martedì 25 febbraio 2020

SINDROME PARANOIDE:

Un Governo paranoide, autoritario e visibilmente in difficoltà, fiancheggiato da media catastrofisti ha causato il drammatico blocco di un intero Paese e il suo isolamento internazionale per sole 11 vittime, tutti anziani e con gravissime patologie pregresse, e soltanto 322 contagiati. Ci chiediamo molto allarmati: Cui prodest? 
di Antonio Tortora



                                                                                         "Mentre giaci qui russando,
                                                                                         La congiura ad occhi aperti ne approfitta"
                                                                                                              (William Shakespeare: La Tempesta)
 
Militari in Piazza Duomo a Milano Tratto da Dagospia

Psicosi collettiva e scaffali vuoti Tratto da Dagospia
Subito dopo un efficace "lead" abbiamo deciso di posizionare due foto - simbolo di questa catastrofe che si sta abbattendo con assoluta virulenza sul nostro già asfittico Paese; e non ci riferiamo al Covid-19 (già conosciutto come Coronavirus di Wuhan) bensì ai provvedimenti presi dal Governo vale a dire alla Dichiarazione dello Stato di Emergenza del 31 gennaio 2020. Ma prima di entrare nel merito desideriamo chiederci per quale ragione si sia dovuto ricorrere a misure così draconiane per un numero davvero ridotto di casi di morte pari a 11, tutti anziani e con gravissime patologie pregresse per cui non è possibile nemmeno determinare la precisa causa della morte; nonchè per un numero altrettanto scarso di contagiati pari a 322. Almeno ad oggi, cioè al 25 febbraio 2020. (http://www.salute.gov.it/portale/nuovocoronavirus/dettaglioContenutiNuovoCoronavirus.jsp?lingua=italiano&id=5351&area=nuovoCoronavirus&menu=vuoto Di contro, stando ai numeri sull'influenza riferiti all'Agenzia Giornalistica Italia dal virologo dell' Università La Statale di Milano Fabrizio Pregliasco, "sono circa 300 - 400 i morti ogni anno con circa 200 morti per polmonite virale primaria cui vanno aggiunti tra le 4mila e le 10mila morti indirette dovute a complicanze polmonari"; dunque nel caso dell'influenza "normale", nonostante i numeri imponenti e di certo epidemici, nessuno si allarma e le stesse autorità sanitarie non mostrano segni di inquietudine oltrechè, molto giustamente, a dare opportuni consigli medici su come fronteggiare e curare le influenze stagionali. Appare utile ricordare che in tutto il mondo, ogni anno, il virus dell' influenza colpisce tra il 5 e il 15% della popolazione adulta, per cui parliamo di un numero che varia tra i 350 milioni e un miliardo di persone. Non solo ma, stando a ciò che si legge in un paper del Portale dell'epidemiologia per la sanità pubblica "Epicentro", si registrano complicanze che provocano il decesso in circa il 10% dei casi tra i 3 e i 5 milioni di casi accertati di influenza. Queste riteniamo che siano cifre da vera e propria pandemia.
Premesso che in Cina l'epidemia di Covid-19 si è diffusa e continua a propagarsi in maniera molto diversa e veloce da come avviene nel nostro Paese e nel resto d'Europa, con un numero straordinariamente superiore di contagiati e morti (al momento in cui scriviamo si parla di 77789 casi clinicamente confermati e 2666 deceduti http://www.salute.gov.it/portale/nuovocoronavirus/dettaglioContenutiNuovoCoronavirus.jsp?lingua=italiano&id=5338&area=nuovoCoronavirus&menu=vuoto. Posto che, nella sua configurazione orientale, l'agente patogeno sembra essere più aggressivo, più contagioso e in grado di prendere di mira la metropoli di Wuhan e l'intera provincia di Hubei con una tale rapidità da essere considerato inizialmente un "virus misterioso" resta di fatto che, alle nostre latitudini, i numeri e lo stesso andamento del contagio non autorizzano a definire tale emergenza medica una epidemia o, peggio, una pandemia.
Ebbene, tornando allo Stato d'Emergenza, cui prima accennavamo, è stato dichiarato il 31 gennaio 2020 senza bisogno del vaglio parlamentare, come previsto dalla Legge, e conferisce all'esecutivo il potere di esautorare gli enti locali. Tale provvedimento, riguardante tutto il territorio nazionale e derivante, da un punto di vista giuridico, dallo Stato di Guerra, è stato applicato recentemente alle aree focolaio del Covid-19 definibili a tutti gli effetti "zone rosse". Ebbene a nostro avviso,  si sta causando il blocco totale e l'azzeramento di tutte le attività produttive, turismo compreso. Ci riferiamo ovviamente ai 10 comuni lombardi del lodigiano, con oltre 50mila residenti nonchè i 3.300 vadensi di Vò Euganeo in provincia di Padova tutti "rientranti nel piano di cinturazione". Questi centri sono stati circondati da un cordone sanitario che prevede 35 varchi presidiati da pattuglie di Polizia, Carabinieri, Guardia di Finanza e Esercito con tassativo divieto di entrata e uscita dalla "zona rossa". Area ormai interamente desertificata a causa della quarantena con "sorveglianza attiva" imposta a tutti coloro che si sono trovati in contatto con soggetti sicuramente infettati, e messa in ginocchio per la chiusura di scuole, negozi e musei, di attività lavorative private e degli uffici pubblici e la conseguente limitazione di movimento per persone e merci. Inoltre divieto di attività ludiche, sportive e manifestazioni pubbliche. A poco giova la circostanza che si possa accedere all'acquisto di beni di prima necessità previo utilizzo di dispositivi di protezione individuale. In caso di violazione delle disposizioni emanate dalle autorità è prevista una sanzione amministrativa e l'arresto fino a tre mesi.
Tutto questo è servito a far scatenare una psicosi collettiva che ha provocato, per effetto domino anche in tutto il resto del Paese, un vero e proprio assalto ai supermercati  che hanno avuto problemi notevoli per gli approvvigionamenti e alle farmacie che sono rimaste completamente sguarnite di quei dispositivi di protezione individuale che, viceversa, stanno facendo la fortuna di ignobili speculatori che "online" sono in grado di fornire qualunque articolo a prezzi stratosferici. Diremo quasi che è stata inaugurata una nuova stagione del "mercato nero" non più realizzato in una buia e isolata stradina di periferia in qualche momento di crisi, bensì lungo la fibra ottica e percorrendo le misteriose vie di Internet.
E' stata condotta una vera e propria guerra a quelle che sono state definite fake news e che, invece, molte volte non erano e non sono altro che punti di vista differenti, anche molto differenti, dalle correnti di pensiero egemoni e "politically correct" espresse dai media mainstream. Eppure l'informazione ufficiale, quella dei Tg, dei giornali cartacei e online, dei radiogiornali, dei talk show e dei programmi di approfondimento ha rifilato e rifila al pubblico lobotomizzato un'informazione ripetitiva, ossessiva e logorroica a tal punto da farlo terrorizzare; facendo ovviamente attenzione a non far trapelare domande imbarazzanti, interpretazioni alternative nonchè opinioni scientifiche diverse e troppo discordanti dal pensiero unico globale. Quasi come avvenuto in Cina, che notoriamente non è un paese democratico, da cui giungono solo informazioni e segnali univoci e filogovernativi su cui poi, a crisi superata, molto ci sarà da dire sulla gestione di un'emergenza sanitaria che ha trasformato quasi tutto l'intero Paese in un enorme Gulag, per dirla alla russa, oppure in un gigantesco Laogai per dirla alla cinese. Facciamo riferimento ai circa 1422 campi di lavoro forzato, di cui molti occidentali non sono a conoscenza, dove circa 8 milioni di prigionieri da "rieducare" perdono per sempre i diritti civili (https://web.archive.org/web/20070316163112/http://www.laogai.org/news2/book/handbook05-06.pdf) e per la cronaca, visto che dalla cronaca proveniamo come esperienza professionale, dobbiamo aggiungere che molti Laogai si trovano proprio nella provincia di Hubei; infatti, neanche a farlo apposta, proprio in questi ultimi giorni si parla di moltissimi contagiati dal virus proprio nelle "prigioni" disseminate in quella vasta area di oltre 186.000 Km2. 
Comunque qui da noi da un lato il Governo agisce quasi "manu militari" con i suoi provvedimenti restrittivi, polizieschi e con decretazioni d'emergenza dal sapore bellico. Dall'altro l'ineffabile canea mediatica spaventa subdolamente gli ignari abitanti di un Paese che già prima di tutto questo  stava chiudendo i battenti e che ora si sta avviando verso una drammatica recessione economica e dunque verso un blocco sociale di portata storica. Agli increduli italiani del nord non resta che chiudersi ammutoliti in una triste quarantena circondati e sigillati nelle loro città mentre il rimanente Paese resta in attesa che l'inevitabile accada augurandosi, forse ingenuamente, che l'inevitabile non accada. Il fatto è che assistiamo a una vera e propria gazzarra fomentata 24 ore su 24 dai media di regime con migliaia di interviste e migliaia di collegamenti da uffici di politici, da briefing room di amministratori e colletti bianchi, da studi televisivi gremiti di giornalisti, commentatori, opinionisti, tuttologi e influencers. Tutti soggetti che, concentrati solo sull'apparire, segno distintivo della contemporaneità, forse non sono consapevoli del fatto che tutti questi schiamazzi, opportunamente predisposti e dal contenuto quasi sempre negativo, stanno iniettando massicce dosi di paura verso ciò che potrà capitarci o che in parte immaginiamo e conosciamo parzialmente e altrettante massicce dosi di angoscia per un nemico invisibile, il Covid-19, che non sappiamo attraverso chi potrà colpirci nè in quale momento. Appare ovvio che con tutta la grancassa mediatica funzionante a pieno ritmo la gente cominci ad agitarsi visto che riceve messaggi contraddittori. Mentre i decisori e i loro portavoce predicano la calma, la fiducia, il self control, l'osservanza delle regole impartite dalle autorità  e insistono sul fatto che, da un punto di vista sanitario, noi italiani funzioniamo alla grande, si assiste a video e immagini che, ininterrottamente, ci raccontano di paesi deserti, di gente disposta in file interminabili fuori ai supermercati; posti di blocco minacciosi e impenetrabili; medici con tute prese a prestito, nell'mmaginario collettivo, da film ambientati in contesti di Biowerfare e di bioattacchi terroristici; gente sempre più terrorizzata e prostrata dalla impossibilità di trovare mascherine e altri dispositivi di protezione che forse, in alcune circostanze, non servono e non sono nemmeno efficaci. Si tratta di pura dissonanza cognitiva, senza troppo scomodare la psicologia sociale, per cui alle prese con concetti, tesi e consigli che sono in contrasto funzionale fra loro molti rischiano di modificare il proprio comportamento cedendo all'irrazionalità. Uno dei comportamenti più pericolosi è la caccia all'untore indirizzata in primis verso i Cinesi, in secundis verso gli italiani che sono tornati da zone infette anche se non contagiati, in terzis verso italiani e stranieri su cui, per qualche ragione improvvisa e ingiustificata si potrebbe scatenare la delazione, l'accusa o la denuncia. Sembra che qualche episodio del genere si sia già verificato in questi giorni. Ad ogni modo come si può avere fiducia cieca nel sistema sanitario nazionale, in questo tipo di emergenza infettivologica e virologica, quando, al netto dei numerosi e capaci medici che servono con grande professionalità e umanità all'interno delle strutture sanitarie, nel nostro Paese muoiono poco meno di 50mila persone per infezioni prese in ospedale (sepsi) e in particolare nelle Unità di Terapia Intensiva? Su questo tema, che vede l'Italia al primo posto, con un 30 per cento di morti per sepsi nei 28 Paesi della UE, nessuno replica e obietta nulla mentre per lo scarso numero di deceduti e di contagiati per il Coronavirus si rischia di mettere a ferro e fuoco il Paese. Una delle poche note di speranza giungono dalla virologa responsabile del laboratorio dell'Ospedale Sacco di Milano Maria Rita Gismondo che ha affermato con grande pacatezza: "A me sembra una follia. Si è scambiata un'infezione appena più seria di un'influenza per una pandemia letale. Non è così. Guardate i numeri!" e aggiunge "questa follia farà molto male, soprattutto dal punto di vista economico". Ovviamente il virologo Roberto Burioni, molto attento nell'apparire sempre e comunque sui social media, non poteva non intervenire contraddicendo quanto riferito dalla sua collega Gismondo definendola "Signora del Sacco" e spargendo ancora un pò più di angoscia e paura semmai ce ne fosse ancora bisogno.
A chi pensa che sia stata una buona idea bloccare tempestivamente tutti i voli da e per la Cina ricordiamo che una grande quantità di cinesi che si erano recati nella Terra del Dragone in occasione dell'importante festività del Capodanno cinese è potuta rientrare attraverso triangolazioni aeree. Molti pare che debbano ancora rientrare e sono circa un migliaio.

 
Allarme giornalistico Tratto da ningizhzidda.blogspot.com



"Ogni potere ha bisogno di spaventare la sua
      popolazione, e un modo per farlo consiste
              nel coprire di mistero la sua attività"
                                                   (Noam Chomsky)

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