martedì 16 dicembre 2014

L'ombra da un antico passato

Marèa



                                                                Foto di Antonio Tortora


Questa é "maréa" la mia ombra umana tradotta in napoletano antico e ormai obsoleto ma non privo di fascino. Ha radici latine e greche e nelle versioni originali descriveva un lago e una località del Basso Egitto famosa per la qualità dei suoi vini; non a caso una chiara radice egizia è riportata dal prestigioso vocabolario Lorenzo Rocci, nell'edizione del 1973.
Da un punto di vista etimologico ci piace fare riferimento al lessicografo senese Ottorino Pianigiani che agli inizi del '900 descriveva "maréa" come un "movimento delle acque del mare, che periodicamente due volte nelle ventiquattro ore del giorno gonfiano, montano e si espandono sulle rive, per poi ritirarsi e riprendere il loro livello ordinario. Ombra e dunque maréa (in napoletano) senza dubbio significano: "zona di oscurità o minore luminosità prodotta dall'interposizione di un corpo opaco tra essa e la sorgente di luce" ma non vanno dimenticati tutti gli altri significati semantici in chiave antropologico-linguistica e simbolica ed ancora  quelli semiotici in base ai quali ci troviamo di fronte a qualcosa che rinvia a qualcos'altro. Per questa definizione dobbiamo rifarci ai filosofi medievali che insuperabilmente sentenziarono "aliquid stat pro aliquo". Dunque, tornando ai nostri significati si tratta di qualcosa che, proiettandosi all'esterno per particolari circostante di luminosità ambientale fuoriesce, apparentemente, dal corpo e si riflette, per le stesse dimensioni e identiche proporzioni, su una superficie determinata, piatta o curva. Di qui a espandere il criterio interpretativo il passo é breve e si passa allo spirito, a una quantità minima del sè riflesso, a un mistero non visibile in tutti i momenti della giornata dunque a un elemento di segretezza limitata nel tempo; inoltre una protezione psicologica che certifica la propria indubitabile esistenza, un riparo efficace dove trasferire una parte dell'attenzione visiva, un segno esteriore di uno stato d'animo. Appaiono sufficienti tutti questi significati per riflettere sull'importanza della propria maréa (in napoletano). 
Comunque sia "l'ombra o maréa (in napoletano) - e qui scendiamo nei significati esoterici - è la parte di noi che abbiamo l'obbligo di riconoscere e integrare dal momento che senza di essa la completezza rimarrà un traguardo lontanissimo". Ciò vale anche se alcune scuole di pensiero che da un punto di vista archetipico sottolineano i significati negativi dell'ombra, ovvero le attribuiscono il significato di nemico, antagonista, alter ego derivanti essenzialmente dalla repressione delle emozioni. Ma a noi piace interpretarla come un'espansione del sé, qualcosa che debordi al di fuori di noi stessi e che si comporti esattamente come una marea marina che si espande e si ritrae a seconda delle circostanze. In altre parole la testimonianza di una regola cosmica cui non si può sfuggire. (Antonio Tortora)

Nessun commento:

Posta un commento

Come regola generale qui è gradita l'educazione, si chiede di mantenere un atteggiamento civile e costruttivo, nonché di impegnarsi ad agire con totale rispetto ed onestà sia verso l'amministratore del blog che verso gli altri utenti, pubblicando messaggi che contengano informazioni corrette e veritiere.