputo fare altro che privarci delle libertà costituzionali e distruggere l'economia di un Paese manifatturiero e turistico di cui, d'ora in poi, rimarrà solo un pallido ricordo. Cosa che grida giustizia davanti a ogni Corte possibile soprattutto quella popolare che, ci auguriamo, non dimenticherà l'affronto e la violenza subiti. Ripetiamo, come già scritto in altro articolo, o loro sanno qualcosa che noi non sappiamo in merito all'epidemia virale in corso e non ce lo dicono, rimanendo essi stessi in uno stato di totale panico oppure, anche se in presenza di una grave crisi sanitaria, non avevano il diritto di spegnere l'interruttore della vita di un Paese che già da molti anni era in sofferenza, sociale ed economica, e cercava disperatamente di riprendersi e di mantere un ritmo accettabile nonostante la inaudita pressione fiscale, l'invincibile burocrazia e ora una vera dittatura camuffata da crisi sanitaria. Sono riusciti a compiere un'impresa che in nessun'altra circostanza e con nessun altro pretesto avrebbero potuto realizzare: rendere un Paese meraviglioso un mucchio di macerie.



 

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