lunedì 19 gennaio 2015

Escursione antropologica di Antonio Tortora e Stefano Sposito ai ruderi di Castel di Sangro.

Un paesaggio bucolico e un'identità agricola e pastorale da preservare.

Fra i ruderi medievali delle fortificazioni di Castel di Sangro e le mura megalitiche di origine sannita ci si rende conto di quanta storia, sedimentata dai secoli e dai millenni, caratterizza una cittadina che oggi é considerata solo una importante piazza commerciale abruzzese. Un invito dunque a visitare più in profondità le vestigia di un passato che rivive ogni volta che gli occhi e le mani di un visitatore temerario e consapevole guardano e toccano le pietre dove preziose incisioni lasciano fluire il tempo e la storia dell'uomo. Un panorama a trecentosessanta gradi sulla cittadina, sulla piana e sui monti che ad essa fanno da corollario ritempra la vista e ricorda che nulla è perduto se c'è la volontà di recuperare e valorizzare la cultura montana, agricola e pastorale di una delle più belle regioni d'Italia. Abbiamo avuto la possibilità di osservare e scoprire interessanti reperti di epoca medievale, croci penitenziali e forse templari (vedi slide al min. 19.42)  incise su blocchi di pietra riutilizzati per lavori di consolidamento, di accedere a cunicoli e camminamenti sotterranei ed infine di salire su torri di avvistamento, in ottimo stato di conservazione, che fanno ben comprendere come fossero avanzate le conoscenze nel campo delle costruzioni fortificate e quanta sicurezza potevano offrire agli abitanti e alle comunità delle piane sottostanti. Un paesaggio bucolico che, ancora oggi e nonostante le trasformazioni urbanistiche, conserva intatto il suo fascino.



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