martedì 20 gennaio 2015

SCRITTO INEDITO ISPIRATO DA PARTENOPE LA SIRENA E DEDICATO A SELENE "LA RISPLENDENTE"


Volevamo rendere partecipi i lettori e i surfer di una rarissima nostra emozione riportata su carta ispirati da una Musa superiore a qualunque altra per l'incanto e la capacità di ammaliare: 
                                     Partenope la Sirena

Foto tratta dal web

A suo tempo mettemmo penna in carta, in una sorta di impeto poetico, per tratteggiare un'immagine o forse un'idea di un qualcosa di sfuggente che non sempre è visibile perchè durante la notte, in genere, ci si riposa seguendo le regole cronobiologiche del ritmo circadiano (circa diem ovvero "intorno al giorno"); a meno che non si soffra di disturbi del ciclo sonno veglia e delle relative sindromi ad esso correlate. In altre parole l'oggetto da ritrarre, suggestionati dalla bellezza del Golfo partenopeo, era la luna (per i greci antichi Selene "la risplendente) che, di norma, non attrae molto la nostra attenzione, ma che in quel momento specifico funse da Musa ispiratrice per quelli che potremmo impropriamente definire "versi poetici". Infatti per questo scritto riesce davvero difficile trovare una qualche applicazione delle leggi metriche ne tantomeno per esso si può fare riferimento a una chiara definizione tipo: lirico, drammatico, bucolico, d'amore o giovanile (giovanile sarebbe poi ridicolo nel nostro caso). Tuttavia qualche elemento ispirativo di carattere marcatamente poetico c'è  e riguarda l'ispirazione che è un moto di creatività interiore, cosa rarissima nel mondo caotico in cui viviamo e la suggestione che é un qualcosa generato dall'esterno che tende a influenzarci talvolta inconsciamente. D'altra parte se vengono sapientemente miscelati il lungomare di Napoli o un qualunque altro posto panoramico della città con il buio della notte, la luna e il suo riverbero sul mare leggermente increspato l'alchimia comincia a funzionare suscitando sentimenti delicati, sogni e fantasie. Ecco la scaturigine da cui esce, forse, lo scritto che segue e che non sappiamo se possiede caratteri antropologici ma che comunque abbiamo deciso, catarticamente anche se non sappiamo bene di cosa liberarci, di rendere pubblico per il piacere di qualche sparuto lettore in cerca di emozioni. Un pò di spiritosaggine non nuoce ma l'imbarazzo, posso assicurare, è difficilmente dominabile; da buoni figli di Partenope ci armiamo di faccia tosta e procediamo schiarendoci la voce anzi la tastiera.
                                                       
                                                                        LUNA


Luna, macchia di luce su un tappeto scuro
Faro che scruta l’anima in cerca di qualcosa
Perla intrigante incastonata nei tuoi occhi
Speranza del naufrago che nuota nell’universo in cerca di un sicuro approdo.
Luna ieri sconosciuta, fredda e lontana
Oggi fraterna, tiepida e vicina
Domani chissà. Nessuno, neanche l’oracolo può fare profezie.
Luna che illumina la strada percorsa dal viandante
Che conforta le retrovie di un cuore che procede all’impazzata
Fuori dallo sguardo, magnetica come calamita potente
Dentro allo sguardo immobile come ostacolo insormontabile
Tutta intorno, trasparente come acqua sorgiva e opaca come il sale della vita
Tutta intrisa di notte e di rugiada mattutina
Flebile come una voce lontana che proviene dallo spazio
Decisa come chi avanza nell’oscurità sconfiggendo la paura di vivere
Luna spettacolare che suscita un costante corale applauso
Tutto questo e anche altro
Ma ora il poeta che l’ha decantata deve tacere, altrimenti la luna scappa via
Nel silenzio del proprio turbamento il poeta deve ascoltare una risposta, qualunque essa sia
Nelle profondità del suo cuore il poeta deve sospirare, poiché altro non può fare
Nessuno sa se la farfalla avrà la fortuna di adagiarsi sul chiaro manto lunare
Nel frattempo colui che ha cristallizzato l’essenza stessa del suo sentire, infilando parole come perle lungo un filo invisibile, cerca colei che indosserà la preziosa collana.
Versi di Antonio Tortora



Suggerimento: Per non farsi ammaliare bisogna comportarsi come Ulisse.

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